PARTE II- CAP 11

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La mattina dopo mi svegliai riposata e con un certo languorino per non aver praticamente toccato il risotto, che avevo lasciato raffreddare sul comodino.
Mi alzai dal letto e andai in bagno per fare una doccia, piansi un pochino sotto il getto d'acqua ma dopo aver lavato i capelli mi sentii un po' meglio.
Tornai in camera e mi costrinsi a  rendermi presentabile. Asciugai i capelli e fermai due ciocche sul retro del capo con un paio di forcine decorate da piccoli fiori bianchi. Presi dei vestiti dall'armadio ed indossai un paio di jeans chiari, una maglietta comoda rossa e un maglione lungo grigio.
Strinsi il ciondolo con l'orso e scesi le scale. La mia famiglia quasi si spaventó nel vedermi scendere per la colazione, ma mia madre si aprì in un dolce sorriso e versò una tazza di caffè anche per me.
Dopo esserci rimpinzati per bene con la deliziosa torta preparata dalla mamma io e Tiago ne impacchettammo una fetta e uscimmo di casa.
Arrivati da Freak ci sorridemmo a vicenda e, al tre, gridammo in coro -Freak, pendaglio da forca!- facendolo scendere e beccandoci uno sguardo esasperato.
-Siete due idioti- mi abbracciò allegro -allora la torta me la mangio io- rispose mio fratello -no dai, vi adoro ragazzi- Freak si corresse, tutti adoravano la torta di mia mamma. Risi del mio amico e, insieme a Tiago, ci dirigemmo nel nostro posto preferito.
Il vecchio parco giochi era deserto come al solito, e il profumo di erba appena tagliata ci accolse come un caloroso abbraccio sotto la luce del sole. Cominciai a correre più velocemente possibile urlando -L'altalena è mia!- e ridendo come una bambina. Tiago grugní fingendosi esasperato mentre Freak mi correva dietro, cercando di prendermi. Mi sedetti appena in tempo per vedere il mio migliore amico venirmi addosso, placcandomi e facendomi cadere dalla giostra per cui forse eravamo un po' troppo cresciuti.
-Così non è valido- mi lamentai cercando di liberarmi -oh si invece- mi canzonó Freak sedendosi, per poi allungare una mano per aiutarmi ad alzarmi. La strinsi e, ignorando il male alla spalla, la tirai, facendo cadere il mio amico per poi sedermi e massaggiarmi dove avevo sbattuto a terra.
-Mi hai fatto male, François- lo rimproverai, in quel momento Tiago ci raggiunse -sei proprio un bullo, François- mi fece il verso guadagnandosi un'occhiataccia.
Passammo un po' di tempo al parco giochi, ridendo e facendo gli scemi, e quasi dimenticai la ragione per cui ero stata così male nell'ultima settimana.
Quando credevo di poter scordare tutto per un minuto Tiago rovinó l'atmosfera. Stavo ridendo per una faccia buffa di Freak quando mio fratello interruppe la mia risata a metà. -Devi parlare con Isadora- il mio sorriso si spense -no, ho detto di non volerla rivedere mai più e così faró- mio fratello sospirò -non la puoi ignorare per sempre-. Annuii, guardandolo male -si che posso, è quello che sto facendo- Freak si intromise nella conversazione -qualunque cosa tu stia facendo non ha funzionato- indicó un punto alle mie spalle e mi alzai.
Quando la vidi persi il controllo.
-L'hai chiamata tu?- gridai a Tiago, infuriata -si- rispose lui senza scomporsi -voi due dovete risolvere le cose. -Non è vero, non dobbiamo- risposi acida. -Andiamo scricciolo- si avvicinò Isadora. Come mi aveva chiamata?
Scricciolo. Mi aveva chiamata Scricciolo. Come faceva Luna.
-Non chiamarmi così- sibilai, stringendo i pugni.
-Anita- François tentò di avvicinarsi a me ma il mio sguardo gli intimó di rimanere dov'era e così fece. -Anita niente, non ha alcun diritto di chiamarmi in quel modo- mi allontanai di un passo, -solo lei mi chiamava così-.

Tiago sembrò capire e si avvicinò a me -d'accordo Ani, mi dispiace di averla fatta venire, andiamo a casa ora- annuii e feci per voltarmi ma qualcuno mi prese per il polso, impedendomi di allontanarmi.

Isadora mi guardò negli occhi -Chi è lei?- chiese stringendomi il polso -la cosa non ti riguarda- la sfidai con lo sguardo -si invece- rafforzò la stretta facendomi male.
-Lei non è affar tuo- la sfidai ancora senza mostrarle quanto mi stesse facendo male. Isadora mi guardò negli occhi dall'alto in basso, e ci trovò qualcosa che la fece rinsavire. Si riscosse e lasciò la presa sul mio polso, prima di fare un passo indietro.
Forzó un sorriso, sorprendendomi -é questa la cosa che ho sempre amato di più di te- fece una pausa -sei l'unica persona che riesce a tenermi testa senza avere paura di me-.
Isadora se ne andò senza darmi il tempo di rispondere.
Quando girò l'angolo mi voltai verso Freak e Tiago -andiamo a casa- dissi sicura. I due annuirono e mi accorsi delle condizioni del mio polso solo quando François cercò di sfiorarlo delicatamente. Mi ritrassi subito, come se avessi avvicinato troppo la mano al fuoco di un camino. E abbassai lo sguardo sul mio braccio, notando che dove Isadora aveva stretto era molto arrossato; muoverlo faceva malissimo.
-Io la ammazzo- minacciò mio fratello, protettivo. -Non ne vale la pena- risposi io con tranquillità -il dolore passerà, ma non voglio rivederla mai piu. Mi ha baciata Tiago, mi è sembrato un tradimento a mia moglie- continuai, spiegando le mie ragioni. -Io amo Luna, anche se lei non è più parte della mia vita- sospirai -e quando Isadora mi ha baciata mi sono sentita sporca, mi sono sentita male per aver lasciato che lo facesse- Tiago annuì, senza dire una parola e seppi che aveva capito e non giudicava le mie azioni. Gli fui grata, ma non glielo dissi.
-Devi metterci del ghiaccio su quel polso- disse Freak dopo un po' -sto bene- cercai di rassicurarlo. Il mio amico però non mi credette e mi portò a casa sua, dove il suono di un pianoforte che suonava mi riportò indietro.
Rividi Freak bambino, seduto sullo sgabello di fronte al piano, accanto ad una donna con qualche filo grigio nella fluente chioma scura. Potei sentire la musica e la vocina di me bambina farsi forte e coraggiosa mentre chiedevo alla donna se il mio amico potesse venire fuori a giocare con me.
Mi riscossi al tocco di mio fratello sulla spalla -stai bene?- sorrisi ed annuii -un ricordo- spiegai, Tiago ne fù felice e insieme seguimmo Freak oltre l'ingresso. La donna del mio ricordo si alzó e venne ad abbracciarmi, mi chiese come stavo e si raccomandò di farmi vedere più spesso, quando suo nipote uscì dalla cucina con del ghiaccio e mi trascinò in bagno.
Mi fece tenere il pacchetto freddo sul polso per un po' e mi spalmò una pomata puzzolente quando i cubetti di ghiaccio cominciarono a sciogliersi. Mi bendó per evitare che la pomata mi sporcasse i vestiti e salutò Tiago sulla porta.
-Togli la benda prima di dormire e domattina mettine una pulita- si raccomandò premuroso, al che annuii e gli lasciai un bacio sulla guancia, prima di incamminarmi verso casa.

Dreaming of my moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora