Mercoledì 3 aprile
Aveva finalmente preso una decisione. Doveva parlarne con qualcuno. Sentiva il bisogno di far diventare quella relazione un po' più reale. Doveva scoppiare quella bolla in cui si era rinchiuso portando con sé anche Filippo. E la prima persona con cui decise di parlare era Martino.
L'unico che in quel momento potesse capirlo davvero, che esattamente come lui era passato dalla confusione, all'accettazione dei suoi sentimenti fino ad arrivare alla paura. Paura della società in cui vive, paura che un giorno dovrà affrontare faccia a faccia qualcuno che lo disprezza, che disprezza il fatto che sia capace di amare incondizionalmente qualsiasi persona, andando aldilà del sesso, del genere.
Elia aveva capito che doveva uscire allo scoperto, perché non ce la faceva più a non poter baciare liberamente Filippo davanti a tutti, non voleva più far finta di essere un semplice conoscente quando si trovavano in mezzo a una folla e di dover sempre aspettare il momento giusto per guardarlo anche solo per un istante, solo per vederlo parlare con i suoi amici o vedere se, alle volte, anche Filippo lo stesse cercando tra la gente per poi poterlo baciare con un solo sguardo.
Voleva vivere il suo amore in pace, alla luce del sole nonostante tutto ciò che comportava, discussioni, risse. Sapeva che ciò che stava provando per quel ragazzo era più forte di tutto quello che gli faceva paura.
Così un giorno, quando non ce la faceva più a tenere tutte quelle emozioni solamente per sé, decise di andare sotto casa di Martino, pronto per parlare con lui. Suonò il citofono ed attese impaziente il ragazzo. Non appena scese, i due andarono in un parchetto lì vicino e si sedettero ad una panchina.
Elia iniziò ad osservare i ragazzini che avevano deciso di sfruttare la prima giornata di sole per scendere in piazza a giocare. Improvvisamente gli venne in mente di tutte quelle volte in cui da piccolo si incontrava proprio in quel parco con Martino, per fare esattamente ciò per cui quei ragazzini erano lì.
Erano capaci di passare tutte le ore in quel luogo, aspettando l'arrivo del tramonto per poi fermarsi a prendere un gelato al loro bar di fiducia dove un vecchio signore li trattava come se fossero suoi nipoti. Infine tornavano a casa quando le prime stelle riuscivano a vedersi nel cielo.
Era un ciclo continuo. Scuola, parco, gelato, casa. E si ripeteva fino all'infinito, anche se litigavano, loro si ritrovavano allo stesso parco. Tutti i giorni.
Fin quando non arrivò il primo superiore. Il cambio di scuola, le nuove amicizie, cambiarono tante cose eccetto una, la loro amicizia. Forse non si ritrovavano più tutti i giorni per giocare a calcio, forse non andavano più alla gelateria, non tornavano più a casa insieme e molto probabilmente non parlavano neanche tutti giorni. Ma loro c'erano l'uno per l'altro, ognuno dava il giusto tempo all'altro, senza fretta, senza pretese.
Quando dovevano parlare, loro c'erano.
Fu così anche quel giorno. Elia e Martino tornarono indietro di cinque anni. Stesso parco, seduti sulla stessa panchina di fronte allo stesso campetto di calcio. Non era cambiato nulla tranne per l'erba rovinata e le panchine piene di scritte.
- "è da un po' che non venivamo qui" – disse Martino osservando come quel posto non era cambiato affatto, o almeno non ai suoi occhi.
- "Già, sai che il bar dove andavamo sempre è ancora aperto? Non me l'aspettavo" – Elia prese una sigaretta. Doveva distrarre le sue mani dal bracciale che portava al polso o altrimenti ben presto si sarebbe ritrovato senza mano.
- "Chissà se Aldo è ancora lì" – disse il rosso girandosi verso il bar in lontananza.
- "Dopo possiamo andarci per un gelato" -
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Stereotipi|Elippo|SKAM ITALIA
FanfictieCapitolo 1-Accendino- "Erano trascorsi mesi da quando i quattro ragazzi non passavano una serata in completa armonia e serenità, circondati dalle persone che amavano. Elia osservò i suoi amici e, vedendo i sorrisi stampati sui loro volti, desiderò b...