Medicine... Il mio rapporto con esse posso definirlo di tipo morboso, un qualcosa di opprimente e ossessivo. Io ho bisogno di loro ma loro di certo non di me. Ci sono momenti in cui vorresti solo smettere, perchè senti che non porteranno a nulla, se non dolore, visti gli effetti collaterali, che in questo momento si stanno riversando sulle mie gambe. Ma non smetti, anche se diventa stressante prendere diverse medicine in diversi momenti della giornata per curare una malattia che non sai quanto durerà, un danno celebrale che sai benissimo che il modo più rapido per curarlo è quello di farla finita. Ma non lo fai. Anche se vorresti. Tutti i santi giorni è così: vorresti solo morire perché hai paura di restare in queste condizioni per troppo tempo. È passato quasi un mese dall'inizio della mia terapia farmaceutica e noto i miglioramenti, ma allo stesso tempo ho paura di me stesso, del mio benessere, che sento avrà un tempo limitato. Come si può pensare di vivere meglio? Passi una vita a pensare che non vali nulla e cercando di adattarti agli altri per avere un po' di amici... Questo all'inizio non pesava, ma ora? Ora sembra che intorno sia tutto così falso... Solo pochi sono reali e alcuni non ci sono nemmeno più. Come posso pensare di vivere meglio allora dopo aver passato una vita così? Non lo so. Non so nemmeno perché sono ancora qui, però poi mi viene in mente l'ennesima promessa fatta alla stessa persona. Cazzo, oramai penso che ella sia il mio angelo custode. Sempre le stesse parole. Funzionano così bene. Continuo a vivere così male, ma con la consapevolezza che devo rimanere in vita. Allo stesso tempo, però, penso che nemmeno lei possa salvarmi da tutto ciò, da quello che ho dentro. Non so se ce la posso fare, ma devo rimanere in vita.
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Depressione
Storie breviStorie di immedesimazione. Storie di esperienza. Scrivere non è inutile e chiedere aiuto non è vano.