Capitolo 15 -Diciotto-

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Giovedì 11 aprile

Era arrivato il giorno del suo compleanno eppure Elia non ne era entusiasta. Aveva già spiegato a tutti i suoi amici che non aveva la minima intenzione di festeggiare.

Quel giorno il ragazzo si svegliò come ogni mattina per andare a scuola, si preparò e si diresse al liceo con la sua moto. All'entrata tutti i suoi amici erano raggruppati ad attenderlo.

Appena li vide scoppiò istintivamente a ridere. Corsero verso di lui e lo assalirono abbracciandolo e dandogli pacche sulle spalle.

- "Sono 18 cazzo!" – urlò Giovanni nel momento in cui lo vide.

- "Auguri zì" – disse Niccolò dandogli due baci sulla guancia.

- "Grazie regà. Ora fatemi respirare" –

Elia si distaccò dai suoi amici ma, non appena riprese fiato, Silvia Mirabella gli saltò addosso tempestandolo di baci sulle guance e augurandogli buon compleanno.

-"Grazie Silvia" – rispose gentilmente.

I festeggiamenti furono interrotti dal suono della campanella e grazie ad esso Silvia lasciò andare il ragazzo.

- "'namo a fa' sta versione va" – disse Martino mettendo un braccio intorno alla spalla di Elia.

- "Santini sei una sfigato anche il giorno del tuo compleanno!" – urlò Luchino dietro di lui.

Elia gli fece il medio e poi entrò dentro scuola sperando che quelle ore passassero il prima possibile.

E fu esattamente così. Dopo cinque ore, uscì da quella struttura e si ritrovò nel cortile d'ingresso, pieno di ragazzi e professori che stavano uscendo dopo la fine delle lezioni. Ma, come sempre, riuscì a distinguere una testa colorata tra tutti quanti.

E senza pensarci, perché non c'era più nulla a cui pensare ormai, si avvicinò verso Filippo e gli prese la mano.

- "Auguri" – sussurrò Filippo. Elia sorrise, non poteva fare altrimenti.

- "Sai... penso che sia arrivato il momento giusto" - disse guardandolo negli occhi. L'altro ragazzo capì perfettamente cosa intendesse.

Il moro cinse i fianchi di Filippo con le braccia. Appoggiò la guancia sulla spalla riuscendo a sfiorare il mento dell'altro ragazzo con il naso. Fece un respiro profondo.

Il profumo di Filippo giunse fino ai suoi polmoni ma, in verità, gli sembrò di averlo dappertutto.

Filippo gli lasciò un bacio sulla nuca e lo strinse più forte che poteva. Posò la sua guancia tra i capelli di Elia.

Senza saperlo, entrambi i ragazzi si persero nel profumo dell'altro. Probabilmente era grazie al vento che sapeva di libertà oppure era semplicemente l'amore che faceva battere i loro cuori all'unisono.

-"Ci staranno guardando tutti" – sussurrò Filippo.

- "Falli fare" – pronunciò Elia.

Aveva ricevuto così tanti abbracciati durante quella mattina, ma le braccia di Filippo erano le sue preferite. Voleva rimanere lì per sempre. Eppure non tutto va sempre come si spera. I due ragazzi dovettero staccarsi ben presto.

Elia sciolse la presa e si guardò intorno. Tutti i ragazzi e le ragazze della scuola li guardavano di sottecchi pronti a mormorare qualche parole con i compagni che erano al loro fianco.

Elia si sentiva esposto, sapeva che presto si sarebbe parlato di lui in giro. Ma una cosa lo rincuorò. Tra tutte quelle facce che erano pronte a parlare di lui, vi erano i suoi amici. Stavano sfoggiando il loro miglior sorriso e questa era l'unica cosa che importava ad Elia.

Stereotipi|Elippo|SKAM ITALIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora