Capitolo 8

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Mi sveglio osservando l'orario dalla radiosveglia, sono le 06:30. Sbuffo leggermente, mi volto dall'altro lato e noto che Jasmine dorme ancora.
Mi alzo lentamente, facendo attenzione a non svegliarla, vado in bagno e faccio la doccia. Poi opto per dei jeans grigi e una camicia azzurra.
Una volta infilate le scarpe torno in camera e noto che la mia dolce metà si è da poco svegliata.
«Buongiorno, amore, adesso faccio la doccia. Poi facciamo colazione», afferma stiracchiando le braccia, sbadigliando ancora assonnata.
Mi si avvicina e mi scocca un bacio sulle labbra, noto con mio stupore che ha il rossetto sbavato.
«Aspetta, volevo dirti una cosa. Ieri sera dove sei stata?», domando guardandola negli occhi.
«Sono stata a lavorare tutta la giornata, amore, perché me lo chiedi?»

La sua reazione mi fa capire che mi nasconde qualcosa e forse ho anche capito di cosa si tratta.
La sua risposta non è molto convincente, sospetto che nasconda qualcosa, forse ha un amante, sto per chiederglielo, ma il suono del mio cellulare che squilla in tasca interrompe la nostra conversazione.

Prendo lo smartphone e vedo sul display: chiamata Matthew.
«Ehi, Matt, buongiorno fratello!», esclamo in modo vivace.
«Buongiorno, Nathan. Allora, pronto per iniziare insieme la giornata? Sto arrivando.»
«Certo, allora ti aspetto. A dopo», riattacco e sulle mie labbra si va formando un sorriso sincero.
Ripongo il cellulare nel taschino della giacca, guardo dove era lei fino a un attimo prima. Non c'è, mi guardo intorno, sentendo lo scroscio dell'acqua che fluisce dal bagno comprendo che è sotto la doccia.
Poco dopo mi raggiunge in soggiorno.

Sono seduto a tavola insieme a lei e percepisco una sensazione di tensione. È strano ma tra di noi non c'è più quell'affinità che c'era un tempo.
Jasmine si limita a sgranocchiare i biscotti e a sorseggiare il caffè, e come quella sera in auto, noto che è impegnata a chattare al cellulare con qualcuno.

Con chi starà chattando? Ultimamente è sempre così distante.
Mi evita e come in trance, continua a scrivere.
Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. «Maledizione! Jasmine, con chi stai chattando? Rispondimi!», sbotto, scattando in piedi irritato con le mani tremanti e gli occhi lucidi.
«Nathan, ehi, non agitarti, stavo chattando con Rachel, la mia amica, tutto qui», afferma guardandomi negli occhi.
Non riesco a crederle, ho paura che mi tradisca. Ho questo dubbio e timore che mi sta perseguitando da un po' di tempo.
«Non ti credo! Mi tradisci, c'è un altro, non è così?!», la accuso alzando il tono di voce.
Sgrana gli occhi con un movimento automatico posa il cellulare e mi guarda: non parla, e il suo silenzio mi dice tutto. La sera scorsa era con qualcuno invece che lavorare alla caffetteria.

Deluso sto per andarmene via, ma la sua voce squillante mi ferma. «Come puoi insinuare che ti tradisca? Nathan, come puoi dubitare della mia fedeltà? Io ti amo, non ti farei mai del male!», scatta in piedi con gli occhi lucidi, con un paio di passi mi raggiunge.
Siamo vicini alla porta d'ingresso, stiamo litigando animatamente.
Improvvisamente sento il suono del campanello.
Ho un groppo in gola e trattengo l'ansia per non scoppiare.
Apro la porta di getto e mi trovo di fronte la sagoma di mio fratello.
Si passa una mano tra i capelli e ci osserva con uno sguardo vispo.
«Scusate, ho interrotto qualcosa? Va tutto bene?», chiede inclinando leggermente il capo.
«Tranquillo, tu non c'entri, era solo una semplice discussione di coppia. Vero, Jasmine?», rispondo per non farlo sentire in colpa.
Ma sinceramente, non ha nessuna colpa, sono grato del suo arrivo perché sono stufo di queste incomprensioni di coppia, sento che si sta allontanando da me, forse la sto perdendo lentamente e il pensiero mi distrugge.

«Certo, era solo una discussione innocente, non è niente di grave», ribatte Jasmine con un sorriso.
Sfoggio il sorriso più falso che io abbia mai fatto in vita mia.
«Ciao, amore, allora noi andiamo, buon lavoro.»,
le volto le spalle, non dandole il tempo di ribattere, per poi uscire di casa seguito da mio fratello.
Raggiungiamo la sua auto: una BMW nera.
Matthew mi mostra e porge un documento. Leggo subito: mandato di perquisizione domiciliare soggetto Lucas Reed.

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