7) Debolezza

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Aprii gli occhi, scorsi il soffitto della mia camera color bianco latte, con delle crepe ai lati e una macchia scura vicino la finestra. Mi drizzai a sedere, toccandomi la tempia pulsante. Loki fece il suo cameo in camera mia con un vassoio.
«Ehi, ti sei ripresa.» disse, sorridendo dolcemente.
Sbattei le palpebre e guardai l'orologio. Erano le cinque del pomeriggio.

«Quanto sono stata incosciente?» chiesi piano.
Loki posò il vassoio sul comodino e mi toccò la fronte. «Hai ancora la febbre.»
Gli scostai la mano. «Sì, mamma. Ora rispondi!»
Mi pentii di quella mia uscita, perché ricordai di mia madre e dell'incidente.
«Un giorno intero. Nulla di grave. Bisogna solo far abbassare la febbre.» rispose, versando del tè nella tazza bianca.

Lo guardai stranita. «Che bel baby-sitter che sei.» borbottai. «Quale strana sostanza hai messo in quel tè? Un sonnifero? Un veleno? Dimmelo, ti prego, voglio prepararmi psicologicamente ed evitare di alzarmi dal letto, così non cadrò per terra di botto.»

Avevo il fiato corto e il mio cervello era in blackout. Non riuscivo neanche più a percepire il freddo. Dentro di me c'era il vuoto. Credetti perfino che, se mi avesse avvelenata, non avrei opposto resistenza. Poteva anche uccidermi. Non controllai nemmeno di avere ancora i poteri. Non m'importava.

«C'è solo tè... con un po' di miele.» rispose serio.
«La Marvel vorrà il copyright per questa battuta.» dissi a denti stretti.
«Cosa?»
«Niente, dammi qua!» preso la tazza e bevvi di fretta, ustionandomi la lingua. «Merda!»

Loki mise le mani avanti e riprese la tazza. «Aspetta.» poi ci soffiò sopra.
Io fissai il vuoto dall'altra parte della stanza, gli occhi e la bocca socchiusi.
«Mi dispiace per tutto, Ennie.» mormorò tristemente.
Storsi le labbra.
«Cosa hai intenzione di fare, ora?» chiese.
Sospirai, alzando gli occhi verso una statuina di Iron Man, rivolta verso di me col braccio alzato.
«Vado da papà.» risposi, continuando a sorseggiare il tè.
«Stark.» annuì. «Non credo che lui sarà molto felice di rivedermi. L'ultima volta non abbiamo avuto proprio un confronto amichevole.» ridacchiò.
Rimasi in silenzio. Loki apparve stranito. «Che strano. Di solito, dici "tu non vieni neanche morto!" o "chi ha detto che puoi venire con me?".» disse divertito.

«Non ho più niente da perdere. Sono stanca.» risposi fredda. «C'è qualcosa che non mi torna poi.»
Il moro mi guardò con aria interrogativa.
«Perché Patrick lo ha fatto? Perché? Per vendetta? E come sapeva dove trovarla?» socchiusi gli occhi, concentrata.

Strinsi la tazza bollente tra le mie mani gelate. «Vado da Tony. È l'unico che può aiutarmi. Non ho nessun al...» mi bloccai, pensando al fatto che avrei potuto offendere Loki.

«Lo capisco.» commentò lui.
Deglutii l'ultima goccia di tè, posai la tazza sul comodino e feci per alzarmi. «Faccio una valigia e vado da lui.»
«Non puoi andare ora. Sei malata.» replicò Loki alzandosi a sua volta.
«Non mi importa. La febbre non mi fermerà di certo.» lanciai dei colpi di tosse e presi il mio cellulare.

Gli ultimi messaggi inviati da Tony su Whatsapp erano gli auguri di Natale e un "abbi cura di te". Non sapevo se e quando avrebbe visualizzato il messaggio, così lo chiamai. Portai il telefono all'orecchio e attesi. Guardai Loki, nel mentre. La sua faccia era preoccupata, ma non abbastanza da farmi capire se fosse minimamente e veramente interessato ala mia incolumità.

«Ennie!» disse la voce di Tony dall'altra parte del telefono.
Sorrisi, rassicurata dal suo tono caldo e gentile. «C-ciao, To- cioè... papà. Come stai?»
«Bene, tesoro.» rispose. «Tu
Sospirai. «Bene, io... io ho bisogno di un favore. Ti disturbo, per caso?»
«È... è per la mamma
Ebbi un tuffo al cuore. «L-lo hai saputo?» cominciai ad avere gli occhi colmi di lacrime.
«L'ho saputo qualche minuto fa al notiziario. Volevo chiamarti, ma ho ricevuto parecchie telefonate dagli altri
Mi morsi il labbro inferiore, cercando di formulare una frase.
«Vuoi che venga a prenderti? Posso mandare Happy da te o...!»
«N-no, tranquillo. Verrò con un treno. Posso... posso restare da te per un po'?»
«Oh, tesoro, non dovresti neanche chiedermelo. Sai, cominciavo a sentirmi un solo soletto alcolizzato, in mezzo a questo branco di puritani
Risi di gusto. Mi mancavano le sue battute ironiche e il suo senso dell'umorismo. Non sapevo neanche se fosse molto educativo avere un padre che ti invogliava a bere.

Lanciai qualche colpo di tosse, cosa che né Loki né Tony si fecero sfuggire.
«Sei malata?» domandò mio padre.
«C-cosa? No! Sto bene, io...» lanciai altri colpi di tosse, abbastanza forti da ricevere lo sguardo severo di Loki.
«Ho solo un po' di febbre.»
«Non è il caso che tu venga fin qui con la febbre, Ennie. Posso mandare qualcuno a prenderti, ma ti proibisco di uscire e prendere mezzi con questo freddo

Sbuffai e fissai Loki negli occhi. Lui incrociò le braccia. «Okay, ehm... vengo da te appena guarisco, okay?»
Tony non rispose.
«Me la caverò, prenderò delle medicine e ti farò sapere, okay? Non voglio farti scomodare a mandare Happy o qualcun altro fin qui.»
«Sicura di voler restare sola

"Non sono sola."

«Sì, tranquillo. Grazie per... per tutto.» mormorai sorridendo.
«Sono sempre qui, se ne avessi bisogno, okay
Annuii, come se potesse vedermi. «Okay. Grazie... papà.»

Tirai su col naso e, dopo un ultimo saluto, riattaccai. Mi buttai a peso morto sul letto, il telefono ancora tra le dita.
«Appena starai meglio, ti porterò da lui.» disse Loki, alzandosi dal letto.
Annuii. «Sono una debole.»
Lui si voltò con aria interrogativa. «Solo per un po' di febbre? No, non lo sei.»
«Per tutto.» replicai, portandomi le mani al viso.
«Non è vero, Ennie.»
«Ti preoccupi tanto per me o per il...?» non terminai la frase, che sbuffai. «Scusa. Sono esausta.»
Loki mi prese la mano e la strinse alla sua.
«Non dici mai una parola.» commentai ridendo.
«Non so mai che dire.»
Feci spallucce.

Strinsi la sua mano, ma poi avvertii del pizzicore agli occhi. Per evitare che potesse vedermi, mi voltai e dissi: «Ora mi riposo un po'.»
Ci fu silenzio. Loki fece per alzarsi dal mio letto, con un sospiro. Sentii i passi del dio allontanarsi poco dopo e la porta accostarsi. Neanche controllai se fosse effettivamente uscito che scoppiai in lacrime, soffocando i singhiozzi grazie al mio cuscino premuto sul volto.

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Daughter of Tony Stark [2] - Dark LegacyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora