La mattina seguente mi dedicai alla mia armatura volante. Era da un po' che non ci mettevo le mani, così iniziai ad aggiornarla. Nel frattempo, attendevo notizie di Banner. Probabilmente, avrebbe voluto parlarmi.
"Spero non si ricordi di Loki." Dissi tra me e me.
«F.R.I.D.A.Y., avvia prova numero 21.» ordinai, piazzandomi lo zaino in spalla.
Apparentemente, sembrava uno zaino normale, pieno di libri. In verità, conteneva un paio d'ali ripiegate di metallo, in grado di spingere l'aria verso il basso e da permettermi di sollevarmi da terra e planare.«Devo valutare se occorre una coda o qualcosa simile, altrimenti non posso manovrare.» borbottai.
Prima che potessi testare la mia nuova macchina, la porta del laboratorio si aprì. Scesi dalla pedana di prova e ripiegai le ali.«Ehi, ti... ti disturbo?» domandò cauto Bruce.
«Oh, ehi. Tranquillo.» risposi sorridendo. «Come stai?»
Bruce si sfregò le mani. «Ero in pensiero per te. Io... io ho perso il controllo e...»
Mi avvicinai a lui senza il minimo timore e gli misi una mano sulla spalla. «So cosa vuol dire perdere il controllo, Bruce. Tranquillo. È tutto okay.»
Banner non parve convinto, ma abbozzò un sorrisetto.
«N-non hai paura di me o...?» balbettò con occhi da cerbiatto.
Scossi il capo, sorridendo.
«A cosa stai lavorando?» provò a dire lui.Mi voltai e gli mostrai la mia creazione. Bruce esitò. «Uno zaino tecnologico per... per evitare che ti possano pesare troppo le cianfrusaglie per scuola?»
Risi divertita. «No! Sembra uno zaino qualunque, ma...» lo indossai e premetti il pulsante sulla spallina, facendo spalancare le ali. «L'ho progettato per volare. La mia vecchia armatura si è praticamente distrutta e non c'era modo di riparlarla. Così, ne ho progettata una più sofisticata, facile da trasportare e da nascondere.»Bruce rimase colpito, ma lessi nei suoi occhi il rammarico. Mi avvicinai a lui e gli sorrisi. «Va tutto bene, Bruce.»
Banner indicò il cerotto sulla mia testa.
«Oh, questo? Uno scherzo. Da piccola sono caduta dalle scale e mi sono quasi rotta la mascella.» provai a dire. «Eppure... eccomi qua!»La porta del laboratorio si aprì e spuntò Tony con una tazza delle Stark Industries in mano. «Io mi sbucciai un ginocchio su una scogliera, qualche anno fa.»
Mi diedi un colpo in testa. «Questo sì che è grave.»
«Lo era. La scogliera era impregnata di una sostanza tossica.» replicò Tony.
Bruce alzò le mani e disse: «Okay, okay, ho capito. Io ehm... vado a terminare quel progetto.»
Guardai Tony, che parve confuso. Poi ebbe un'illuminazione. «Oh, sì, quel progetto. Prego, Banner.»Appena Bruce uscì dal laboratorio, guardai Tony negli occhi, occhi che divennero improvvisamente verde smeraldo. Trasalii. «Loki?»
Tony/Loki annuì. «Scusa per questo, ma... ho bisogno di te!»
«Ah-ah.» feci io. «Sai vero che Tony è in giro e che a Bruce verrà un infarto, se dovesse vederlo altrove, come se si fosse teletrasportato?»
Lui fece le spallucce. «Sì, ma ehm... avevo bisogno di venire da te. Non so come contattarti in questa struttura gigante.»
«Cosa succede?» domandai.
Loki tornò se stesso e mi prese per mano. «Ho trovato il modo di tornare ad Asgard senza bisogno del mio intero potere.»Dallo stupore sobbalzai, ma non in senso positivo. «Tornare ad Asgard? Cioè, aspetta, tu vuoi l'intero potere che hai concesso a me perché altrimenti saresti bloccato qui?»
Loki fece cenno di sì. «Avevo condiviso il potere dal momento in cui avevo pensato di reclutare nuove truppe al mio cospetto, per un attacco qui a New York, quindi...»
«Perché non me l'hai detto prima? E, soprattutto, non c'è un certo Heimdall che apre i portali per Asgard?»
Loki si rabbuiò. «Non... non risponde. Non ho idea di cosa gli sia successo. Forse è sparito.»Alzai un sopracciglio, poco convinta.
«Vieni fuori! Ti farò vedere che non sto mentendo.» esclamò Loki, prendendomi per il polso.
Scossi il capo. «No, okay, mi fido. Qual'è questo modo?»
Loki sorrise e tornò a prendermi per mano, conducendomi verso i sotterranei, dove Tony mi aveva sempre espressamente detto di non andare.Appena giungemmo alla grande porta d'acciaio, lui esitò. Io lo guardai negli occhi. «Che c'è?»
Loki sospirò e mi sorrise. «Niente. Andiamo! Uhm... conosci il codice?»
«Sì, ma... come fai a sapere che il modo per tornare a casa sia qui dietro?» domandai, ancora più confusa.
«Avverto del potere, oltre questa porta.» rispose serio. «Il Tesseract sta sprigionando energia ed è come se mi richiamasse a sé.»
Annuii. «Ed esso è collegato al portale per Asgard? Il Bifrost?»
«Più o meno. È complesso da spiegare.»"C'è qualcosa che non torna." Pensai.
«Puoi venire ad Asgard con me!» disse tutto d'un tratto Loki.
Sgranai gli occhi. «Cos...? No, non potrei, io...» esitai, quando a un tratto sentimmo dei passi provenire dalle scale principali.
Deglutii a fatica. «Se Tony mi becca qui, è la fine! Non ho il permesso di entrare. Ci sono cose top secret qua dentro!»
Loki fece spallucce e mi prese per mano. «Inserisci il codice, prima che arrivino. Farò in modo che non possano vederci.»
Non avevo idea di come avrebbe fatto, ma lo assecondai e digitai i numeri sullo schermo verde."Solo io e e Nick Fury siamo a conoscenza di questo codice. Posso davvero tradire così la loro fiducia?"
La porta di metallo gigante iniziò ad alzarsi da terra, concedendoci di passare, accucciati. I passi dalle scale si fecero sempre più vicini e l'ascensore stava per scendere a quel piano. Mi mancò il respiro, finché non premetti il pulsante di chiusura da dentro e la porta di metallo tornò ad abbassarsi il tempo necessario per non farci scoprire.
Dopodiché, tirai un sospiro di sollievo. «Il teletrasporto era troppo difficile da utilizzare?»
Loki si toccò la fronte. «Tuo padre non è così stupido, a quanto pare. Intorno a questa zona c'è un campo d'energia, forse elettricità, che non mi permette di ingannare lo spazio-tempo.»
«Oh, ha senso, sì.» ripresi fiato e mi guardai attorno. «Non sono mai entrata qui.»
Loki alzò un sopracciglio. «Hai il codice d'accesso.»
«Sì, ma... non ho mai disobbedito a mio padre, prima.» replicai, senza smettere di fissare il soffitto altissimo e i migliaia di oggetti e progetti mai terminati.
«Beh, parli col dio degli Inganni, quindi...» ridacchiò Loki. «...benvenuta nel mio mondo.»
Abbozzai un sorrisetto."Non è da me, ma se servisse per aiutare Loki, mi va bene."
Avanzammo lungo la stanza. L'odore di polvere e macchine vecchie mi tappò le narici. Guardai affascinata i vari pezzi di metallo arrugginiti, serviti a Tony per fabbricare le sue armature. Riconobbi l'elmo di Mark I, cosa che mi fece spalancare la bocca.
«Questa è l'armatura grazie alla quale Tony è riuscito a scappare dalla prigionia nel deserto.» spiegai a Loki. «Era stato catturato dai Dieci Anelli. Tra l'altro... credevo che ogni parte di Mark I fosse andato distrutto completamente.»
«A quanto pare, Tony ha conservato un souvenir.» disse divertito Loki.
«Già. Che meraviglia!»Non smisi di fissare ogni centimetro di quel sottosuolo, piuttosto grande per chiamarlo "semplice scantinato". Era come un enorme e vecchio garage, dove avrebbe potuto alloggiare perfino una nave.
Loki mi diede un colpetto alla spalla per richiamare l'attenzione. Dopodiché, indicò una struttura rialzata su un piedistallo color blu acceso.
«Quello è...?»
«Un portale alimentato dal Tesseract.» rispose il corvino sorridendo. «Il mio biglietto d'uscita.»————————————
STAI LEGGENDO
Daughter of Tony Stark [2] - Dark Legacy
FanfictionSequel del primo libro di "Daughter of Tony Stark".- Dopo circa tre mesi trascorsi nella sua nuova casa, la nuova sede Avengers, Ennie Stark aveva deciso di far visita a sua madre per raccontarle del suo soggiorno a New York e delle avventure trasco...