Capitolo 13-Una semplice giornata-

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Martedì 26 marzo

Elia doveva ammetterlo. Aveva passato mesi e mesi a criticare il progetto "Radio Osvaldo" eppure, adesso, le cose erano cambiate.

Ogni martedì si ritrovava in una stanza con le mura ricoperte da cartoni delle uova e circondato da persone con cui prima non si sarebbe mai immaginato. Anche lui aveva iniziato a fare qualche lavoretto per la radio. A volte si sedeva di fronte al mixer in modo da regolare tutti i suoni altre volte, invece, andava lì solo per divertirsi e passare un po' di tempo con i suoi amici. E così iniziò a trascorrere molto tempo in quel corridoio dedicato interamente alla radio. 


C'erano giorni in cui andava nella stanza accanto allo studio di registrazione per fare i compiti, o almeno era quella l'intenzione. In realtà finiva con scherzare con Luchino ogni due secondi, dando fastidio alle ragazze. 


Grazie alla sua simpatia, Elia era riuscito a legare anche con loro, nonostante qualche volta era capace di vedere segni di disapprovazione negli occhi di Sana, l'unica delle cinque ragazze con cui non era ancora riuscito ad avere un grande rapporto.

Quel martedì pomeriggio lo stava passando in compagnia dei suoi amici, chiusi in una stanza a far finta di studiare.

- "Secondo me stai sbagliando tutto, il procedimento è completamente diverso" – disse Giovanni mentre sorseggiava un caffè e guardando dall'alto gli esercizi di matematica di Elia.

-"E come devo fare?"- domandò il ragazzo con un tono chiaramente disperato.

- "Se te lo dico non ti aiuterò affatto. Devi arrivarci da solo" –

- " Non hai pensato che forse il motivo per cui sono qui è perché non ne sono capace e che quindi ho bisogno di un aiuto?" – disse Elia con una mano tra i capelli come se li stesse per strappare da un momento all'altro per la disperazione.

- "Non ci arrivi?" – Giovanni lo guardò con le sopracciglia corrucciate, nella speranza che il ragazzo potesse capire una volta per tutte la matematica.

- "No, ti ho detto di no. Perché non me lo spieghi e basta?" –

- "Zì, c'ho provato. Io non sono un genio in materia"- rispose il riccio arrendendosi definitivamente e buttandosi sulla sedia più vicina.

-" Sana è molto brava. Lei saprà aiutarti. Vado a chiamarla" –Martino prese parola dopo essere rimasto a guardarli per un lungo tempo.

- "Stai scherzando? Mi odia" –

- "Non ti odia, è fatta così. Torno subito" - Martino sparì dietro la porta lasciando Elia da solo con i suoi esercizi di matematica e con Giovanni che non era affatto d'aiuto.

Pochi minuti dopo il rosso ritornò affiancato da Sana.

- "Allora...che volete?" - disse la ragazza con le braccia incrociate.

- "Elia avrebbe bisogno di qualcuno che gli dia una mano. Potresti farlo tu?" - spiegò Martino. La sua voce la stava supplicando.

- "Che ci guadagno?" -domandò lei.

- "Tanta gratitudine da parte mia?" - rispose Elia nella speranza di ricevere l'aiuto necessario.

- "Peccato, non è abbastanza" -Sana si girò per tornare verso lo studio di registrazione.

- "Aspetta. Ti va un caffè. Che ne dici?" -

-"Non mi servono i tuoi soldi" – la ragazza si sedette controvoglia di fianco ad Elia.

- "Lo so, era per ricambiare il favore" –

- "Non serve, ma grazie" -

- "Io e Giovanni andiamo in studio" - li avvisò Martino che indicò con i pollici la porta dietro di sé.

Stereotipi|Elippo|SKAM ITALIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora