10) Vendetta

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«Beh, sapevo che il tuo potere fosse forte, ma non credevo così tanto forte!» esclamò Tony, passandomi un panno bagnato in fronte.
Non l'avevo mai visto prendersi cura di qualcuno così.

«Già, ma avendo interrotto la connessione nel mezzo della visione, il mio corpo ne ha risentito.» spiegai. «Soffre abbastanza pure quando non lo faccio.»
Tony ci pensò su. «Ed è Loki ad avertelo condiviso?»
Annuii.
Tony sospirò nervoso. «Ma perché?»
In risposta, feci spallucce. Non potevo raccontargli tutta la storia. Non potevo proprio.

"Stai difendendo il tuo aggressore? Colui che vuole riavere il suo potere e sarebbe disposto anche ad ucciderti?"

Però mi aveva anche salvato la vita. Non potevo dimenticarlo. Pensai che fosse cambiato sul serio, perciò lo difesi. Gli concessi il beneficio del dubbio e non dissi nulla a Tony.

«Sai che fine ha fatto dopo l'attacco alla sede di qualche mese fa?» chiese Tony.
Scossi il capo.
«Mh, merda.» borbottò. «Spero per lui che non si avvicini a te, o si ritroverà a prendere le sembianze di un cadavere.»
«Non credo si possa uccidere un dio.»
Ridacchiammo un po', finché non cominciai a chiedermi che fine avesse effettivamente fatto Loki.

Mi alzai dal letto e guardai Tony ancora un po' preoccupato. «Tranquillo.» dissi, stringendogli le mani. «So cavarmela, come hai potuto vedere.»
Tony si sporse un poco e disse: «Lo so, Ennie, ma in caso di necessità io... io ci sarò sempre, okay?»
Annuii e feci per abbracciarlo. Dio, quanto amavo quella sensazione!

***

«Ma sei cretino!» esclamai allargando le braccia.
«Il rosso mi dona.» stava dicendo Loki, ancora nei panni di Nat.
«Girovagare per la sede così! Se la vera Natasha tornasse, tu saresti morto.» dissi tra i denti.
«Uh, allora ti preoccupi, dolcezza?» sorrise lui/lei, sporgendosi per prendermi il mento tra le dita.

Sgranai gli occhi e agitai le mani in avanti, rossa in viso. «Mi fa strano che sia Nat a fare così.»
In risposta, lui/lei se la rise. «Saremmo due bellissime fidanzate!»
«Nat è come una zia per me, imbecille.»
Fece spallucce. «Incesto!» dopodiché, si tramutò in Tony. «Così ha ancora più effetto. Visto che ami tanto Tony Stark, posso far avverare un tuo desiderio con lui a sua insaputa, if you know what I mean.» cantilenò, facendomi l'occhiolino.

Arrossii fino alle orecchie, coprendomi la faccia con le mani. «Sei un maiale!»
«Eddai!» fece lui, atteggiandosi come Tony. «Il complesso di Edipo non è così tanto sottovalutato.»
Imprecai sottovoce. «Ma dove le hai lette tutte 'ste cose?!»
Loki/Tony se la rise. «Sai, la tua camera non è per gente indaffarata e io non dormo mai.»
«Hai letto tutti i miei libri?»
«Solo quelli con informazioni utili riguardo questo pianeta.»
«E il complesso di Edipo sarebbe una di quelle?»
Loki/Tony annuì.
Mi diedi un colpo in testa, dalla parte integra. «Sei tremendo.»

Loki tornò nella sua forma normale e piegò di lato la testa. «Non mi dispiaceva essere un geniaccio rompipalle.»
«Lo sei già, senza bisogno prendere le sembianze di mio padre.» replicai, facendo per uscire dalla stanza.
«Mi hai fatto un complimento?»
«No!»
«Geniaccio lo è.»
«Ma rompipalle no.»
«Dettagli.» rispose allegramente lui, piazzandosi di fianco a me, lungo il corridoio illuminato.
Alzai gli occhi al cielo. «Non restare così esposto!» poi lo presi per un braccio, trascinandolo fino alla mia stanza.

Controllai che Tony non fosse nei paraggi e spinsi Loki all'interno, chiudendo a chiave la porta. «Qui sei al sicuro, credo. Né Happy né Pepper vengono mai qui, tantomeno Tony, senza il mio consenso.»
Loki annuì sbalordito.
«Alloggeremo qui per poco, il tempo necessario per capire cosa vuole il mio patrigno e perché ha fatto quello che ha fatto.» ammisi, accendendo il mio computer.
«Sarà stato per vendetta.»

Digitai il giorno dell'accaduto e cercai qualsiasi tipo di informazione utile su Patrick. «Non m'importa. Voglio solo che venga punito per questo!»
Loki si sedette accanto a me. «Non dovresti immischiarti. Potrebbe accaderti qualcosa.»
Lo ignorai, continuando a digitare.

«Ne hai parlato con Tony?» domandò Loki.
Sbuffai una risata. «No, cioè... ha visto i telegiornali, fine. Non credo neanche gli interessi molto. In fondo, mia madre era solo una fiamma del momento, if you know what i mean.» risposi sarcastica.

Il corvino si passò una mano tra i capelli e tornò a replicare. «È troppo pericoloso, Ennie.»
«Devo vendicarla.»
«No, tu devi restare al sicuro.»
«Lo sarò non appena quel pezzo di merda avrà pagato per ciò che ha fatto!»
Loki abbassò lo schermo del mio portatile. «Non posso permettere che tu metta la tua vita a rischio.»

Alzai il capo, nervosa. «Perché? Perché se morissi non potresti più riavere il tuo stupido potere?!» esclamai infastidita.
Loki non esitò un istante a dire: «Non intendevo questo.»
Io però ero al limite della sopportazione. «Sai che c'è? Riprenditelo pure!» sbraitai, alzandomi in piedi. «Mi sta facendo impazzire, mi provoca forti emicranie e dolori al corpo, da quando sono piccola, e in più ho sempre faticato a dormire e ad avere una vita normale. Perciò... perciò riprenditelo!»

Mi aspettai che Loki facesse una delle sue mosse per "prosciugarmi" il potere, e invece rimase seduto a guardarmi.
«Ho perso mia madre e non ho più una casa dove tornare!» continuai, avvertendo gli occhi pizzicarmi. «Non posso alloggiare sempre qui! Non sono altro che un errore, lo capisci? Potrei infastidire Tony e Pepper, ora che sono a un passo dallo sposarsi praticamente. Non voglio essere d'intralcio per gli Avengers, tantomeno ora che si sono sciolti. Non posso neanche vivere per sempre con l'odio nel sangue. Io... io ho bisogno di vendetta.»
La testa iniziava a pulsare a ogni battito forte del mio cuore. Avrei voluto gridare con tutto il fiato in corpo.

Quella reazione mi aveva provocato spossatezza. Me ne pentii subito dopo. Barcollai in avanti e tornai a sedermi sul letto, scansando il computer.
«S-scusami.» mormorai.
Loki mi prese delicatamente la mano e mi guardò negli occhi. «È okay. Anche io perdo la pazienza, qualche volta. Solo che, a differenza tua, delle volte uccido per calmarmi.»

Non avrei dovuto, ma risi. Non appena mi avvicinai a lui, mi strinse in un abbraccio, facendomi lacrimare ancor di più.

"Piangere è davvero per persone deboli? Oppure è per quelle persone che sono state forti troppo a lungo?"

Gettai il viso nell'incavo tra il collo e la spalla di Loki e chiusi gli occhi. Ero troppo stanca per continuare. «Resti qui con me?» domandai.
Loki sussultò. «S-sì, certo.»
Mi asciugai una guancia con il palmo della mano e feci per alzarmi.
«Okay, ehm... mi faccio una doccia.»
Loki annuì, leggermente imbarazzato.

Non so quale atomo del mio corpo lo volesse, ma presi la mano del corvino e lo feci alzare, dicendo semplicemente: «E la fai pure tu.»
Incredibile, ma vero, Loki divenne più rosso d'imbarazzo di me.

***

Daughter of Tony Stark [2] - Dark LegacyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora