5.

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Quella risposta mi spiazzò.
Come può sapere una cosa che so a malapena io?
Mi restò a guardare cercando di intercettare i miei occhi.
Mi metteva a disagio.
-Jess-
Gli sfiorai il viso con lo sguardo.
-Jess guardami-
Alzai timidamente lo sguardo.
Con voce calma mi chiese:-Jess lo sai cosa volevi dirmi- quasi sussurrando -Pensaci-
Rimasi lì in bilico, a metà: confessarmi, anche se equivaleva ad un suicidio mentale, o fare la figura di quella che non capisce, che non si conosce, ingenua.
Distolse lo sguardo, deluso.
-Che mi piaci...- dissi senza voce.
Puntò gli occhi su di me.
I suoi vivaci occhi azzurri sui miei verdi, spenti, imbarazzati.
Mi sentii avvampare le guance, come se stessi andando a fuoco.
Lottai contro l'imbarazzo per non togliere lo sguardo.
-Ripetilo, ti prego-
Mi metteva a disagio; abbassai velocemente la testa.
-Jess guardami- mise le mani intorno al mio viso, costringendomi a guardarlo negli occhi.
-Ripetilo, per favore-
Mi feci coraggio:-Che mi piaci-singhiozzando.
Sentii le mie parole fragili, deboli, quasi prive di senso o significato uscirmi dalla bocca. Non potevo più sopportarlo: non avevo mai detto ad una persona che mi piaceva e non ero di certo mai stata obbligata a farlo. Era una cosa surreale.

Il giorno seguente non andai a scuola, finsi di stare male e restai nel letto a pensare a cosa avevo detto a Leonardo il giorno prima.
Perché mi aveva obbligato a fare una cosa che non volevo fare? Ora non riuscirò più a guardarlo negli occhi...
Mi maledissi per essere caduta al suo fascino e averglielo detto contro la mia volontà.
Mi alzai per prendere il libro e scacciare i miei pensieri dalla testa.
Attraversai la stanza: l'avevo lasciato in cucina.
Aprii la porta e sentii mia madre litigare con mio padre.
-Cos'è questo?! Eh?- urlò mia madre piangendo, tenendo una maglietta bianca sporca di rossetto.
Mi venne un tuffo al cuore.
Mi accovacciai dietro un mobile in corridoio e stetti ad ascoltare.
Non poteva essere: mio padre aveva tradito mia madre. Quella persona che avevo sempre ritenuto fedele, buona, gentile, il MIO papà, l'aveva tradita, MI aveva tradita. CI aveva tradito.
-Tesoro, non è come pensi!- si difese.
-MI FAI SCHIFO!!!- appallottolò la maglietta e gliela tirò contro:-VAI VIA DA QUESTA CASA!!! COSA PENSERÀ JESSICA DI TE, ADESSO?! HA SOLO 16 ANNI!!!! SEI UN PESSIMO ESEMPIO!!! LASCIACI IN PACE-
Sentii mio padre venire in corridoio e mi ritirai velocemente in camera mia.
Il cuore mi batteva all'impazzata.
Non poteva essere. Non lo riconoscevo più: non era l'uomo che mi aveva insegnato l'importanza della fedeltà. Non era lui ...
Prese un paio di vestiti dal cassettone nella sua camera e se ne andò, sbattendo la porta.
Mi accovacciai sul letto, piangendo.

Due giorni dopo ero ancora sconvolta. Non ero più andata a scuola, e non avevo intenzione di andarci per un bel po'. Avevo bisogno di riprendermi.
Mia madre entrò in camera sorprendendomi a non fare niente. Stava piangendo. Probabilmente si era decisa a dirmi del divorzio.
-Cara, tesoro- e si sedette sul letto -tuo padre ci ha lasciati-
-lo so, mamma- dissi mettendomi a sedere e abbassando lo sguardo.
-No tesoro- tirò su col naso -È molto peggio: tuo padre è stato trovato con una corda al collo- pianse -suicidio-
Rimasi immobile, a bocca aperta, fissando il vuoto.
Mia madre mi abbracciò e mi lasciò.
Non sapevo cosa pensare.

SEI SEMPRE NEI MIEI SOGNI•Leonardo DiCaprioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora