016

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"Sì Jungkook, ho capito, starò attento" Jimin alzò gli occhi al cielo e montò sulla sua bicicletta.

"Sta per piovere Jimin" sospirò il più alto. "Forse dovresti rimanere qui"

"Jungkook, non sta piovendo, è solo parecchio nuvoloso, mi sbrigherò ad andare a casa okay? Te lo ripeto, starò attento" lo guardò negli occhi. "Ah, mi sembri mia madre" lo prese in giro.

"Oh scusa se mi preoccupo per te, non lo farò più se ti da così tanto fastidio" sbuffò Jungkook.

"Dai scemo, scherzo" ridacchiò il grigio. "Ti mando un messaggio appena arrivo, okay? Promesso"

"Promesso?" lo osservò il moro.

"Sì Kookie, ci sentiamo" lasciò un bacio con schiocco sulla sua guancia e cominciò a pedalare verso casa. "Grazie ancora per il pranzo e la spiegazione di filosofia!" urlò mentre si allontanava.

Sorrise leggermente, Jungkook era davvero gentile con lui, era buono, disponibile e paziente; insomma, Jimin era sì molto bravo in coreano, ma certe materie erano difficili da capire, come la filosofia o la fisica, e Jungkook si era offerto volentieri più volte per spiegargliele al meglio, anche con l'utilizzo dell'inglese, materia in cui era davvero molto bravo.

Jimin poteva finalmente affermare di aver trovato un amico lì, un vero amico, e di questo non poteva che essere felice.

E come al solito, Jungkook aveva ragione, perché la pioggia cominciò a scendere dalle nuvole scure.

"Merda" imprecò il ragazzo, aumentando la velocità delle proprie gambe sui pedali per velocizzare l'andatura ed arrivare a casa al più presto.

Indossava una giacca leggera, tipica autunnale, e prendere quella pioggia gli avrebbe fatto venire il raffreddore, ne era sicuro.

Sperava che smettesse, ma la pioggia divenne un vero e proprio diluvio, cominciando ad inzuppare i suoi vestiti e facendo diminuire la possibilità di vedere la strada, l'asfalto era scivoloso e la pioggia che non gli permetteva di vedere, lo costrinsero a frenare.

Ma qualcosa andò storto, e la bicicletta prese la direzione sbagliata, facendolo scivolare al lato della strada, sull'erba bagnata.

Non riuscì neanche a lamentarsi quando sentì il suo piede incastrarsi e fare un rumore decisamente poco naturale, mentre l'acqua lo infreddoliva e lo bagnava sempre di più.

Cercò il suo cellulare nella tasca dei pantaloni, accecato dalla pioggia e dal dolore al piede, sperando che questo potesse funzionare ancora nonostante l'acqua, e con difficoltà cercò il numero di Yoongi, per poi chiamarlo e nascondere il cellulare dalla pioggia.

"Che cazzo vuoi?" disse la sua voce scorbutica dopo quattro squilli.

Jimin sospirò ed iniziò a piangere a causa della frustrazione. "P-puoi venire a prendermi?"

"Jimin? Ma stai piangendo? Cos'è questo rumore?" il tono del maggiore cambiò dallo scocciato al preoccupato in pochi istanti.

"Sono...caduto dalla bicicletta e...ho freddo, non riesco a m-muovere il piede e..." mormorò sperando che l'altro potesse sentirlo.

"Jimin dove sei?" chiese lui.

"Credo...poco prima del supermercato hyung...per favore..." disse flebilmente.

"Dammi cinque minuti, sto arrivando okay? Tu cerca...non lo so, cerca di alzarti e ripararti da qualche parte, oh Dio, Jimin fallo per favore, è pericoloso, capito?" disse.

Jimin annuì lievemente, come se il maggiore potesse vederlo, e poi attaccò.

Non ce la faceva, il suo corpo era percosso da brividi e fremiti, la caviglia che gli faceva sempre più male, come poteva riuscire ad alzarsi per cercare riparo?

εxcнαηgε [м.үg+ρ.נм]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora