2: Un giorno qualunque

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10 anni dopo
Ahhhhh urlo,  mi sveglio in un bagno di sudore.
<<Merda>>, penso. Sempre quell'incubo, mi giro  su un fianco e guardo la sveglia sono le 5:00 del mattino, cavolo avrei dovuto svegliarmi alle 6:00, ma ormai ...è meglio alzarsi .
Alle 6:00 sono pronta per andare a correre , oggi mi fa male la gamba , ma non ci faccio caso, esco dal portone di casa mia e inizio a correre , più che mai , senza fermarmi a pensare sulla mia vita, ci sono solo io . Dopo aver corso per 3 chilometri, posso andare a lavoro, vado a casa a cambiarmi , mettendomi la nuova divisa,un pantalone attillato ma non troppo nero e una camicetta bianca con la giacca nera.
Per me è un giorno qualunque per il presidente no , oggi ritorna sua figlia dal prestigioso college per le vacanze di natale . Guardo l'orologio sono le 7:00  intanto guardo fuori dalla finestra e già ce la macchina fuori ad aspettarmi , allora esco dal portone ed entro nell'auto pronta ad un altra giornata di lavoro .
Arrivo alla Casa Bianca, appena entro saluto i miei colleghi della security interna, vado verso la stanza ovale, prima di entrare busso, appena sentii avanti del Presidente, entrai . Buongiorno signor Presidente dissi, è pronto per oggi ? Il Presidente rispose, ovvio , allora perché sono il presidente degli Stati Uniti !
Beh il Presidente è una bravissima persona ma le sue battute non sono il massimo ...
<<Signore quali sono i piani per oggi ?>> La sua assistente, Sabrina mi diede il foglio con i suoi appuntamenti e le persone che avrebbe visto in giornata . <<Allora con permesso vado>> , il presidente mi guardò e rispose <<Signorina Anderson, mi dica lei è stata in Iraq, giusto?>>
Mi girai verso il Presidente e risposi, <<sì certo Signor Presidente , con le forse speciali e con la guardia medica.>> Alla mia riposta mi disse, <<bene allora le devo far vedere una cosa.>>
<< Risposi va bene e  me andai .>>
Feci il giro della Casa Bianca, assicurandomi che tutto fosse sicuro e perfetto, lo so è la Casa Bianca , ma ci posso essere sempre dei traditori.
Appena finito il giro andai verso la zona privata della Casa , aspettai fuori dalla stanza del Presidente e della First Lady.  Appena il Presidente finì di prepararsi, andammo a un convegno medico alla Biblioteca Nazionale.
Il convegno durò tre ore , ma almeno per me piacevoli, per il Presidente non credo sia stata entusiasmante, appena finì il congresso ,  guardai i miei tre colleghi della scorta per capire se fosse tutto okay e uscimmo . Facemmo salire il Presidente in macchina e andammo alla Casa Bianca .
Il pomeriggio fu tranquillo come sempre, il presidente e la first lady sono sempre impegnati per il bene del Paese, alla fine del mio turno alle 21:00 , stavo andando verso l'uscita , quando mi fermò la First Lady, <<signorina anderson>> , aspetti un secondo, le devo dire una cosa su mio figlio , il più piccolo .
A quella domanda mi stupii , la First Lady aveva tre figli , il più grande non l'ho mai visto , perché studia fuori , la media Elisabeth e Michael il più piccolo di appena 8 anni . Appena venne vicina a me le risposi si mi dica ,lei sembrava triste, avvilita per qualcosa di troppo grande per lei. Mio figlio, Michael è malato, ha un tumore al cervello , lei lo deve operare, deve salvare la sua vita, la prego... non glielo  sto chiedendo come First Lady ma come madre. Pensai a quel bambino, così indifeso e accettai la sua richiesta. <<Domani First Lady si faccia trovare alle 21:00 al Washington DC Hospital .>>
Mi rispose va bene e dopo quel momento, me ne andai. Ritornai a casa, ma appena posai le chiavi  , il mio cellulare squillò, era l'ospedale, accettai la chiamata e risposi <<pronto?!>> dall'altro capo del telefono era Stefan, il mio migliore amico, anzi l'unico, mi disse che il reparto di neurochirurgia e cardiochirurgia era in tilt per un grave incidente, non me lo feci ripetere più volte , dovevo andare a lì perché serviva il mio aiuto e il mio scopo era quello di salvare più persone possibili, non potevo perdere nessun altro nella mia vita .

 Ritornai a casa, ma appena posai le chiavi  , il mio cellulare squillò, era l'ospedale, accettai la chiamata e risposi <<pronto?!>> dall'altro capo del telefono era Stefan, il mio migliore amico, anzi l'unico, mi disse che il reparto di neurochir...

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