𝑝𝑟𝑜𝑙𝑜𝑔𝑢𝑒

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PROLOGO

Le luci delle auto che passavano da quelle parti si riflettevano sul tessuto del tettuccio dell'Audi bianca di Kylie, creando giochi di luce e riflessi confusi. I muscoli delle mie spalle iniziavano ad intorpidirsi, la mia schiena era completamente distesa sui sedili posteriori, il finestrino dello sportello posteriore era aperto per lasciare che le mie gambe penzolassero fuori dall'auto. Mossi le braccia in avanti, distendendo i muscoli e muovendo le dita per riacquistarne sensibilità.

«Quanto diamine ci mette?» sbuffò Kylie, la mia migliore amica, poggiando il gomito proprio sullo sportello alla sua sinistra.

La ragazza portò la sigaretta tra le labbra prima di spostare meccanicamente la mano nuovamente oltre il finestrino e lasciar fuoriuscire il fumo dalla sua bocca. Rivoli di fumo assunsero strane forme e si lasciarono trasportare dal vento all'interno del veicolo.

In quel momento, Lara – che era seduta nel posto del passeggero, proprio accanto a Kylie – storse il naso e allontanò il fumo da se sventolando una mano davanti al viso. «Quante volte ti ho detto che mi da fastidio quando fumi dentro questa fottuta auto?»

Dopo aver sentito quella frase, la mia schiena abbandonò finalmente quella posizione scomoda e mi misi seduta, rivolta verso di loro. Inarcai la colonna vertebrale per riprenderne la sensibilità, mentre il mio sguardo viaggiò su entrambi i visi delle mie migliori amiche, che in quel momento si stavano lanciando finte occhiatacce.

Kylie fece roteare gli occhi al cielo, prima di puntarli nuovamente sulla ragazza al suo fianco. «Nessuno ti obbliga a stare qui dentro» disse tranquillamente. «Se ti da fastidio: esci.»

Dal canto suo, Lara non seppe trattenersi dal rispondere a quella frase sgarbata, quindi si impuntò, rivolgendo il suo corpo verso di lei. «Quella vacanza ti ha dato alla testa? Sei tornata più arrogante del solito.»

«Okay, ora basta» intervenni prima che Kylie potesse replicare, poggiando entrambi i gomiti sui sedili sottostanti e sporgendo la testa tra di loro. «Non fate altro che litigare voi due.»

Lara sbuffò e voltò il viso alla sua destra, ammaccando il bottone automatico che permetteva al vetro del finestrino di abbassarsi. La risata calda di Kylie riecheggiò all'interno della sua auto. Una volta terminata lanciò la sigaretta lontano da lì e si assicurò di chiudere il finestrino.

Sospirai pesantemente quando un moto d'ansia improvviso mi divorò lo stomaco. La sua ragione si trovava probabilmente a pochi metri di distanza da me. Erano passate tre settimane. Non lo vedevo da sette giorni e l'ultima volta che lo avevo visto, lo avevo visto con un'altra.

«Eccola» ci avvisò Lara.

Sentii Kylie emettere un sospiro e prima di aprire lo sportello al suo fianco mi lanciò un'occhiata preoccupata che non seppe nascondere. Dopo essere scesa dall'auto e aver richiuso lo sportello, fece il giro del veicolo, mentre io al contrario non mi mossi di un centimetro.

Quando alzai lo sguardo oltre il finestrino, incrociai gli occhi castani di Maya: stava camminando a passi veloci verso di noi con le braccia incrociate al petto. Potevo dedurre dal suo sguardo che non veniva a portare buone notizie. In realtà in quel momento non sapevo distinguere quali sarebbero state buone o cattive notizie, o per lo meno quali avrei voluto sentire. Avrei voluto davvero vederlo e avere la possibilità di parlare con lui, ma d'altro canto avevo dentro di me la sensazione di star solamente perdendo tempo.

Quando una persona non ti ama più non hai bisogno di sentirtelo dire, lo capisci e basta. È solo difficile da accettare, così tanto che ti rende così poco lucida da sperare l'insperabile.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐔𝐂𝐓𝐈𝐎𝐍 | 𝒽.𝓈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora