13 - Ho capito qual è il mio posto, e per quanto possibile voglio rimanerci

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Playin' in the street gonna be a big man some day
You got mud on your face
You big disgrace
Kickin' your can all over the piace
Singin'
We will rock you - Queen

Il giorno del Live aid era alle porte. L'indomani saremmo andati ad esibirci al Wembley Stadium, ed eravamo sovraeccitati per quel concerto che, ne eravamo sicuri, avrebbe cambiato la nostra vita.

"Miami, possiamo andare a fare un giro per Londra? Le prove le abbiamo fatte, ci sono venute perfettamente... stacchiamo un po' almeno per oggi" ha proposto Freddie.

Jim ha sorriso, probabilmente pensando che amava quel soprannome. "Non siete dei bambini, Queen. Andate e divertitevi, ma cercate di non farvi trovare in carcere domani. Sarebbe alquanto spiacevole comunicare al mondo intero che i Queen non ci saranno a causa di una delle loro frequenti idiozie."

Io ho riso, seguito dagli altri. "Oh, su, Jim, non ci hai mai trovato in carcere"

Freddie ha alzato il sopracciglio prima di sogghignare: "Potrebbe sempre esserci una prima volta"

L'ho preso per le spalle e l'ho trascinato fuori, salutando con il capo un Jim ancora ridente.

"Dove volete andare?" Ha chiesto curioso Roger a me e Freddie.

Io ho alzato le spalle mentre il mio ragazzo sorrideva in modo enigmatico. "Domani c'è il Live aid, una svolta nelle nostre vite. Credo però che anche il passato sia importante"

Io ho capito in quel momento dove ci voleva portare e l'ho fermato afferrandolo per un braccio e facendolo girare verso di me.

"Sicuro, Freddie? Tesoro, loro... Non so come potrebbero reagire" gli ho sussurrato senza farmi sentire dagli altri, che ci guardavano incuriositi.

Dalle sue labbra non è trapelato nulla, solo un sorriso che non ha vacillato nemmeno un secondo. Se Freddie Mercury decideva qualcosa, era quella, nessuno gli avrebbe mai fatto cambiare idea. Ho interpretato quel suo sorriso come un "non importa come reagiranno, il fatto di stare insieme a te e di appartenere anche ad un'altra famiglia non cambierà".

Ci ha portati fino alla macchina di Roger e gli ha chiesto di guidare seguendo le sue indicazioni, cosa che ha subito fatto senza porre alcuna domanda.

Arrivati a destinazione io ho sospirato, sperando in un esito positivo e, per quanto possibile, non disastroso.

"Se cambi idea, non c'è alcun problema. Possiamo passare la giornata in qualsiasi altro modo, e..."

Ma lui mi ha interrotto. "Dolcezza, di cosa hai paura? Anche se non ci accettassero non cambierà nulla tra noi."

"Io ho solo paura per te. Per la reazione che tu potresti avere alla loro risposta."

Lui però si è limitato a baciarmi sulle labbra dolcemente e rapidamente. "Ti amo, ricciolino"

"Anche io, Freddie." Ho sussurrato sulle sue labbra.

"Ragazzi, mi spiace interrompervi ma... mi spiegate dove siamo?" Ha detto John leggermente in imbarazzo come era sempre quando io e Freddie ci baciavamo di fronte agli altri.

"E perché siamo di fronte alla tua vecchia abitazione?" Ha domandato ancora Roger.

Freddie ha sorriso e, senza dire nulla, si è diretto verso la porta premendo il campanello.

Si è voltato verso di noi ed ha allargato le braccia. "Faremo una riunione di famiglia".

Non sapevo se essere preoccupato per la sua apparente tranquillità o se essere contento per essermi sentito dire di essere parte della sua famiglia insieme a tutti i Queen.

♥︎ 𝐬𝐚𝐯𝐞 𝐦𝐞 - [𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚𝐭𝐚] ♥︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora