Venerdì 25 gennaio
La campanella che indicava la fine delle lezioni era appena suonata ed Elia si catapultò fuori dall'aula con Martino e Giovanni al seguito. Andarono fuori la struttura e lì si fermarono ad aspettare Niccolò e Luca. Successivamente, come loro solito, si diressero verso il Baretto, pronti per un torneo di biliardino.
- "Regà quali sono le squadre?" - chiese Giovanni
- "Facciamo come la scorsa volta?" - propose Martino
- "No eh. Io oggi gioco. Non me frega niente" - avvisò Luca posizionandosi già di fianco al biliardino e appoggiando le mani sulle stecche.
- "Prendi il mio posto. Dopo però voglio giocare anche io" - disse Elia sedendosi su una panca lì vicino.
- "Perfetto. Oggi però sto con Marti. L'ultima volta che l'ho sconfitto non mi ha parlato per un'ora" – disse Niccolò girandosi verso il suo fidanzato che in quel momento aveva appena spalancato la mascella.
- "Ma non è vero!" - il rosso si mise al suo posto e i quattro ragazzi iniziarono a giocare mentre Elia li guardava.
Stanco ormai di seguire il gioco, prese il telefono e iniziò a girovagare tra la home di Instagram. Il suo sguardo si fermò quando, tra le persone suggerite, notò una chioma ossigenata ormai a lui familiare.
Elia dopo un attimo di esitazione, iniziò a seguire Filippo.
Se ne pentì quando, venti minuti dopo, non aveva ancora ricevuta nessuna notifica da parte sua.
- "Zì, t'apposto?" - la voce di Gio gli fece alzare lo sguardo dal telefono.
- "Si sì perché?" -
- "Stai fissando il telefono da un po' ormai. Aspetti il messaggio di qualcuna?" - Elia, preso alla sprovvista, si fece scappare una piccola risata che poi fermò subito.
- "Ehm...no" -
- "C'hai pensato però, che ci nascondi?" - Luca lasciò il suo posto e si mise di fronte all'amico.
- "Che vi dovrei nascondere?" - il ragazzo ormai non riusciva più a trattenere la sua risata imbarazzata. Luchino allora si girò verso Giovanni e i due dopo essersi guardati per dei secondi, si buttarono a capofitto sul telefono del moro.
- "Oh zì dammelo" - Elia si alzò di scatto dalla panca e cercò di riprendersi il cellulare, ora nelle mani di Luca, ma fu trattenuto dalle braccia di Gio.
- "Qual era la password? Tre cinque...e poi?" -
- "Quattro due" - lo informò Giovanni. Luchino sbloccò il cellulare, però non riuscì a vedere cosa si nascondeva al suo interno che subito dopo qualcuno glielo strappò dalle mani.
- "A 'nfame! Devi stare dalla nostra parte" - Luca si girò verso Martino che stava ridando il cellulare al suo legittimo proprietario.
- "Regà ma che c'avete cinque anni? Se vuole dircelo, ce lo dice. Lui sa che noi siamo qui ogni volta che vuole" - Martino accennò un sorriso verso Elia che ricambiò all'istante.
Il ragazzo allora, andò a risedersi sulla panca e appena appoggiò il cellulare sulle gambe, vide lo schermo illuminarsi, esattamente come il suo viso in quel preciso momento.
"Filippo Sava ha chiesto di seguirti" Elia controllò un infinità di volte il cellulare per essere sicuro di quello che aveva visto. Non appena capì che in effetti fosse tutto vero, sbloccò di fretta il telefono e accettò la richiesta. Quando alzò lo sguardo, notò Giovanni che, con la coda dell'occhio, lo guardava, sussurrando qualcosa nell'orecchio di Luca.
- "Mi potete spiegare perché vi preoccupate così tanto della mia vita sentimentale?" – dal tono di voce che aveva utilizzato, si poteva capire il fastidio di Elia.
- "Lo sai perché. È passato tanto tempo e tu non sei ancora andato avanti" -gli rispose Gio avvicinandosi a lui.
- "Vedi che sto continuando con la mia vita" -
- "Si, ma è quasi un anno che non concludi nulla con le ragazze" –
- "Ma dobbiamo parlarne per l'ennesima volta?" - Elia sbuffò.
- "No zì, se non vuoi no. Però devi capire che non puoi continuare così" - Giovanni si sedette al suo fianco e gli appoggiò una mano sulla spalla.
- "Vuoi venire a giocare?" – Niccolò cercò di cambiare argomento.
- "No grazie, ora devo andare. Ci vediamo domani" - prese le sue cose, salutò velocemente i ragazzi e poi tornò a casa. Appena entrò si diresse in camera sua, buttò lo zaino e il giubbino sulla sedia e si stese sul letto.
Passò quel che rimaneva del pomeriggio guardando serie TV, fin quando non arrivò l'ora di mangiare. Sua madre stava per tornare dal lavoro, preferiva farle trovare la cena pronta.
Andò verso la cucina e iniziò a cuocere la pasta, erano passati anni dalla prima volta che aveva acceso i fornelli e con il passare del tempo era diventato bravo e infatti, quando poteva, coglieva l'occasione di cucinare con sua madre in modo da imparare qualcosa. Mentre era intento a girare la pasta sentì il telefono suonare, lo accese e vide un messaggio da parte di Filippo.
Il cuore di Elia perse un battito. Lasciò quello che stava facendo e aprì il messaggio:" Ehi, scommetto che sei fuori da qualche parte a fumare"
Era arrivato il momento di sfruttare le sue capacità, e così scrisse: "Sbagliato, sto cucinando"
"Quindi eri serio l'altro giorno..."
"Ovvio, sono un ragazzo dalle mille risorse" Mentre aspettava una risposta dal ragazzo, si girò verso la pasta, rimasta ancora sul fuoco, e la scolò.
"Ti stai pavoneggiando Santini?" Elia si immaginò la voce di Filippo dire il suo nome con quel tono di sarcasmo che usava spesso.
"Forse"
"Senti volevo chiederti, domani c'è l'inaugurazione di questo nuovo bar, ti va di andare? Magari chiedi anche ai ragazzi se vogliono venire" Un sorriso spuntò sul viso di Elia, non poteva farci nulla, era incontrollabile.
"Va bene, dove?" posò il cellulare sul tavolo, non voleva dare l'idea di essere lì sulla chat ad aspettare una sua risposta.
Intanto sentì la porta di casa aprirsi e vide sua madre, stanca e strutta, togliersi il giubbino.
- "Ehi, che stai facendo?" – sua madre si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia.
- "Ho appena finito di cucinare" –Elia si girò verso il piano della cucina e aggiunse il sugo alla pasta, dopo di che la mise nei piatti e li portò a tavola.
- "Non dovevi, vado a lavarmi un attimo le mani e arrivo" - sua madre sparì dalla vista e a quel punto si girò verso il telefono, dove poco prima gli era arrivata una notifica. Aprì il messaggio e vide scritto il luogo di incontro per il giorno successivo.
" Ci vediamo fuori a fumare allora" rispose Elia aggiungendo un sorriso a fine frase.
"Ci conto" i due ragazzi si salutarono e a quel punto Elia posò definitivamente il cellulare, pronto per passare del tempo con sua madre. Sentiva che forse le cose iniziavano ad andare per un verso giusto, era pervaso da un pizzico di felicità che gli aveva decisamente migliorato la giornata.
Nonostante una parte di sé volesse proteggerlo da possibili delusioni, desiderò di vivere altri piccoli momenti come quello, migliorando passo dopo passo, sentendo ogni volta una nuova emozione nascere in lui.
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ultima (e definitiva) modifica: 03/05/2020
-Sab
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Stereotipi|Elippo|SKAM ITALIA
FanfictionCapitolo 1-Accendino- "Erano trascorsi mesi da quando i quattro ragazzi non passavano una serata in completa armonia e serenità, circondati dalle persone che amavano. Elia osservò i suoi amici e, vedendo i sorrisi stampati sui loro volti, desiderò b...