XLVI

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Ho scattato una foto al posto in cui venivamo ogni domenica.
Tuttavia non riesco più a guardarlo con gli stessi occhi, sembra mancare qualcosa.
Qualcosa che prima era essenziale.
Eppure il luogo resta sempre bellissimo, anzi, direi che la sua bellezza è più che intatta.
Oserei dire che la crepa qui non sta nel paesaggio.
Forse è dentro di me.
Forse ciò che rende questo paesaggio apparentemente vuoto è la mancanza di te nel mio cuore.
La mancanza della tua risata, che riusciva a calmare i miei pensieri contorti, e donava qualcosa in più a questo posto, qualcosa di fantastico, quasi irreale.
La tua presenza fisica non era affatto qualcosa di marginale, proprio come pensavi tu.
E mi dispiace non essere riuscito a farti cambiare idea su di te, perché tu per me hai fatto tanto, hai realizzato un miracolo che a detta di altri era impossibile.
Sei riuscita a farmi provare di nuovo l'amore.
Ma ora l'ho anche perso.
Temo di non riuscire più a stare bene, per me eri come una potente medicina capace di calmarmi in tutto.
La tua morte non poteva far altro che far crollare la mia felicità.
Da quando ti ho detto addio guardando la tua tomba mi sono sentito vuoto.
Esattamente come sento questo posto ora, o le fotografie che sto scattando.
Ora che non ci sei più, persino le foto, che hanno un potere incredibilmente forte sulle persone, hanno perso la loro magia.

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