Capitolo 4

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Harry spegne il registratore vocale e cade all'indietro sul cuscino, stiracchiando il braccio non infortunato dietro la testa. Ha appena finito di dettare parola per parola il suo articolo su Rihanna ad uno stagista così che possa batterlo al computer più tardi.
La sua spalla sembra andare meglio, ma sta ancora indossando il tutore ed è del tutto inutile in ufficio davanti al computer.

Gli spunta un sorriso se pensa a quanto è stata divertente l'ultima intervista. Sta iniziando pian piano a ricordarsi perché ama così tanto la scrittura e dei motivi che lo hanno portato, inizialmente, a intraprendere la carriera di giornalista. Riesce a sentire l'ispirazione e l'entusiasmo scorrere di nuovo nelle sue vene come li sentiva all'inizio, quando era ancora uno studente.

Il suo obiettivo adesso è solo quello di rilassarsi un po', chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dai suoi pensieri e, non per la prima volta, la sua mente ritorna a quello che è successo l'altra sera a casa di Louis. Non si sono visti né hanno parlato da allora, Harry era dovuto uscire presto la mattina per farsi fotografare fuori dall'edificio e Louis, nel frattempo, era rimasto a letto, al sicuro dietro la porta chiusa del suo appartamento.

Solo al ricordo di quello che era successo le guance di Harry diventano rosse e la sua faccia va a fuoco.
Sa che è stata una terribile idea concedersi a Louis in quel modo, ma se potesse tornare indietro, non è sicuro che cambierebbe le cose. Non riesce a smettere di pensare agli occhi di Louis, a quanto fosse intenso quello sguardo che non lo ha abbandonato per un attimo. E non riesce nemmeno a smettere di pensare alle mani di Louis, piccole e delicate ma al tempo stesso esperte. Quelle mani che lo avevano toccato come se lo avessero già fatto migliaia e migliaia di volte prima di quel momento. Il suo cazzo sembra aver gradito il pensiero e il riccio si trova costretto a smorzare un gemito internamente, anche perché al momento non riuscirebbe a prendersi cura di se stesso così bene come aveva fatto Louis. Era stato così bravo che gliel'avrebbe anche lasciato rifare, probabilmente.

Harry non riesce a credere che sta davvero dando corda a questi pensieri. Non è nemmeno il tipo da una botta e via. Louis si sbaglia di grosso quando dice che il sesso tra due persone non significa nulla. Giusto? Harry sa di avere ragione, ma cazzo, c'è una piccola parte di lui che vorrebbe assolutamente dare retta a Louis, anche solo per avere una scusa per replicare una serata come quella.
Da contratto non sono tenuti a vedersi per qualche giorno ed Harry sa che, probabilmente, è una buona cosa per entrambi, considerando lo stato in cui si trova al momento.

Scuote la testa per provare a riprendere il controllo dei suoi pensieri, quando non ci riesce fa l'unica cosa che sa di per certo distoglierà la sua mente da qualsiasi fantasia sessuale: chiamare sua madre. Anne risponde al terzo squillo, chiaramente felice di sentirlo.

"Era ora che chiamassi la tua povera mamma." Rimprovera il figlio, anche se si percepisce dalla voce che sta sorridendo. "Come va la spalla? Ho visto le tue foto online con il tutore. Povero bambino mio."

That Sounds Fake But Okay || Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora