«Ti ho cercata ovunque. Volevo assicurarmi che stessi bene dopo i preparativi di mia madre per il battesimo..e tutto il resto.» Francis aveva raggiunto sua moglie in cima ad una delle alte torri in marmo che si trovavano negli immensi giardini reali. Aveva cercato Mary ovunque dal momento in cui avevano avuto inizio i preparativi per il battesimo di John, suo figlio illegittimo. Aveva paura che tutta questa attenzione verso un qualcosa che era suo e di un'altra, qualcosa che escludeva Mary, avrebbe potuto ferirla, soprattutto perché lei aveva cercato in tutti i modi e ripetutamente di dargli un erede, senza tuttavia esserci riuscita.
Francis non era riuscito ad avvistare la moglie fino a che, camminando verso il piccolo laghetto dove lei era solita andare quando aveva bisogno di pensare, aveva visto la sua folta chioma nera ondeggiare libera nell'aria in cima alla torre. Aveva deciso di raggiungerla per assicurarsi che stesse bene. Si avvicinò a lei, voltata di spalle, con le braccia avvolte al ventre e lo sguardo puntato verso l'orizzonte.
«Ammiravo la nostra casa.» Rispose la regina, quasi assorta nella contemplazione degli immensi spazi che circondavano il castello.
«Ricordi quanto ci divertivamo a giocare qui da bambini?» Chiese con un sorriso smagliante sul volto. Lei lo ricordava alla perfezione e, ogni tanto, le piaceva montare sulla torre per rivivere quei momenti.
«Certamente.» Rispose Francis, seguendo lo sguardo della moglie verso i luoghi in cui era stato solito passare il tempo con lei durante la sua infanzia.
«Con tanti luoghi dove correre e nascondersi.
Mi arrampicavo sempre su quell'albero laggiù e tu, invece, ti divertivi a lanciarmi le mele addosso.» Continuò lei con un leggero ghigno, e lui fece lo stesso per qualche istante. Francis era solito rincorrere Mary, spaventarla, farle degli scherzi, prenderla in giro. Lei invece, sempre pacata e diplomatica, coglieva ogni occasione possibile per dare una lezione al Delfino. Era stata la sua immensa caparbietà e saggezza che lo aveva fatto innamorare perdutamente di lei. Francis si voltò a guardarla in tutta la sua bellezza. Ammirava ogni minimo lineamento di lei, ogni particolare. Ci aveva sempre prestato tanta attenzione e, ai suoi occhi, lei era perfetta.
«Quanto spazio e quante leggere pendenze.. che farebbero perdere l'equilibrio a chi impara a camminare, per esempio..» concluse Mary dopo un attimo di silenzio, finalmente lasciando ai suoi occhi nocciola la possibilità di scontrarsi e fare l'amore con quelli azzurri e cristallini dell'amore della sua vita.
Francis, distratto, scostò per un istante lo sguardo, portandolo ai loro piedi, senza rispondere, fino a che non riuscì ad interpretare le parole della moglie.
«Non sarai...» bisbigliò incredulo, cercando di reprimere l'immensa illusione che stava crescendo in lui, cercando di restare calmo, lucido, di non perdere la testa. Guardò Mary. Gli sarebbe bastato un solo sguardo per capire se lei si riferiva proprio a ciò a cui stava pensando. Una sola occhiata. Ed essa non tardò ad arrivare. Gli occhi di Mary si addolcirono e, involontariamente, inumidirono. Non aveva più bisogno di alcuna risposta.
«Sì amore» disse cercando di slegare il groppo che sentiva in gola. Il cuore le stava saltando fuori dal petto. Si sentiva così eccitata ed al contempo felice. Non lo era mai stata così tanto in tutta la sua vita.
«Da alcune settimane ormai ma volevo essere sicura e ora lo sono.» Farfugliò velocemente come era solita fare quando era nervosa, intimorita, ansiosa.
«Aspetto un figlio. Nostro figlio, finalmente!»Esclamò in quell'esatto istante. Un istante di sincerità e passione, sentì la sua anima abbandonarla, il cuore esploderle, sentì la voglia di baciare Francis come mai aveva fatto prima d'allora.
Mary portava in grembo il futuro erede di Francia e Scozia. Il frutto di un amore incondizionato, puro, genuino, immenso.
Guardò Francis e cercò di decifrare la sua espressione. Lui sorrideva, sul volto un'espressione attonita, un gigantesco sorriso. Vi lesse infinito sollievo , soddisfazione, ma soprattutto tantissimo amore e gioia. Inevitabilmente, incastonando nuovamente i suoi occhi in quelli del marito, Mary sperò con tutta se stessa di poterli rivedere ogni giorno nella creatura che portava in grembo.
Francis portò le sue grandi mani dietro al collo di Mary e la baciò in velocità con tanta dolcezza, senza riuscire a togliersi il sorriso più sincero e grande che avesse mai avuto dalle labbra, conservandolo nel bacio. Poi, preso dall'euforia, sollevò la sua Regina, facendola ruotare su se stessa sospesa in aria.
I due scoppiarono in un'energica risata. Nessuno dei due si era mai stato tanto contento, tanto più vivo. Avevano dato forma al loro amore. Avevano concretizzato il rispetto, la stima, l'infinito bene che si volevano in qualcosa che un giorno avrebbe avuto nel sangue, il loro, unito.
Non riuscendo a staccare le labbra gli uni dagli altri, ad occhi chiusi, le loro anime si abbandonarono ad una leggera danza ed i loro pensieri cominciarono a sognare ciò che il futuro riservava per loro, per la loro famiglia.
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the black queen
RomanceSe Francis II di Valois e Mary Stuart avessero avuto più tempo, se il loro matrimonio non avesse avuto i giorni contanti ed il destino fosse stato dalla loro parte, avrebbero potuto dare una forma concreta al loro amore, il loro sangue, unito, avreb...