Non è come nei film che la mattina dopo aver lottato ti alzi tranquillante e vai a correre non è per nulla così, anzi ti ritrovi ricoperta dai lividi e alzarsi dal letto è davvero un trauma, ma devo per forza, devo andare a Roma all'università.
Mi alzo prendo la prima cosa che capita tanto non sono alla ricerca dell'amore devo andare a seguire le lezioni di storia dell'arte antica e mi hanno anche detto che un esame tosto.
Esco dalla camera e sbatto contro Cole: " buongiorno"
"Buongiorno a te, ma scusa sono in ritardo"
"Ritardo per cosa?"
"Ritardo all'università ho una lezione" urlai mentre mi allontanavo
"Ah ok a dopo"
Tra me me mi dissi; si se i treni non fanno ritardo... non so perché ma sembra impossibile a Termine che un treno arriva puntuale e percorre il viaggio senza nessun problema e quando tutto questo succederà sarà un miracolo o forse troppo tardi.
Uscita dalla caserma mi dirigo alla stazione e sono riuscita a prendere il treno per un pelo e tra un ora ( se tutto va bene) arrivo a Roma Termini. Ne approfitto per riposarmi un po'."Il treno 2010457 è arrivato a Roma Termini per eventuali cambi di biglietti..."
Bene siamo arrivati ora devo correre per prendere la metro B e arrivare a Via Ostiense spero di farcela sono già le 8:50 la lezione iniziatra tra dieci minuti.
Fare le corse non mi pace non sembra ma mi pace andare tranquilla senza problemi o pensieri e qui la gente corre sempre non fanno caso a te ti sbattono da una parte e l'altra senza nemmeno dire "scusa".
Oh no, quella parole orami non esiste più.
Salgo sulla metro e mi torna in mente quello che è successo ieri sera sono convinta che mi è sfuggito qualcosa non so cosa ma devo ricordare.
La mia mente comincia a ricordare tutto quello che è successo e non riesco a capire come quella donna sia potuta scappare.
Le porte della metro si aprono e corro all'università più veloce che posso; arrivata in aula A mi siedo a gli ultimi banchi e noto che la professoressa non è ancora arrivata, grazie al cielo.
Vicino a me si siede una ragazza un po' goffa, sembra smarrita: " questo è il corso di storia dell'arte antica?"
Gli rispondo "si"
"Menomale pensavo di essere in ritardo"
Rido "tranquilla non sei l'unica lo pensavo anch'io" mi sorride mentre parliamo riesco avere il tempo di studiarla non mi fido molto delle persone, ma lei non mi dà motivo di preoccuparmi sembra vera.
"Piacere, mi chiamo Giulia"
"Piacere, Giulia io mi chiamo Megan"
"Hai un bel nome non sei di qui vero?"
"No sono una studentessa fuori sede, però se volevi chiedermi se sono italiana la risposta è sì"
"Scusami, ma il tuo nome..."
"Tranquilla, non ti preoccupare mia madre mi ha chiamato come il nome di una sua scrittrice preferita"
"Ah capisco, sembri triste"
"Lunga storia, ma questa professoressa dove è, se lo sapevo non facevo le corse"
Giulia ride.
Dopo qualche minuto la professoressa entra di corsa in aula mortificata del suo ritardo e cerca di scusarsi in tutti i modi e appanna arriva alla cattedra si siede, apre il computer e inizia a spiegare per due ore senza nessuna pausa."Tu hai qualche corso dopo?" Mi giuro verso Giulia per rispondergli.
"Legislazione, segui anche tu quel corso?"
"No, mi hanno detto che è meglio da non frequentanti ma è un bravo professore"
"Ah mi sa che seguirò il consiglio che ti hanno dato"
Ride e si scontra con un ragazzo e gli cascano tutti i libri che aveva in mano.
"Scusami, ero distratta" la aiuta a raccogliere i libri
"non fa niente ti sei fatta male?" Tutta rossa risponde " no e tu?"
"No no, ci vediamo" è così come è comparso sparisce, mentre Giulia lo segue con lo sguardo. Mi schiarisco la voce lei si gira di scatto "scusami" scoppio a ridere " dai è un bel ragazzo non trovi"
"Si"
Il ragazzo si dirige in aula 17 e la stessa aula dove si svolge il corso di legislazione.
"Senti, che ne dici comunque di provare a sentire la lezione di legislazione?"
"Ok" ci dirigiamo in quella aula è appanna entriamo ci sediamo e senza farlo apposta, proprio davanti a noi, c'è il ragazzo di prima. Si gira per domandarci se abbiamo il libro e rimane sbalordito per un secondo e poi ci sorride " siete le ragazze di prima"
"Si piacere Megan e lei è Giulia"
"Piacere io sono Marco. Voi di che anno siete?"
"Al primo anno" rispondiamo in coro
Lui ci sorride; mi alzo
"Io vado in bagno" conosco quello sguardo Giulia e imbarazzata, ma nello stesso momento gli piace; come negarlo gli lascio un po' di tempo così fanno un po' di amicizia.
Marco è alto biondi con occhi azzurri magro con un po' di muscoli ha un piercing al sopracciglio e fuma lo sento dall'odore che emana i suoi vestiti.
Mi arriva un messaggi da parte del generale che pensandoci bene il loro nome è identico:" quando torni doppiamo parlare c'è una nuova missione per te e Cole"
Fantastico quando pensi che puoi stare un po' tranquilla e invece ti sbagli di grosso, ho ancora tutte le ossa che fanno male.
Metto il telefono in tasca e torni in aula il professore era già entrato e ha iniziato a spiegare "scusi l'interruzione" mi guarda e mi fa segno di sedermi.Finita anche questa lezione posso tornare a casa e riposarmi un po' prima di andare dal generale.
"Alla fine il professore è bravo come mi avevano detto, quasi mi dispiace non frequentare il suo corso"
Marco ci guarda " non frequentate il corso?"
"No, qualcuno ha consigliato a Giulia di non frequentare... così facendo all'esame sarà più tranquillo"
Ci pensa su " allora non lo faccio nemmeno io"
Giulia comunque non passa in osservata è una bella ragazza capelli marroni lunghi occhi color nocciala ha le curve al punto giusto, è davvero una bella ragazza.
"Cosa fate oltre lo studio?" Ci domanda Marco "io faccio la modella" c'era da aspettarcelo Giulia è una bella ragazza
"E tu Megan?"
"Io mi dedico allo sport adoro gli sport estremi" dopo tutto non posso dirvi ei sono una spia e poi sono abituata a mentire per tener segreta la mia identità.
"Figo, io vado ci vediamo alla prossima ho dato il numero a Giulia se fate un gruppo ci mettiamo d'accordo, ciao!'' E se ne va.
"Io Giulia devo per forza scappare mi ha chiamato mio padre, ha bisogno di me ci sentiamo e fai il gruppo così hai più possibilità di parlare con Marco ho visto come lo guardavi" lei diventa rossa e fa un cenno con la mano tanto io ero già lontana non gli ho dato modo di rispondermi.
Arrivata alla stazione di Roma Termini salgo sul treno e cerco di procurarmi i libri per iniziare a studiare so già che non avrò molto tempo libero quindi dovrò trovare il modo per studiare e andare all'università. C'è l'ho già fatta una volta al liceo non sarà così diverso giusto?Appena entrò in caserma vado subito in camera mi cambio mi metti la tuta per allenarmi un po' e vado in palestra.
Entro e non c'è nessuno è normale chi vuoi che ci sia alle 8 di sera in palestra qui il coprifuoco è molto rigido e nonostante tutto cercano sempre il modo per uscire e andarsi a divertire il preferisco 'DIVERTIRMI' in palestra.
Dopo un po' sento un rumore e mi giro di scatto qualcuno era appena uscito dallo spogliatoio a petto nudo si notano tutte le fibre dei suoi muscoli sotto sforzo e si asciuga la faccia con uno asciugamano bianco e si gira "Megan cosa ci fai qui a quest'ora" senza rendermene conto sono già le 10 di sera.
"Potrei farti la stessa domanda"
"Hai ragione ma te l'ho fatta prima io"
"Secondo te cosa posso fare in palestra?"
"Umm capisco"
"E tu perché tu fai la doccia qua la tua stanza non ha il bagno?"
"Si ma volevo farmi una doccia calda"
"Ah ok"
"Da quanto sei qui?"
"Dalle 8 perché?"
"Così, beh io vado, non sforzarti troppo"
"Ok notte"
"Notte Megan"
E se ne va. La palestra a volte è l'unico modo per sfogarmi e pure sono stata cresciuta così, non sono brava con le parole sono stata abituata a combattere ed è l'unica cosa che so fare. Però ora ha ragione lui e meglio che vado a dormire guardo il telefono."Visto che non sei venuta per spiegarti la missione prima che vai a dormire o domani mattina preso fatti spiegare tutto da Cole. Domani mattina alle 3 dovete partire."
Cavolo mi ero proprio scordata l'incontro con il generale, perché alle 3 di mattino?!
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UNA VITA IN MISSIONE
PertualanganAvete la minima idea di quanto è difficile convogliare studi e lavoro? più che altro il mio non è solo un lavoro; il mio è un dovere. Sono stata cresciuta per fare l'agente, ma non finisce mai come vorresti e qualcosa sta per cambiare le carte in...