Capitolo 8.

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Pensai non ci fosse nulla di più bello di due bocche, l'una che preme fortemente sull'altra nel vano tentativo di sfogare tutti i sentimenti che avevano come fulcro il cuore. Quest'ultimo, per nulla estraneo all'azione di due mani che cercavano ciocche di capelli e lembi di pelle, ogni tanto sobbalzava e dava una scarica al cervello per fargli vedere che lui aveva vinto ancora.

Il mio corpo era tutto un fremito mentre l'intero cortile si era messo a guardare la fantastica scena, nessuno si sarebbe mai aspettato che Stefano Ronchetti e Rebecca Magnani potessero mai finire insieme. Non ci credevo neppure io, figuriamoci se poteva crederci qualcun altro.

"Non volevi farlo sapere." Disse con un sorriso e leggermente affannato, io intanto sentii le mie guance dipingersi di un leggero rosso e prendere sempre più calore.

"Non importa più, non tollero che ti stia sempre addosso." Il mio era un chiaro riferimento a Virginia e lui parve molto contento del fatto che stessi manifestando la mia gelosia.

"Mh, se le tiri i capelli e date inizio ad una rissa tra donne, giuro di non lasciarti più, saresti molto se..." e lo interruppi prima che potesse terminare la frase, stampandogli un bacio a fior di labbra che ricambiò. Ormai nessuno sembrò fregarsene più di tanto, in mezzo al cortile c'eravamo solo noi mentre i vari gruppi pensavano a tutt'altro. Dire che era sembrata una scena da film era dire poco, ci toccò però tornare alla realtà e affrontare i nostri cari amici.

"Prima che la realtà torni a rompere, mi concedi di portarti fuori a cena questa sera?" Mi chiese tenendo salde le mani sui miei fianchi. Per qualche momento mi sembrò di percepire del terrore nelle sue parole e soprattutto nei suoi occhi splendenti, aveva forse paura di un rifiuto dopo quello che avevo fatto? Solo al pensiero ridacchiai e mi limitai ad annuire alla sua richiesta, dimenticando completamente qualsiasi tipo d'impegno che avrei avuto l'indomani.

Poi la voce del ragazzo dai capelli castani ci riportò alla realtà:

"Non per offendere nessuno ma io già lo sapevo." Disse Oscar e Amelia si unì a lui alzando la mano. La mia migliore amica non poteva rimanere fuori dalla cosa, il fatto che anche Stefano avesse bisogno di qualcuno con cui confidarsi però era un buon segno.

"Che stronzi, da quanto tempo va avanti questa cosa?" A parlare fu Serena, particolarmente entusiasta e contenta della cosa.

"Da un po'." Risposi io e ridacchiai leggermente.

"Chi l'avrebbe mai detto, Stefano impegnato in una relazione seria, l'ho già sentita ma sono curiosa di sapere come finirà." Fu Virginia a parlare e raggelare la situazione.

"Beh spero abbastanza per vederti consumata dall'invidia." Dissi e mi voltai per non darle più attenzioni, lei comunque non disse più nulla ed io tornai in classe dopo aver salutato tutti e sentito lo squillante suono della campanella. L'unica cosa che avevo udito era stata la voce di Marta che aveva mormorato verso Virginia una sorta di "la prossima volta stai zitta."

Quel giorno le ore sembravano non passare più, ma non sapevo ben dire se fosse il nervosismo dell'interrogazione di storia per la quale mi ero preparata con Stefano, dandogli così ripetizioni o per la nostra cena. Certo era che la mia gamba destra continuava a tremare e il piede batteva sulle mattonelle rovinate della classe, i miei denti mordicchiavano le unghie non eccessivamente lunghe e nell'altra mano tenevo stretta la matita preparandomi ad ogni domanda che mi sarebbe stata fatta. Ricordo bene che per un periodo mi vennero prescritti degli ansiolitici, solo Amelia e la mia famiglia erano a conoscenza degli attacchi di panico e delle crisi che mi tormentavano ogni notte. Da un po' di tempo però le cose erano tornate normali e avevo smesso di riempire il mio corpo di gocce amare.

VIRAHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora