Azzurro

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Flower non amava il vento.
Credeva che fosse solo un intruglio di sussurri sconnessi, sparsi nel mondo soltanto per renderlo vivo.

Certo, la brezza estiva che si insinuava tra i capelli era rilassante, ma dopo un po' diventava fastidiosa.
Scivolava dalle mani.
Le corrodeva.
Lentamente.
A piccoli passi, a piccoli battiti.

Quella notte la ragazza dai capelli rossastri non riusciva a chiudere le palpebre, il sonno era una meta ormai troppo lontana da raggiungere.

I suoi occhi erano divenuti cenere davanti ai meravigliosi sogni che la sua mente creava: vagarono per tutta la serra, in cerca di domande a cui non poter dare una risposta.

Era questo, il bello di Flower.
Non si arrabbiava se non riusciva a spiegare il perché delle cose.
Si poneva domande fino allo sfinimento, senza mai annoiarsi.
Era una tempesta.
Impeto e tempesta.

Trasportò la sua anima fuori dalla serra, già ricolma di immaginazione pronta ad esplodere.
Le si informicolirono le dita, accarezzarono con leggerezza il corrimano delle scale, fino ad aprire la porta della sua casa.

Uscì, quei pensieri celesti la tramortirono come un urlo nel silenzio, insieme al lieve vento che tanto detestava.

Poteva vedere ancora la sua poesia impressa nell'intonaco, ma stavolta le sembrò meno importante.
Come se non fosse più così vitale nasconderla.
Come se appartenesse ad un altro universo.
Giaceva ormai nell'iperuranio della sua mente stravagante.

Volse lo sguardo verso le stelle, erano pregne di luce che per un attimo accecarono le meditazioni di Flower.
Erano così lontane... Se avesse potuto soltanto sfiorarle con le dita, sarebbe riuscita a comprendere appieno il vero senso della vita.

Ma era lì.
Nella realtà.
Quella realtà cruenta che strideva nelle strade notturne, con le sue unghie grigie.

La ragazza dai capelli color tramonto tirò giù il cappellino azzurro sulle tempie, in modo da nasconderli agli ultimi compaesani che vagavano in quella noiosa scacchiera di pietre.

Oltrepassò il parco, le altalene si muovevano a ritmo del respiro della Luna. Vi sedette sopra con un sospiro, lo sguardo rivolto verso l'alto, l'infinito.
Buio, ignoto.

Osservò come tutto era immobile.
L'erba soffocata dal soffio dell'autunno fremeva sotto il manto di stelle acceso e scrutava con i suoi miliardi di occhi luminosi quel corpo esile, aggrappato a quelle fredde catene.

Una voce ridestò i pensieri di Flower.

«Non pensavo di incontrarti qui.»

Le sue dita tremarono. Le sue palpebre si spalancarono tumultuose.

I capelli a spazzola, neri, si innalzavano nella notte come colonne di un tempio greco. E quello sguardo azzurro, azzurro come un Dio perfettissimo, scrutava la chioma rossastra della ragazza inerme dinanzi a lui.

Scavavano a fondo.

Potevano, un paio di iridi evanescenti,  sembrare così irreali e vere allo stesso tempo?

Uno strano calore diramò nel petto di Flower.
Sbatté le palpebre.
Era il suo cuore, gemeva sotto al maglione.
O forse erano i suoi pensieri indefiniti?
Non lo sapeva, quel calore fastidioso le contagiava gli arti.

Irvin era lì davanti, in piedi.
Anche Flower ci finì, in piedi, a pochi passi dal cuore incuriosito del ragazzo. Accarezzò la sua figura con leggerezza indomita.

«Ciao.» il suo respiro divenne aria, e la sua voce, la notte.

Dall'alto dei palazzi sembravano due puntini minuscoli, confusi tra l'oscurità.
Ma erano belli da vedere.
Veramente... Straordinari.

Due mondi impossibili da comprendere, ma di cui è impossibile non innamorarsi.

🌻 ANGOLO AUTRICE🌻

Buonasera! Da quanto tempo ehhh

Mi è mancata molto Flower. A voi?

Come pensate che vada a finire questo strano incontro?😏

Grazie per aver letto,
India❤️

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 26, 2020 ⏰

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