Capitolo 11 -Meglio di un film-

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Domenica 10 marzo 

La mattina dopo Elia si svegliò con ancora gli occhi pesanti. Sembrava che quelle poche ore in cui aveva dormito non fossero mai esistite, del tutto cancellate dalla festa della sera precedente. 

La stanza era illuminata dalla poca luce naturale che entrava dalla finestra. Le nuvole, infatti, ricoprivano il sole quel giorno apparentemente inesistente mentre gli ultimi residui di pioggia cadevano dalle grondaie, infrangendosi sul vetro e riproducendo un picchiettio che sembrava non finire mai. 

Con gli occhi ancora chiusi, Elia si perse in quel suono nella speranza di riuscire a riaddormentarsi. Ma ormai il suo cervello stava già elaborando pensieri e idee, senza trovar pace. Stava pensando a quanto fosse incredibile come un solo gesto potesse completamente cambiare il futuro di una persona.

 Aveva passato un intero mese a non fare nulla o meglio a fare sempre le solite cose che ormai non gli provocavano più nessuna emozione. Poi una sera senti che è cambiato tutto, ti trovi catapultato in un altro mondo con nuove emozioni e altre persone al tuo fianco. Ma in realtà sei sempre lì con le stesse persone, stessi luoghi, stesse cose. Solo una cosa è cambiata: tu. Cambi grazie a un solo gesto, a una sola parola. 

Ed è in questi momenti che si capisce l'importanza di fare quel che ci piace, di cogliere l'attimo perché quell'occasione potrebbe non capitarci più e sparire per sempre. Era quello che era successo ad Elia. 

Si sentiva su un altro pianeta del tutto diverso rispetto a quello di ieri, che era capace di fargli vedere il mondo da un punto di vista diverso, del tutto nuovo. Il ragazzo si stava perdendo per la millesima volta nei suoi pensieri. Decise quindi di alzarsi dal letto e andare verso la cucina.

Nel tragitto però, fu fermato da ciò che vide nel suo soggiorno. Bottiglie d'alcol erano sparse per tutta la stanza e mozziconi di sigarette traboccavano dai posaceneri finendo per essere sparsi sul tavolo. Il cibo era frantumato in mille briciole sporcando tutto il tappeto che ricopriva la maggior parte del pavimento della stanza. Elia sbuffò all'idea di tutto il lavoro che avrebbe dovuto fare, ma per quel momento lasciò stare. Aveva bisogno di un caffè.

Lasciò perdere tutto il casino Nel soggiorno e andò in cucina per fare colazione. Qui si sedette al tavolo e, mentre sorseggiava il suo caldo caffè, iniziò a guardare Instagram. Storie della sera precedente invadevano la sua home. Persone ubriache fradice che si divertivano nel soggiorno di casa sua, foto di ragazze che vomitavano nel bagno, video di ragazzi che preparavano le canne sul tavolo della cucina. 

La serata era degenerata, ma a lui non importava. Ne valeva la pena. Anche se doveva ripulire tutto quel casino da solo, Elia era lo stesso contento.

Finalmente aveva rivisto Filippo e aveva trascorso del tempo con lui, tra le quattro mura della sua camera. Mentre tutti quanti stavano facendo festa, loro due si chiusero lì dentro a parlare di tutto quello che avevano fatto durante quel mese.

I ragazzi erano entrambi seduti sul letto con le gambe incrociate, uno di fronte l'altro. Filippo stava giocherellando con un elastico che portava al polso e intanto Elia lo osservava compiere quel gesto ripetitivo.

- "Allora... che ci fai qui?" - gli chiese il moro dando voce alla sua curiosità.

- "è tutta colpa di Eva. Io me ne stavo tranquillo a casa mia fin quando è arrivata lei" -

- "E guarda caso sei arrivato qui" - Elia, nonostante la stanza poco illuminata, riuscì a vedere un cenno di sorriso sul viso di Filippo.

- "Il mondo è piccolo e di conseguenza le feste sono poche" -

- "Guarda che puoi ammetterlo che sei venuto qui solo per un motivo" -

- "Eh sì... ho saputo che l'alcol qui non mancava, così ho pensato di fare un giro" –

Stereotipi|Elippo|SKAM ITALIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora