Re Francis si trovava sull'uscio della porta della stalla.
Aveva gli abiti ricoperti di sangue fresco e vermiglio, gli occhi celesti inorriditi ed i capelli biondi arruffati e sudati.
Respirava affannosamente e sembrava sorpreso di aver trovato i due giovani nella stalla.Prontamente la Principessa si alzò:«Padre, che cosa Vi è successo?» chiese spalancando gli occhi scuri dal terrore di fronte alle condizioni del sovrano. L'ansia cominciò a crescere in lei, soprattutto alla vista del tanto sangue che ricopriva il corpo del padre.
«Il sangue non è mio.» la rassicurò in tutta velocità il Re, senza dilungarsi troppo nel dare spiegazioni.
«Francisco ho bisogno di Voi. Dovete aiutarmi con il fanciullo qui fuori. È l'unico sopravvissuto.» ordinò.Francisco si sollevò in piedi e si diresse verso l'esterno. Prima si lasciare la stalla, però, si voltò verso Martina con sguardo inquieto in cerca di segno di approvazione.
Lei rispose con un timido sorriso di incoraggiamento, per poi vedere la sua chioma bionda scomparire rapidamente.«Martina, ascolta» la richiamò il Re avvicinandosi con grandi falcate «Devi andare a chiamare il Dottor Van Nick. Fallo discretamente! È meglio che, per ora, nessuno sappia che c'è un sopravvissuto e che si trova qui.» dispose Francis. «Non farne parola con nessuno. Nemmeno con tua madre.» si raccomandò.
La Principessa aveva gli occhi scuri spalancati ed il fiato corto, ci mise qualche istante prima di metabolizzare le parole del padre, ma, prima che lui la sollecitasse a fare quanto ordinato, abbandonò la stalla.
Martina attraversò i giardini silenziosi e bui di corsa, entrò nel castello e si affrettò a scendere le scale verso la cappella.
Si fermò di fronte al portone di ingresso, fatto in vetro colorato proveniente da Murano, per riprendere fiato.
Dall'esterno sentiva il coro cantare tediosamente ed intuì si fosse giunti al momento della Comunione.
Decise di approfittare del movimento tra i religiosi, per avvicinare il dottore.
Sistemò il lungo vestito blu scuro ed i capelli ramati dietro all'orecchie per poi aprire la porta. Da in fondo alla stanza cercò, discretamente, di individuare il medico.
La maggior parte dei cortigiani aveva preso parte alla messa e, distinguere i soggetti tra la folla, risultava essere davvero complicato. Fortunatamente, però, lo scorse mentre, tornato dall'altare, si stava inginocchiando.«Dottore.» lo chiamò poggiando una mano sulla sua spalla. Il medico, con la testa ancora tra le dita incrociate, aprì gli occhi.
«Ho assolutamente bisogno che mi seguiate. Si tratta di una questione molto delicata.»
L'uomo si sollevò discretamente e seguì la Principessa fuori dalla cappella senza fare domande.
Tale scena, però, non passò inosservata agli occhi di Alexandre.***
«Ho bisogno che Voi, Principe, facciate pressione qui con tutta la forza che potete.
Voi, Principessa, procuratemi quanti più stracci possibili ed acqua gelida.» ordinò il Dottor Van Nick con tono agitato.
La scena che si stava consumando di fronte agli occhi dei testimoni era cruda ed incredibile.
Un bambino, biondo e bello, sdraiato sulla lunga scrivania del Re, sanguinante ed incosciente.
I suoi vestiti sgualciti erano impregnati del suo stesso sangue, la fronte calda e sudata, gli occhi arrossati e semichiusi ed il corpo mosso da continui brividi.Martina, sulla soglia della porta, si scontrò con il gemello.
«Si può sapere che diavolo sta succedendo?» chiese Alexandre con tono innervosito, cercando di guardare alle spalle della sorella. «Padre, siete tornato?» aggiunse poi, sorpreso.«Che ci fai qui?» gli chiese il Re «Ti avevo detto di non chiamare nessuno!» urlò contro la figlia.
«Non è stata Martina a chiamarmi.» la difese Alexandre «Anche se non capisco cosa ci faccia lei qui e perché non abbiate chiamato me.» sembrava infastidito.
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the black queen
Storie d'amoreSe Francis II di Valois e Mary Stuart avessero avuto più tempo, se il loro matrimonio non avesse avuto i giorni contanti ed il destino fosse stato dalla loro parte, avrebbero potuto dare una forma concreta al loro amore, il loro sangue, unito, avreb...