1. Inzio del nuovo anno.

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Tre mesi prima.
16 settembre.

Quella mattina, fu la voce fastidiosa e martellante di mio padre a svegliarmi.
"Kylie, sbrigati! Non vorrai arrivare tardi il primo giorno di scuola?"
Sbraitò, sollevando il lenzuolo che mi avvolgeva.

Sbuffai. L'estate era passata troppo in fretta e l'idea di iniziare un nuovo anno, il quarto anno del liceo, non mi entusiasmava per niente.

Mi alzai in fretta e furia.
Controllai l'ora, era davvero tardi, e Chloe mi avrebbe uccisa se fossi arrivata in ritardo all'appuntamento che avevamo fissato davanti all'entrata dell'edificio scolastico.

Mi diressi in cucina, mio padre si era già munito di giacca e valigetta.
"Ti aspetto per cena?" Chiesi, prima che potesse varcare la soglia di casa.
Abbassò lo sguardo, dispiaciuto.
"Mi dispiace, temo che non riuscirò a arrivare in tempo per la cena"
Annuii flebilmente.

Non era la prima volta che capitava.
La sua vita ruotava attorno al lavoro.
Il tempo da dedicarmi era inesistente, ed io ne subivo le conseguenze.
Era talmente concentrato sul lavoro, da non accorgersi oltre i finiti sorrisi, del dolore che mi lacerava l'anima.

Uscii di casa e presi il primo bus che passò dinanzi la mia fermata.
Arrivai difronte al cancello della scuola in breve tempo.
Non appena mi vide, Chloe iniziò a sventolare in aria una mano.
Aveva il sorriso stampato sulle labbra e mi stupii ancora una volta, di come quella ragazza potesse essere eccitata per un giorno come quello.

Mi strinse a se, una volta arrivata a portata delle sue braccia.
"Dai Kylie svegliati! Un po' di entusiasmo" Alzai gli occhi al cielo.
Poi, vidi Dylan parcheggiare e scendere dalla sua moto rossa.

Mi avvicinai a lui. Si tolse il casco lasciando ricadere i ciuffi biondi sulla fronte. Dopo qualche secondo si accorse della mia presenza.
"Hey" Afferrò la mia mano e mi condusse di nuovo verso la sorella.

Osservai le nostre mani incrociate, sebbene fosse diventato un gesto naturale per lui, io non potei fare a meno di sentirmi in imbarazzo davanti agli occhi puntati di centinaia di studenti.

"Sei pronta per il nuovo anno?"
Scossi la testa. Dopo la morte di mia madre, la scuola era iniziata a piacermi sempre meno. Non era ciò che ci si aspetta da una ragazza diciassette anni, ma avevo solamente voglia di rimanere sola. In classe mi sentivo esposta, vulnerabile, ed a distanza di un anno le cose erano cambiate solo in parte.

Avevo conosciuto un paio di persone, che mi avevano aiutato a 'dimenticare',
tra cui Chloe, la mia unica amica.
L'unica persona che aveva avuto il coraggio di sedersi di fianco alla nuova arrivata, la ragazza strana.

Grazie a lei avevo conosciuto suo fratello, Dylan. Era un ragazzo di bell'aspetto, dolce. Non so come, ma aveva dimostrato un certo interesse nei miei confronti e viceversa, così avevamo deciso di intraprendere una sorta di relazione o quanto meno provarci. Quello era il secondo mese vero e proprio della nostra frequentazione.

Presa dai pensieri, non mi accorsi che in quel momento, nel cortile della scuola, era calato il silenzio.

I gruppi di ragazzi, fino a qualche istante prima, impegnati in chiacchiere di vario genere, tacevano.
Mi voltai per cercare di capire cosa avesse suscitato una simile reazione.

Gli occhi di tutti, erano puntati sui due ragazzi che con passo spedito si avvicinavano all'entrata dell'edificio. Perfino Dylan aveva la bocca quasi spalancata, eppure io non riuscivo a comprendere il perché di tale stupore.

Feci scorrere lo sguardo sul ragazzo di fianco a Bret.
Non lo avevo mai visto prima.
Lo squadrai dalla testa ai piedi.

Indossava una semplice t-shirt nera, ma potevo scorgere i suoi muscoli guizzare ad ogni movimento.
Era alto, un fisico imponente ed allenato. Rimasi immobile, senza fiato, quando il mio sguardo ricadde sul suo volto.

Qualche ciuffo castano, ricadeva sulla sua fronte in modo spettinato, ma ciò che più mi colpì furono le due pozze di un blu indefinito che dominavano il viso dai lineamenti marcati.

Non avevo mai visto nulla di simile.
Nessuna emozione trapelava dal suo sguardo. Quegli occhi sembravano ricoperti di ghiaccio, un ghiaccio troppo spesso da frantumare.

Era di una bellezza da togliere il fiato.

Si osservò intorno, scrutò i volti intimoriti dei compagni di scuola, ed un sorriso beffardo si fece spazio sul suo volto.
Poi distolse lo sguardo e si portò una sigaretta alla bocca carnosa.

Impressi quest'immagine nella mia mente. Provai quasi paura. Non tanto per la sua maestosa figura, ma per la reazione di tutti gli studenti.

"Chi è?" Domandai, incuriosita come non lo ero mai stata.
Chloe e Dylan si scambiarono una serie di sguardi che non riuscii a decifrare.
"Un mio amico, ed un amico di Bret." C'erano molte più cose che mi stavano nascondendo ma decisi di fare finta di niente.

L'ansia salì drasticamente, quando li vidi avanzare nella nostra direzione.
"Kylie" Mi salutò Bret. Accennai un debole sorriso.

"Lei? È nuova?"

Sentii il suo sguardo bruciare sulla pelle, gli occhi saettare su e giù per il mio corpo.

"È una nostra amica, e la tipa di Dylan"
Rispose Bret. Sentii Dylan aumentare la presa sulla mia mano, sapeva che odiavo essere al centro dell'attenzione.

"Noi andiamo" Intervenne Chloe, afferrandomi per un braccio.
Salutai gli altri con un cenno del capo, prima di sparire tra la folla.
Nel frattempo, la campanella suonò indicandoci l'inizio delle lezioni.

Raggiungemmo in fretta la nostra aula, ed io mi sedetti nel banco in penultima fila, accanto alla finestra. Chloe dietro di me.

Mi voltai e le lanciai un' occhiata che bastò a farle capire. Sbuffò.

"Caleb, Caleb Moore"

La tempesta che mi ha travolto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora