PARTE I-CAP 13

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I miei amici se ne andarono poco dopo, accorgendosi della luce appena spenta nei miei occhi, e mi lasciarono con la mia famiglia.
-Sono stata così presa dalla mia- mi interruppi, per correggermi poi un istante dopo -dalla nostra felicità che non ho nemmeno pensato a loro- ero sul punto di piangere, e Mirko mi abbracció protettivo. -Non ti preoccupare- mi consoló,
-domani ti porteremo da loro così potrai dare la meravigliosa notizia di persona-. -Non potranno far altro che essere felici per voi- continuó sua moglie, -infondo quelle pesti mancano anche a me, una breve gita farà bene a tutte e due-. Le parole di mia sorella mi fecero ridacchiare nel petto di Mirko, rincuorandomi, e tirando su con il naso sciolsi l'abbraccio.
-Grazie ragazzi- sorrisi e li guardai, eravamo proprio una bella famiglia. -Benvenuta tra di noi- sorrisero Linda e mio cognato abbracciando la mia futura sposa, che subito alzó gli occhi al cielo -siamo un pochino disastrati ma sapremo stare dalla tua parte per sempre- continuó Mirko,  le loro parole fecero sciogliere Luna nella gioia che quei due erano in grado di emanare.
Quella sera decidemmo di vedere un film, io e Linds ci coalizzammo ed imponemmo agli altri due di vedere Les Choristes, il nostro film preferito. Finsero di essere annoiati tutto il tempo ma durante la scena finale erano entrambi incapaci di staccare gli occhi dallo schermo. Lo adorarono, lo sapevamo, ma eravamo anche consapevoli del fatto che pur di non darcela vinta non lo avrebbero mai ammesso, quindi dopo poco rinunciammo. Quando verso l'una del mattino mia sorella si addormentò e Mirko la portò in braccio nella loro stanza anche io e Luna ci ritirammo chiudendoci la porta alle spalle

Luna mi baciò con trasporto, e io ricambiai con la stessa enfasi. Presto i nostri respiri divennero uno soltanto e i vestiti volarono chissà dove mentre la voglia che aveva di me si trasformava in necessità. Voleva sentirmi sua, e io volevo sentirla mia, così lasciai che mi prendesse in braccio e mi posasse con dolcezza sul letto. Ogni suo gesto mostrava la dolcezza e l'amore che le vedevo negli occhi mentre baciava ogni centimetro nel mio corpo e diventava un tutt'uno con la mia anima.
La mattina dopo mi svegliai nuda con la testa poggiata sul suo petto, i suoi capelli scuri a colorare il cuscino bianco e quando aprì gli occhi mi sorrise, mormorando un buongiorno con la voce roca di chi non parla da ore. Era splendida, ricordo di aver pensato che avrebbe potuto fare invidia a Lucifero stesso.

Dopo qualche coccola decidemmo di alzarci e di farci una doccia insieme, il suo sguardo su di me era così pieno di meraviglia, mi guardava come se io fossi una terra sconosciuta su cui era appena sbarcata con la sua nave e che non vedeva l'ora di scoprire. Mi guardava come se di me ci fosse così tanta meraviglia e ancora così tanto da imparare. Quando uscimmo indossai qualcosa di comodo, viste le ore di viaggio che ci aspettavano, e Luna seguì il mio esempio. Mirko e Linda ci aspettavano già pronti al piano di sotto. Salimmo in auto e ci fermammo a prendere del caffè per il viaggio. Dopo quella prima piccola tappa passammo dal fioraio a prendere un mazzo di rose per la signorina Lila dietro consiglio di Luna. Linda ricordò che le magnolie erano i suoi fiori preferiti e ne prendemmo una dozzina. Usciti dal negozio partimmo per la nostra destinazione finale, le note di una canzone d'amore ad accompagnarci.

Nessuno parlò durante il tragitto, erano anni che Linda non metteva piede in quel luogo che era stato la nostra casa per così tanto tempo. Fui l'ultima a scendere, dopo che Luna mi ebbe aperto la portiera dell'auto. Mi fermai davanti al portone, la scena di un anno prima impressa nella mia memoria, sapevo che cosa stava provando mia sorella, così tutti quanti aspettammo che fosse lei a muovere il primo passo.

Quando lo fece la seguii in silenzio, Mirko e Luna alle nostre spalle. Il suo sguardo era perso nei ricordi quando la signorina Lila la riscosse, entrando nel grande atrio e pronunciando il suo nome così piano che pensai di essermelo immaginato. Le due donne si abbracciarono strette. -Hanno molto da dirsi- sussurrai a Luna, lei annuii e mi prese la mano, lasciandosi condurre fuori. Accadde di nuovo come un anno prima, fummo fermati da parecchi ragazzi, che mi chiesero come stavo e salutarono calorosamente Luna, pur avendola vista una volta soltanto. A chi mi conosceva da piccola dissi di aspettare che Linda uscisse e di non correre dentro a salutarla, lei e Lila avevano del tempo perduto da recuperare.

Un istante prima di girare l'angolo Luna mi fermò, guadagnando uno sguardo confuso da parte mia, -voglio che tu chieda loro di farci da testimoni- disse decisa, -ne sei sicura?-. Lei annuì e la baciai. Girammo l'angolo e li vidi, seduti su quel vecchio albero come da bambini. Irene aveva tinto i capelli, che ora formavano una cascata rossa sulle sue spalle; quelli di Ash erano cresciuti parecchio nell'ultimo anno, e ora erano legati in un codino tenuto stretto dal nastro di mia nonna, un cordino nero cingeva invece il collo di Oliver, e avrei giurato ci fosse la mia moneta appesa ad esso.

Dreaming of my moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora