Capitolo 4.

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E mentre nella mia camera risuonava a tutto volume la voce di Avril Lavigne sulle note di "Tell me it's over", mi preparavo per raggiungere l'asilo nel quale avrei fatto alternanza quella mattina. Mancava una settimana alle vacanze Natale, avevo voglia di dormire e avevano organizzato ogni cosa affinché non ci fossero intoppi, potendomi così divertire. Nei giorni che seguirono la festa mi concentrai solo su Angelo, mi divertiva anche se alle volte era pesante e noioso ma tutto sommato non era male. Mi veniva a prendere ogni mattina per andare a scuola insieme, mi baciava e mi ci vedevamo all'uscita per tornare a casa e studiare insieme. Di Stefano più nessuna traccia, per una settimana l'avevo intravisto forse due volte e non mi aveva rivolto neppure un ciao, ora era lui quello offeso. Decisi di focalizzarmi solo su Angelo e i miei amici, avevano fatto conoscenza e Amelia era felice di questa novità anche se non del tutto. Sapeva che a me il castano piaceva ma sapeva ancor di più che non avevo tolto dalla mia testa le delusioni del passato e che temevo di poter finire in un'altra fregatura. Non avevamo ancora definito la nostra relazione, ci limitavamo ad uscire insieme e impedivo in ogni modo che potesse andare oltre perché una parte di me non era ancora sicura. Avevamo inoltre terminato l'organizzazione di capodanno e avevamo deciso che saremmo andati nella casa a Bracciano di Marcolino. Quando mi passarono la lista degli invitati non potevo credere che per due giorni Angelo e il ragazzo dagli occhi verdi avrebbero convissuto nella stessa abitazione e ovviamente con noi ci sarebbe stata la mitica Virginia.

Passai gli ultimi giorni di scuola a sistemare ogni cosa con gli altri affinché ogni cosa fosse perfetta, andai due volte a Bracciano con Marco per portare l'occorrente e sistemare le varie camere. Decidemmo di riunirci al bar accanto alla scuola, il nostro solito luogo d'incontro negli ultimi giorni per l'organizzazione della festa. Avevamo deciso la cena, gli alcolici, la musica ma mancava la divisione delle stanze e così le due ragazze proposero di sorteggiare per rendere le cose interessanti. La loro idea ebbe successo e così vennero scritti i nomi di tutti i ragazzi su dei bigliettini che poi vennero mescolati in un cappello. Ad ogni ragazza spettava un ragazzo, forse per questo i ragazzi erano i più che entusiasti della cosa. La prima a pescare fu Marta che soddisfatta della pesca venne messa in camera con Oscar. Poi Serena con Marcolino, Amelia con Riccardo e quando fu il turno di Virginia mi allarmai. Mi rivolse un sorriso di sfida prima di mostrare a tutti il nome pescato: Angelo, che a quanto pare non era così triste di non essere capitato nella mia stessa stanza. Sbuffai, ormai era inutile pescare dato che l'unico nome rimasto era del ragazzo che si era seduto di fronte a me e dall'inizio della riunione non aveva fatto altro che mettermi in soggezione. Stefano sorrideva divertito, nascondendo della malizia su quel viso chiaro contornato dai capelli scuri che gli scendevano in ciocche mosse lungo la fronte.

"Indossa qualcosa di sexy per quel momento." Lo sentii dire al mio orecchio quando mi alzai per raggiungere la porta assieme agli altri. Non risposi, sentii solo un leggero calore disperdersi sulle mie guance, un leggero imbarazzo nell'aria e tanta voglia di seppellirmi viva. Decisi che non ci avrei pensato, che avrei dormito sul divano e non sarei caduta in nessun tipo di tentazione, anche se il ragazzo al mio coro faceva uno strano effetto.

Il resto dei giorni passarono tranquillamente, avevo trascorso il Natale lontano dai miei amici e non avevo avuto neppure tempo di sentire mio fratello, figuriamoci pensare a Stefano lo stupratore. Simone comunque tornò a casa e fui molto felice di ciò, la casa era più serena e i miei nonni felici di rivederci insieme e abbracciati a litigarci la coperta sul divano. Avevamo parlato molto, eravamo usciti per prendere i regali per tutta la famiglia e mi aveva anche fatto una sorpresa. Un venerdì pomeriggio mi ritrovai bendata a seguirlo in macchina, raggiungendo dopo circa dieci minuti la nostra destinazione. Solo una volta entrata nel locale mi venne tolta la benda e mi resi conto di essere in uno studio di tatuaggi. Impossibile descrivere la mia reazione, saltai tra le braccia di mio fratello cercando il modo migliore per ringraziarlo di quel regalo e mi preparai per il mio secondo tatuaggio. Sullo stesso braccio dove avevo già un tatuaggio, mi feci scrivere "Mamihlapinatapai"

VIRAHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora