Capitolo 11

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Lucas è seduto sul sedile posteriore non fa che starsene in silenzio.
Mentre io occupo il sedile passeggero, accanto a mio fratello che guida tranquillo.
Sono ansioso per ciò che accadrà appena giungeremo a Washington Park.
Guardo l'orario sull'orologio da polso, è l'una e mezza di pomeriggio.
Pochi minuti dopo, il veicolo entra in una strada sterrata; le piccole pietre scricchiolano sotto le gomme che ora procedono lentamente.

Siamo vicini a Washington Park, le auto della polizia e l'ambulanza, sono ferme sul ciglio della strada.
«Siamo arrivati», ci informa Matthew, sostando l'auto vicino a quelle dei nostri colleghi.
Scendiamo tutti e tre, ci addentriamo nel sentiero della boscaglia. Oltrepassiamo la zona delimitata con il nastro giallo con la scritta off- limit.
«Nathan, Matthew, eccovi, la ragazza è lì. Potete iniziare a esaminare il luogo del ritrovamento. Nathan, e lui chi è?», domanda Ramon mentre ci saluta con un cenno della mano.

«È Lucas, il fidanzato di Samantha», risponde Matthew.
Vedo Ramon che conversa con Lucas e lo intrattiene.
«Matt, allora, vieni con me?», chiedo guardando mio fratello che è lì vicino ai due che parlano tra loro.
«Certo, aspettami», risponde, e insieme indossiamo le mascherine della polizia scientifica e i guanti in lattice.
Chloe ci raggiunge, essendo anche lei una nostra collega. «Salve, ragazzi», ci saluta la bionda dagli occhi azzurri e labbra rosee.
«Sono pronto, andiamo», commento serio. Mi guardo intorno, siamo in un sentiero alberato, a destra e a sinistra ci sono alberi di varie specie.

Avanzo seguito dai miei colleghi verso il corpo coperto da un lenzuolo bianco, adagiato sul prato. Mi chino un po' all'altezza ideale; con il batticuore, lentamente sollevo il telo, e con mio stupore e orrore noto che il volto della ragazza è sfigurato, irriconoscibile. Ha delle ferite d'arma bianca, probabilmente un pugnale che traccia una parte del torace e il volto.
La parte destra della guancia è orribilmente deturpata, c'è molto sangue rappreso.
Quella scena mi sconvolge a tal punto da poggiare una mano sulla bocca per trattenere un conato di vomito.

L'odore acre del sangue, la vista del corpo seminudo, i vestiti a brandelli mi provocano un senso di malessere.
Con le lacrime agli occhi osservo quel corpo, il mio sguardo scorre su ogni particolare; noto che la ragazza ha i capelli castani proprio come Samantha.
Il corpo è steso supino con lo sguardo nel vuoto rivolto al cielo.
A occhio penso abbia venticinque, ventisei anni al massimo. Altezza all'incirca un metro e sessantotto.
Lentamente con delicatezza e, con il cuore in tumulto, le chiudo gli occhi. Imito il segno della croce.
Mi lascio sfuggire un sospiro profondo, poi iniziamo a scattare foto al corpo e al luogo del ritrovamento.
Analizzando il cadavere presenta tracce di terriccio sotto le unghie delle mani, probabilmente cercava di risalire in superficie, ipotizzo che sia stata sepolta ancora viva.
Infatti poco distante dal corpo c'è del terreno mosso dove l'avevano seppellita. C'è anche la squadra di cinofili che hanno rinvenuto il corpo.
In un fragile fruscio, una leggera brezza fa roteare le foglie morte sul terreno, disperdendole in un valzer vertiginoso.

Il calpestìo di passi alle mie spalle attirano la mia attenzione, punto lo sguardo verso la fonte del rumore.
«Salve, Nathan, ascolta il ritrovamento è stato mezz'ora fa.», constata un nostro collega Jason, che con i suoi occhi verdi, mi guarda serio.
«Capisco, grazie dell'informazione, amico.»
Matthew mi sorride, mentre da lontano vediamo il furgoncino dello staff televisivo CNN News.
Osservo quel corpo senza vita e dentro di me sento che non è Samantha. Sono certo che non sia lei perché qualcosa mi dice che è ancora viva. Non voglio lasciarmi sopraffare dalle emozioni e trattengo le lacrime.

Non posso credere che la tua vita sia stata stroncata in questo modo così efferato.
La osservo con attenzione: ha le labbra violacee socchiuse e una folata di vento le fa ondeggiare i capelli.
Raccolgo con la pinzetta tracce biologiche, alcune ciocche di capelli della vittima. Noto un particolare, sull'addome piatto c'è una strana incisione che segna un simbolo satanico il 666.
Inizio a sentirmi soffocare. Alcune larve fuoriescono dall'apertura della ferita, è una scena orripilante.
Quel simbolo, che si tratti di una vittima di una setta satanica? Potrebbe anche essere.
Inizio a segnare sul taccuino tutti i dettagli.

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