Sono un po' di giorni che esco con Kevin, è così dolce e gentile con me. Non me lo sarei mai aspettato, non abbiamo mai parlato, eppure mi trovo così bene, e come se il mio filo rosso si stesse lentamente ricucendo al suo. Si, forse mi sto prendendo una cotta per lui, ma nonostante questo, continuo a chiedermi cosa pensi di me Jonathan.
-Ehi Yuki? Mi stai ascoltando?-
Alzo lo sguardo verso quello preoccupato di Kevin.
-Si si, ti stavo ascoltando non ti preoccupare!-
Gli dico io con un sorriso, mi perdo velocemente ma sono sempre attento, alla fine vado bene anche per questo a scuola.
-Quindi? Oggi vuoi venire a casa mia?-
-Certo! Mi piacerebbe, sono sicuro che casa tua è molto ordinata!-
Dico ridacchiando, provocando in lui un rossore sulle guance, beh alla fine è vero, lui è molto preciso e ordinato.
-Beh è ovvio! Vivere da solo implica anche essere molto pulito.-
Già, lui è un minore emancipato. Chissà cosa si prova.
Verso il pomeriggio dopo la scuola io e Kevin ci dirigiamo verso casa sua, che carino sembra così agitato, ha le guance rosse e si morde continuamente il labbro scommetto che sta morendo dall'imbarazzo lo trovo così adorabile. Dopo un leggero tratto di strada arriviamo davanti a un palazzo bianco, il cancello arrugginito e l'unico blocco fra l'entrata del palazzo e il marciapiede smesso congiunto alla strada, in un primo momento a parte il colore la sua casa non sembra molto nuova, più che altro vecchia.
-So che non e gran che.. Ma vedi i miei genitori non vogliono darmi più di trecento euro al mese, e l'affitto meno costoso era qui..- dice con una leggera nota di vergogna.
-Ma a me non importa.. solo.. Trecento euro non sono un po' pochi?- chiedo sbalordito da una somma così bassa, se pur vero che così tanti soldi nelle mie tasche non li avrò neanche a venticinque anni.
-Lo so anche io che sono pochi, ma non stante il giudice abbia dettato una somma più alta i miei se ne fregano..- mi fa una tale tristezza, non mi ha mai parlato del rapporto che ha con i suoi, ma a vederlo così sembra veramente una brutta storia.
Dopo qualche secondo mi rivolge un dolce sorriso, e mi invita ad entrare nel palazzo. Dopo il primo piano ci ritroviamo subito davanti alla sua porta, lui mi apre e come sospettavo quella casa era più pulita di uno specchio, lui chiude la porta dietro di sé, e in poco tempo le sue braccia sono attorno ai miei fianchi, so cosa vuole fare, lo sento e duro dietro di me, nonostante i miei sentimenti per Jonathan decido di lasciarmi andare, alla fine lui mi ha usato, Kevin no. Dopo qualche secondo mi ritrovo sul suo divano, io sotto lui sopra, mi bacia con dolcezza e poi con passione, le sue mani sgusciano sotto la mia maglia, prima accarezzandomi il petto, poi stuzzicandomi i capezzoli, io faccio un lieve gemito, e lui lo prende come permesso di levarmi la maglia e avvicinare la bocca al capezzolo che aveva appena tirato, lo morde, lo succhia, lo lecca, io sento delle strane sensazioni, piacevoli, molto piacevoli, sento la sua mano scivolare sul mio membro coperto, e inizia a fare su e giù con la mano facendola strusciare, non posso non ansimare.
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||• Il mio migliore amico mi ama! •||
Romance-Salve, no non preoccupatevi non ho iniziato a fare storie etero! sarebbe troppo strano per me. Si questa è l'ennesima storia gay che scrivo, e che nessuno si calcolerà yeeeh. Questa storia ha come protagonista Jonathan, un ragazzo dai capelli corvi...