Illusione

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Cosa sta succedendo? Ava riprenditi, riprenditi!!! Sono appoggiata a un muro, mi sta facendo malissimo la schiena, tutti i passanti ci fissano, i polsi dalla stretta mi staranno diventano gialli, ma tutto questo ora non importa, ci siamo solo io e Aiden e le nostre lingue che si muovono all'unisono; tolgo le mani dalle sue e le faccio scivolare lungo la sua faccia, poi sulla sua schiena e infine tra i suoi capelli, non credevo di essere così brava dato che da un bel po' non baciavo qualcuno, non sto capendo nulla, so solo che ci stiamo baciando così intensamente che il tempo sembra essersi fermato. Alla fine ci stacchiamo l'uno dall'altra e Aiden accarezzando la mia guancia dice: "scusami ancora, non dovevo comportarmi in quel modo, sono stato uno sciocco, scusami davvero, non lo farò più, te lo prometto", " ok" riesco solo a dire ok, cazzo Ava riprenditi, riprenditi!! " ora continuiamo la nostra passeggiata al parco?" " sì certo, andiamo", con mia grande sorpresa mi prende per mano e ci incamminiamo di nuovo verso il parco. Tutto il pomeriggio l'abbiamo passato a rincorrerci per il parco e sull'altalena, dove mi faceva andare così in alto che avevo quasi paura di volare, letteralmente, abbiamo riso e scherzato, devo ammettere che non passavo un pomeriggio così da anni, mi sento rinata. Verso le cinque Aiden mi ha portata in una gelateria, "è la migliore della città" diceva lui, ma detto fra me e me, il gelato faceva schifo, però se a lui piace, piace anche a me, ora siamo in moto, si sta facendo quasi sera, so che è meglio se ritornassi a casa, ma Aiden mi ha supplicata di andare con lui a cena, in un modo così dolce che non ho saputo dire di no; Aiden parcheggia la moto e scendiamo, " benvenuta da Antonio, il miglior ristorante italiano di sempre" " cibo italiano eh? Non credevo ti piacesse" affermo in tono divertito, " lo adoro invece, l'Italia, i suoi posti, il suo cibo, chi non la ama? " be mi sa che hai proprio ragione" ammetto sconfitta, " allora non ci resta che entrare mia ancella", mi prende di nuovo per mano e raggiungiamo l'entrata del ristorante.
Una volta seduti, una cameriera dai capelli rossi si avvicina a noi e ci chiede con un accento inglese marcato cosa vogliamo ordinare, io prendo del pesce e Aiden ordina lo stesso per compiacermi credo, dato che a fine cena l'ha lasciato tutto; " bella giornata, mi sono divertita tanto,grazie" dico con gratitudine, " anche io" dice guardandomi improvvisamente con intensità, troppa, cosa che mi costringe a non guardarlo più negli occhi e abbassare lo sguardo; alla fine decido di farmi coraggio e dico " ora che faremo?" " che intendi?" " intendo: dopo questo, dopo oggi, ci rivedremo?" dico non volendo realmente sapere la risposta, anche se dentro di me credo già di saperla, " be, sono molto impegnato in settimana, puoi lasciarmi il tuo numero e quando avrò tempo posso..." non lo faccio finire di parlare ed esclamo: " oh ma certo, ora capisco, per te sono come le altre, una stupida illusa che ti va dietro per poi scopartela e abbandonarla il giorno dopo per poi fare finta di nulla, ma sai che c'è Aiden? Io non sono come loro, se pensavi di potermi scopare per poi buttarmi via, ti sbagli di grosso, vaffanculo!" esclamo a voce altissima ed esco dal locale, ma certo, ora capisco tutto, c'erano troppe coincidenze, guarda caso un ragazzo, figo per giunta, viene da me e mi offre il suo aiuto, mi porta a casa sua e mi fa uscire con lui, chissà con quante altre ragazze l'ha già fatto, sapevo che quest'anno sarebbe stato duro, ma non così tanto, cazzo. "Ava, aspetta!" esclama Aiden rincorrendomi, "Vaffanculo Aiden!" esclamo a mia volta singhiozzando, " mi dispiace", l'ho perdonato già al parco, ma dopo questo non posso, mi ha fatta sentire usata, mi ha fatta sentire come le altre, che razza di persona è? Per fortuna mentre piango arriva un taxi, lo fermo e salgo prima che Aiden possa fermarmi, ancora tra le lacrime dico all' autista di camminare più in fretta che può, mi giro e vedo Aiden urlare ancora di fermarmi, ma l'autista cammina velocemente fra le macchine, " Midtown per favore" dico e scoppio ancor più forte di prima a piangere, coprendomi con le ginocchia.

The boy  without last name Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora