Venerdì 8 marzo
Aveva perso il conto dei giorni, delle settimane. Era più di un mese che non lo vedeva, che non ascoltava la sua voce o che non aveva sue notizie. Elia avrebbe voluto chiedere di lui, ma era consapevole che la cosa potesse risultare strana.
I cinque ragazzi si trovavano tutti quanti a casa di Elia in occasione di un torneo di FIFA.
-"Allora, facciamo così. Prima si sfidano Niccolò e Luchino e poi Giovanni e Martino. I due che vincono faranno un'altra partita e il vincitore mi sfiderà"- spiegò Elia ai suoi amici.
- "Fammi capire e perché te sei l'unico che fa solo 'na partita e sei già in finale?" –Luca prese parola per chiarire i suoi dubbi.
-"Beh mi pare ovvio no? Perché sono il più forte"-
- "E ce credo, sono settimane che non esce e sta chiuso in casa davanti alla play" – rispose Martino indicandolo con una mano e parlando al suo fidanzato.
- "V'ho detto che so' stato a casa pe' studià, no per l'altro" – Elia alzò gli occhi al cielo.
- "Io non ce credo, a scuola non stanno più interrogando e te non ti sei fatto vedere neanche il sabato sera" - lo accusò Giovanni.
- "Regà, poverino. Lasciatelo stare" - disse Niccolò prendendo le difese del ragazzo.
- "Ecco, l'unico che mi capisce" - Elia alzò la mano dandogli il cinque.
- "Facciamo 'na cosa, per farmi perdonare domani andiamo tutti a casa di mio padre, tanto non ci sta" - il ragazzo aspettò la risposta dei suoi amici che intanto erano rimasti sbalorditi dalla proposta.
- "Zì facciamo una festa assurda!" –urlò Luca alzandosi istintivamente in piedi dal troppo entusiasmo.
- "Non ci pensare neanche. L'ultima volta solo tu mi hai distrutto mezza casa" – Elia accompagnò la frase scuotendo la testa in segno di negazione.
- "Dai invitiamo una decina di persone, giusto gli amici più stretti" –Giovanni si avvicinò al ragazzo mostrandogli il suo sorriso migliore. Elia a quel punto passò lo sguardo tra i due ragazzi fino ad arrivare a Martino e Niccolò.
Si soffermò in particolare su quest'ultimo chiedendogli con lo sguardo un'opinione. Lui in risposta scrollò le spalle non avendo la minima idea di cosa fare. Elia allora sbuffò ed è qui che i ragazzi capirono che aveva ceduto alla loro proposta.
- "Regà mi fido eh. Niente cazzate" - Elia cercò di dare delle raccomandazioni ai suoi amici, ma le loro grida fecero sì che tutte le parole che stava pronunciando non arrivassero alle loro orecchie.
- "Non ti preoccupare. Facciamo che me la vedo io" - parlò Luca.
- "No, facciamo che te stai fermo" – gli rispose Martino mettendogli una mano sulla spalla e facendolo risedere sul divano.
- "Oh ma non me fate fare mai nulla, incredibile" – blaterava Luchino fra sé e sé.
- "Zì, domani andiamo a prendere da bere e poi tutti a casa mia. Ora possiamo iniziare la partita?" –
-"Si. Luchì tocca a noi. Pronto?" – Niccolò prese i joystick e uno lo porse al suo avversario.
- "Avoja" –
-"Secondo me vince Niccolò" – sussurrò Elia nell'orecchio di Giovanni.
- "Me pare ovvio" – rispose il riccio ridendo.
I ragazzi passarono la sera a casa di Elia, recuperando tutto il tempo che avevano perso in quelle settimane. Il giorno dopo arrivò presto e il gruppo di amici si ritrovò di fronte le porte del loro bangla di fiducia.
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Stereotipi|Elippo|SKAM ITALIA
FanfictionCapitolo 1-Accendino- "Erano trascorsi mesi da quando i quattro ragazzi non passavano una serata in completa armonia e serenità, circondati dalle persone che amavano. Elia osservò i suoi amici e, vedendo i sorrisi stampati sui loro volti, desiderò b...