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"Le stelle sono molto belle stasera, eh?" disse il rosso, cercando di attaccare bottone.

Si dondolava sulla sabbia giocando a seppellirci sotto i piedi, il naso verso il cielo terso e l'espressione di chi è al proprio posto nel mondo.

"Come l'ombelico di un finto mangia-baguette" gli rispose Bakugou, laconico.

Kirishima ci rimuginò sopra per qualche secondo.

"... Aoyama?" chiese, incredulo.

"Ah?"

"Hai appena fatto una battuta!" esclamò Kirishima, sorridendo. "Kaminari non mi crederà mai."

"E che cazzo vorrebbe dire?" domandò Bakugou, sulla difensiva.

Kirishima rise, e la sua risata cristallina echeggiò per tutta la spiaggia.

"Beh, di solito non sei tutto questo spasso, Blasty."

Bakugou sbuffò, alzandosi. Si scrollò la sabbia di dosso con veemenza.

"Tu invece sei una cazzo di delizia, uh?" rispose, sarcastico.

Kirishima s'irrigidì.

"C-come?"

"Mi hai sentito" tagliò corto il biondo, ficcandosi le mani nelle tasche del costume.

Kirishima non si girò a guardarlo, perché avrebbe significato mostrargli la sua espressione.
C'era tutto, in quell'espressione: lo stupore, il dubbio, il dolore di una ferita ancora aperta.

"Smettila con questa commedia. Non devi per forza sorridere e fare l'amico simpatico e fingere di non essere depresso. Si vede da un chilometro di distanza che è tutta una balla" sbraitò Bakugou, stringendo i pungni.

Non lo sopportava. Non riusciva a sopportare di vederlo indossare ogni giorno quella ripugnante maschera di allegria, per poi scorgere la sua faccia incupirsi e perdersi in chissà quali pensieri non appena credeva di non essere visto.

"Certo che sei veramente una testa di cazzo."

Bakugou sgranò gli occhi, voltandosi di scatto verso l'altro.
Kirishima si era alzato in piedi e lo fissava, dritto negli occhi, i pugni stretti e le labbra tremule dalla rabbia.

"Se te lo sei scordato, è colpa tua!" urlò.

Bakugou fece per controbattere, ma inaspettatamente Kirishima gli piombò addosso, afferrandolo per un braccio con forza.

"Sei stato tu a trascinarmi dietro un cespuglio come un cane per poi dirmi che lo facevi per il mio bene, grandissimo stronzo bugiardo. Sai, invece io penso che sei solo un egoista che voleva svuotarsi le palle e ha sfruttato un poveraccio che era certo ci sarebbe stato, perché innamorato perso."

Bakugou si divincolò, rosso in volto, un po' per rabbia, un po' per vergogna.

Avrebbe voluto dirgli che si sbagliava. Avrebbe voluto dirgli che non lo avrebbe mai trattato in quel modo, che non lo avrebbe mai considerato come un oggetto da sfruttare. Ma come poteva?

Dopo il modo in cui lo aveva allontanato, cosa poteva aspettarsi?

"Senti, Kirishima..." esordì.

"No!" esclamò il rosso, totalmente fuori di sé. "Ora sei tu che ascolti me, per una buona volta! Fai sempre così, fai il duro, quello che non ha bisogno di niente e nessuno, quello che ha sempre ragione, ma lo sai cosa penso, Bakugou? Sei solo un represso cagasotto che non vuole accettare che gli piaccia il c..."

Senza nemmeno dargli il tempo pensare, lo schiaffo era partito ed atterrato sul viso contorto dalla rabbia di Kirishima, facendogli perdere l'equilibrio.

KiriBaku // Tropical HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora