Nuovo giorno

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"Driiiin" suona la sveglia alle 6 e mezzo del mattino, io ancora presa dal sonno, sorpresa da questo rumore strillante, faccio un salto e cado giù dal letto. Con la faccia tutta rossa e ancora stanca poiché le 7 ore di sonno non mi sono bastate, penso e senza volere dico a voce alta,:"che vita di merda!", purtroppo per me, mi sente pure mia madre; mi dice che non mi farà uscire sabato e io la ringrazio, dato che avevo finito le scuse per non uscire con quelle strampalate delle mie amiche,o almeno così dicono di essere.
Anche se non so quale grazia divina mi abbia aiutata, mi vesto e mi trucco, ma non troppo, in orario, e la cosa è davvero sorprendente, dato che di solito arrivo con venti minuti di ritardo a scuola, ma vabbè questi sono dettagli. A proposito di scuola, oggi ricomincia, purtroppo per me l'Estate, il sole e il mare si sono conclusi, lasciando posto a questa rompiscatole di scuola, maledetto chi l'ha inventata dico sempre io.
Alle 8 mio padre grida:"ti muovi Ava, ti sto aspettando da mezz'ora, devo andare a lavoro, sbrigati cazzo," io per nulla colpita dalle sue parole, ormai ci ho fatto l'abitudine, scendo, mi guardo un'ultima volta allo specchio e salgo in macchina.
La scuola si trova ad una decina di minuti da casa mia, di solito arrivo tardi, tranne oggi, dato che mio padre sta sorpassando le macchine, come se fossimo in una gara di formula 1. "Papà, mi servono i soldi per il panino" dico osservando la strada dal finestrino, "si" risponde lui, in tono così indifferente che certe volte penso se davvero gli importi qualcosa di me, lo so è brutto pensare questa cosa su mio padre, ma visto il suo comportamento, mi viene spontaneo pensarla. Finalmente arriviamo a scuola, mio padre mi da i soldi e lo saluto con la stessa indifferenza, tanto neanche gliene importa. Scendo dalla macchina, seguo con lo sguardo la Porsche grigia di mio padre allontanarsi e mi incammino verso l'entrata della scuola. Devo ammettere che un po' mi mancava studiare, lo so mi prenderete per una secchiona, ma sono fatta così, se non faccio tutti i compiti per l'indomani mi sento troppo in colpa. Ormai mi sono abituata al liceo, visto che sono al terzo anno, la mia classe mi piace, tranne per qualche stupido bulletto, ma per il resto sono tutti, sia maschi che femmine, molto simpatici, e siamo come dei fratelli ormai. Salgo le scale, entro, e subito dopo, all'interno, vedo le mie amiche, Chloe e Sarah, che si abbracciano e ridono, felici di vedermi,mi vengono in contro e mi abbracciano, devo ammettere che anche io sono felice di vederle; non abbiamo passato molto tempo insieme durante l'Estate, io non sono uscita più con loro, ma credo che quest'anno ci rifaremo sicuramente. " Ciao, Ava, da quanto tempo, mi sei mancata tanto" dice felice Sarah, "anche tu" rispondo un po' timidamente, da piccola non ero così, anzi ero una vera peste, ma con gli anni mi sto facendo sempre più timida, soprattutto con i ragazzi.
"Sei mancata anche a me Ava, perché non sei uscita con noi prima dell'inizio della scuola?"dice Chloe con aria sospettosa, non sapendo cosa dire balbetto un:" mi dispiace" ma poi aggiungo" ho avuto vari impegni, compiti, pranzi, cene, sai com'è" finita la frase, ripenso a quanto sono stata stupida ad inventarmi questa scusa, ma per fortuna la campanella mi salva e siamo costrette ad andare in classe.
Grazie al cielo le prime tre ore, una di letteratura, le altre due di Greco e Latino, sono finite e ora c'è la ricreazione. Io, Sarah e Chloe usciamo dalla classe e andiamo verso i panini. Arrivate nell'area "snack" ci mettiamo in fila e aspettiamo il nostro turno, sperando di poter prendere il panino prima che faccia notte, dato che c'è una fila così lunga che sembra di essere ad un concerto, anzi peggio. Mentre aspettiamo, con una pazienza che si sta esaurendo, mi sento toccare da dietro, "Justin", ah scusatemi, non vi avevo parlato di lui, ma purtroppo devo proprio. Justin è il bullo della scuola, molto sexy ammetto, alto capelli castano scuro e occhi azzurri, il classico tipo da sballo insomma, ma non si stanca mai di sfottere gli altri, certe volte penso come non si secca a prendere in giro, voglio dire anche io alcune volte prendo in giro una persona, ma di certo non tutte le volte che la vedo, ad ogni ora, ogni secondo della mia vita, di certo non vivo sfottendo gli altri, ecco.
"Ehi, Ava, come stai, tesoro?"
"Bene" rispondo in tono distaccato
"Senti ti andrebbe di venire con i miei amici al Mc, stasera?, per un attimo lo guardo  sbigottita, chiedendomi se dice sul serio o mi sta solo prendendo per il culo, quando sto per aprir bocca lui mi anticipa e dice: ahahahahaha, credi davvero che uscirei con te, cazzo rovineresti la mia immagine" io lo guardo, ferita, non rendendomi conto di stare quasi per piangere, ma l'unica cosa che riesco a dire è " lasciami in pace Justin, non ti annoi a prendere in giro gli altri, mi fai schifo" dico, ancora molto offesa e ritorno in classe, non aspettando Chloe e Sarah. Finalmente le cinque ore sono passate e torno a casa grazie al passaggio di Sarah. "Stasera vieni alla festa?" mi chiede con un fascio quasi di supplica nei suoi occhi, " non lo so" dico poco convinta. " dai, balleremo, faremo qualche shottino, ci divertiremo come non mai"
"Non lo so, c'è pure Justin e mi prenderebbe in giro...", " tranquilla" dice Sarah in tono rassicurante, "ci siamo io e Chloe a difenderti, se solo quello stronzo prova a toccarti, non avrà più le palle credimi!" Colpita e
divertita dalle parole di Sarah, rido e dico: " Okkkk, però a condizione che mi vieni a prendere tu alle 7, mi secca dover chiedere un passaggio a mio padre", "siiii, certo alle 7 puntuale sarò qui, fatti trovare bella perché stasera non sarai più vergine, si sballera', credimi!!" Ammetto che le sue parole mi offendono un po', non ce bisogno che mi ricordi ogni santo giorno che sono l'unica vergine della scuola, ma decido di lasciar perdere e dico solo:"A dopo", scendo dalla macchina ed entro in casa, facendo molti pensieri riguardanti la festa, alcuni anche molto osceni, chissà che succederà mi chiedo continuamente nella mia testa, chissà....

The boy  without last name Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora