10:un segreto svelato

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Merda mi sento in ostaggio in questa cucina.
<<Non assomiglia molto a Serena?>> mi ritorna in mente la domanda fatta dalla madre di Josh.
Non so chi guardare , sono ancora in piedi fra due persona del mio passato.
<<Scusate dovrei andare >>dico tranquilla ma dentro ho una tempesta.
<<No rimani qui>>, dice Josh con uno sguardo serio.
<<Okay, di cosa vogliamo parlare? Io non sono di questa città.
La madre imbarazzata dell'atmosfera se ne va , lasciandoci soli in cucina.

<<Senti io non ho niente da dirti, perciò lasciami andare, ti prego>> gli dico non guardandolo negli occhi, non ho la forza per sostenere il suo sguardo .
<<Perché ho l'impressione di conoscerti da sempre?>>
<<Non lo so, mi dispiace non so cosa dirti>>, faccio per andarmene ma si piazza davanti per non farmi passare.
<<Spostati ti prego, non te lo dirò un'altra volta?!>>
<<Altrimenti cosa mi fai ? Piccola Elizabeth, appena pronuncia quel nomignolo con un sorrisetto malizioso.
Spostati ,altrimenti ti spezzo un braccio dediti tu.
<<No, dice con quel sorriso del perfetto stronzo...>>
<<Okay ,l'hai voluto tu ... con una mossa prendo il braccio sinistro e glielo giro dietro la schiena, facendolo sbattere contro la parete della cucina.>>
<<Mi hai chiamata "piccola", non l'ho fare mai più, lo osservo è senza parole.
<<Bene ci siamo capiti.. arrivederci Josh.>>

Sono uscita da quella casa, attraverso il vialetto per prendere la mia moto , quando mi sento di nuovo chiamare,
Facevo prima a rompergli per davvero il braccio ....<<cosa vuoi? Rispondo acida, non ne posso più di mentire.
<<Lo so che menti, so anche che Elizabeth non è il tuo vero nome?!>>
Appena sento quella affermazione mi esce una risata spontanea , quasi isterica.
<<Stai scherzando? Vero ?>>
<<No non scherzo , ho fatto al capo il tuo nome perché volevo cercarti e mi ha detto che non esiste nessuna Elizabeth Ray.>>
<<Questa conversazione è chiusa>>
mi giro per salire sulla moto quando sento la sua mano bloccandomi il polso, facendomi scontrare con il suo petto.
<<Chi sei veramente? Mi dice guardandomi negli occhi.
<<posso essere sia il diavolo che un angelo dato che lo era .... posso essere il diavolo quando ti metti contro di me invece posso essere un angelo se starai al tuo posto e ti fiderai di me>>
<<Decidi tu , chi devo essere>>
Lo guardo, anzi l'osservo per vedere la sua reazione,è confuso come se stesse pensando.

Senza dire un'altra parole salgo sulla moto e me ne vado...
Penso a ogni minima parola quando penso alla frase che ho sputato fuori dalla rabbia.....
<<Merda>>
Ho combinato un casino ...

Pov's Josh
La vedo allontanarsi con la sua moto, non riesco a non pensare quella frase è simile a un'altra frase, quasi identica...
<<Cazzo>>
Ha gli occhi azzurri, lo stesso sorriso della signora Anderson, ha la stessa fossetta di Serena, ha visitato la casa degli Anderson il giorno della loro uccisione, ha usato un nome falso , ha usato la stessa identica frase che Serena usò per difendere mia sorella da quattro bulli , è lei.

Sono un coglione a non averlo capito prima.
Devo trovarla.
Ma come faccio a trovarla ?
Posso essere pazzo ma deve essere per forza lei...

Vado in ospedale per cercarla, può essere che sia di turno.
Appena entro domanda a un infermiere se sia di turno ma purtroppo mi risponde che oggi non è di turno ma che l'ha vista poche ore prima.
Grazie risponde sorridendole e vado a cercarla può essere che è entrata da un'altro ingresso.
Sto diventando pazzo, sto pensando a mille cose.
Okay basta .....
Me ne vado da questo maledetto ospedale.

Devo rilassarmi perciò decido di andare a mare, in un posto dove andavo da piccolo.

Appena arrivo incomincio a camminare sul bagnasciuga, mi sono tolto le scarpe e i calzini, perché voglio sentire l'acqua

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Appena arrivo incomincio a camminare sul bagnasciuga, mi sono tolto le scarpe e i calzini, perché voglio sentire l'acqua.
È una sensazione stupenda.
Guardo questa spiaggia che si trova accanto a un castello abbandonato da anni.
Da piccolo insieme a Sean andavamo in esplorazione per vedere cosa ci fosse.
Rido per quei ricordi che sono così vivi ma così lontani.
Penso a quel maledetto giorno, avrei dovuto fermarla, sarei dovuto andare insieme a lei per proteggerla.
Da quanto sono sopraffatto dai pensieri non mi sono neanche accorto di aver abbandonato la spiaggia, mi ritrovo davanti al castello.
Appena entro mi scontro con la grandezza della struttura.
Appena salgo gli scalini vedo che sembra in ristrutturazione, guardo intorno gli affreschi e i lampadari di cristallo sepolti dalla polvere, quando sento una melodia.
Vado verso la musica quando mi ritrovo in una sala immensa, in fondo alla sala c'è una ragazza di spalle che suona un pianoforte malandato, beh per essere malandato funziona benissimo.

 Vado verso la musica quando mi ritrovo in una sala immensa, in fondo alla sala c'è una ragazza di spalle che suona un pianoforte malandato, beh per essere malandato funziona benissimo

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Sento la canzone è stupenda come la voce.
Penso alle parole della canzone.
"Please don't fall apart I can't face your breaking heart I'm trying to be brave Stop asking me to stay."
È Serena, la sua voce è stupenda, mi ricordavo che cantava da piccola ma non così bene.
Appena finisce vado per avvicinarmi, quando lei si gira e mi scontro con i suoi occhi che sembrano dei pozzi.
<<Che cosa vuoi da me ?>>
<<voglio sapere la verità per favore>>
<<Non posso, ti metterei in pericolo, già lo sei standomi vicino.>>
<<Allora è un rischio che correrò >>dico avvicinandomi a lei.

Ci stiamo guardando senza dire nulla, avvolte  il silenzio può esprime mille parole.
Lei distoglie lo sguardo e fissa il lampadario di vetro , ti prego parla, non ti chiudere con me.

Sospiro forte e giro per andarmene quando sento la sua voce dire << allora l'hai trovata la mia collana?!>>
<<Per tutti questi anni pensavo di no.>>

La osservo di nuovo, è bellissima.
Incomincia di nuovo a suonare, non ha voglia di parlare.
<<Ciao Serena>> mi escono sole le parole, quando avrei voluto dirle in questi anni ma non potevo perché lei non c'era, non sapevo neanche se fosse viva.
<<Ciao Josh >>risponde a tono facendomi un piccolo sorriso.
Mi avvicino per sedermi  accanto a lei, chiedo il permesso con la testa e lei annuisce.
Quando sto per sedermi noto che si è allontanata di molto.
Allora decido di "suonare" qualcosa, non mi ricordo niente, tanto tempo fa suonavo.
Con la coda  dell'occhio vedo che ha capito che sono in piena difficoltà e incomincia  a suonare insieme a me.
Finalmente ci siamo ritrovati, anche se non abbiamo parlato, almeno è un inizio, che già adoro.

La ragazza che salvò il presidente Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora