11.

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- Cos...Leo!- esclamai esasperata mettendomi le mani nei capelli -Cosa vuoi dire!?-
-Potresti non essere pronta...- mi avvertì grattandosi la nuca.
-Sputa il rospo-
Silenzio.
Probabilmente stava valutando i pro e i contro o la mia futura reazione...
-No, non posso- e si alzò deciso, come decisa era la sua decisione.
-Ma perché?-
-Tutto quello in cui credi potrebbe essere ... diverso...-
La mia espressione interrogativa lo fece continuare.
-Non ti succede mai di... Che so, che ti dicano cose all'apparenza non vere? O avere segni sulla pelle senza il minimo ricordo di esse?-
-...-
-Il bernoccolo che hai sulla fronte...-
-E tu come fai a saperlo..?-
-So di te cose che non puoi immaginare.-
Brivido.
Cosa?
Ditemi che sta scherzando...
Cosa vuole dire ...?
-Ora andiamo a dormire- e si diresse verso l'armadio.
Non può lasciarmi così... All'asciutto.
Ero piena di dubbi, ma non osavo chiedere altre spiegazioni. Volevo avere una certezza e ora mi ritrovavo con ancora più domande.
-Posso darti questo pigiama. Lo so che è da maschio ma era di mio fratello- e lo tirò fuori.
Non sapevo che Leo avesse un fratello...
-Non mi hai mai parlato di avere un fratello... E adesso dov'è?-
morto-  e mi lasciò pesantemente i vestiti sulle gambe.
Nel suo tono di voce non c'era tristezza o rimpianto, la sua voce era... Piatta.
   

||3 anni||
Mamma piangere in bagno.
Gente vestita di nero.
Una croce bianca.

Oh cazzo.
È mai possibile?
Avevo un fratello.
E mia madre non me l'ha mai detto.
Oddio, no, non può essere.

-Scusa, non volevo-
-Niente, non è mai stato molto furbo- disse togliendosi la felpa.
Ma come può dire una cosa del genere?
-Posso sapere come è...-
-Morto? Fumo- poi cambiò discorso -Il letto è nella stanza qui a fianco. Buona notte Jess-
Dopodiché mi scoccò un bacio sulla guancia.
Io rimasi lì immobile, da ebete, con una mano dove mi aveva appena toccato. Cercavo di capirci di più. Non so su cosa. Su tutto. E su niente. Non pensavo a niente. Ma contemporaneamente pensavo a tutto.
-Jess?- mi richiamò alla realtà Leo.
Lo guardai imbarazzata, ma solo dopo mi resi conto che si era tolto la maglietta. -Oh!!- dissi rossa come una mela e mi coprii la faccia con il pigiama che mi aveva dato.
Leo scoppiò in una fragorosa risata.
-I...io vado in camera. B..buona notte- dissi senza spostare gli indumenti dalla faccia.

Mia madre era seduta sul divano, intenta a leggere il giornale.
-Mamma...- dissi incerta per paura che si potesse arrabbiare per non averla avvertita la sera prima.
-Si, tesoro?-
Il mio cuore si calmò all'istante.
-Ho... Avevo un fratello?-
Mia madre alzò velocemente lo sguardo, visibilmente preoccupato. -C..come fai ad esserne a conoscenza?-
-Be'... Ieri mentre ero da Le... - Non posso ricordarle che ero fuori ...- Be' mentre leggevo mi sono venuti in mente dei flash...strani-
-Ok. È meglio parlarne. Siediti- e chiuse il giornale.
Silenzio. Cercò le parole.
-12 anni prima che arrivassi tu, era nato Philip, tuo fratello- e mentre parlava di lui, la sua mente scavava il passato per tramandarla al presente. I suoi occhi si facevano sempre più sofferenti al ricordo.
-Ma perché non me ne avete mai parlato tu e papi?-
-Volevamo crescerti come unica figlia, in modo che non rimpiagessi di non aver avuto un fratello e non seguissi le sue orme-
-Perchè... Cosa ha fatto?- dissi inquieta.
-Appena compiuti i suoi quindici'anni, si era iniziato a... Drogare e...- singhiozzò. Le posai un mano sulla schiena come supporto. So che è inutile. Non ti calma avere a fianco qualcuno che ti supporta se tu stai cadendo. Ed io non ho provato cosa ha provato lei. Improvvisamente mi rendo conto di quanto io e Leo siamo simili.
Mamma si asciugò le lacrime con il bordo della manica, poi riprese sicura:-Ha iniziato a drogarsi e a fumare, poi il 3 aprile 1980 ci è arrivata una chiamata. Me la ricordo ancora. "Suo figlio è morto di overdose di eroina" e io manco lo sapevo... Non me n'ero nemmeno resa conto. Non mi ero accorta del suo calo nei voti, che avesse sempre il fiatone a causa del fumo. "Ha i polmoni marci" avevano detto noncuranti. Non me la sono mai presa con lui o con chi aveva queste sostanze. Mio figlio doveva essere abbastanza intelligente da non prenderle. Ma evidentemente le mie aspettative erano troppo alte. Non ho rimpianti. Forse il rimorso che tu non possa avere ricordi di lui. Eri troppo piccola. E lui si credeva troppo grande.-

SEI SEMPRE NEI MIEI SOGNI•Leonardo DiCaprioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora