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-Yoongi! Rispondi! Svegliati ti prego!-

Non si mosse. Presi il telefono e chiamai un'ambulanza. Mi dissero di controllare che respirasse ancora, e per fortuna era così.
Dissero che sarebbero arrivati il più velocemente possibile e che dovevo stare calma.
Riscoppiai a piangere.

-Non ti azzardare a morire capito?!-

Chiamai Michela per chiederle di rimanere con la bambina.

-Perché? Cos'è successo?-

-Yoongi è svenuto, non so perché. Ho chiamato l'ambulanza-

-ok arrivo-

Quando arrivò l'ambulanza, ci fecero salire, entrambi.

-Cos'è successo signorina?-

-Io non, lui stava, Alejandro ha... Insomma, si stavano picchiando e poi è svenuto. Dio, penso che se non mi siedo adesso svengo anch'io-

Feci un respiro profondo per cercare di riprendermi, senza riuscirci.
Yoongi, sdraiato sulla barella, sembrava che dormisse. Era bello come sempre, nonostante avesse un occhio leggermente nero e il labbro sanguinante per colpa di quel cretino di Alejandro.
Lui doveva svegliarsi, assolutamente e velocemente.

Arrivati all'ospedale mi dissero che Yoongi era entrato in coma e che non si sarebbe svegliato presto.
Non potevo crederci.
Rimasi seduta su quella sedia grigia e fredda davanti alla porta che avevo paura di aprire.
Rimasi lì seduta per molto, moltissimo tempo.

-Signora, l'orario delle visite è finito da venti minuti, devo chiederle di andarsene-

Mi sembrava passato un secondo, ma allo stesso tempo un'eternità.
Mi alzai e uscii dall'ospedale con la testa che mi faceva male.
Solo allora notai le decine di chiamate da Michela.

-Pronto?-

-DOVE SEI?! Perché ci vuole così tanto? Stai bene? E lui sta bene?-

-Sto bene. Puoi venirmi a prendere? Sono all'ospedale-

-...va bene-

Sapevo che avrebbe voluto chiedermi qualcosa di più, ma aveva capito che non era il caso.
Aspettai una ventina di minuti prima di vedere la macchina entrare nel parcheggio dell'ospedale. Intanto aveva iniziato a piovere e io non avevo l'ombrello. Almeno l'acqua avrebbe coperto le mie lacrime.
Salii in macchina.

-Come stai?-

Avevo i vestiti e i capelli tutti bagnati e sicuramente mi ero presa il raffreddore.

-Bene-

Mi asciugai gli occhi.

-Liz, dimmi la verità-

-Non posso stare male-

-Ma è così, lo so-

-Andiamo a casa per favore? Sono davvero stanca-

-Yoongi?-

Abbassai lo sguardo.

-Lui... È in coma-

Ricominciai a piangere ma riuscii a fermare presto le lacrime.
Mi abbracciò.

-Andiamo a casa-

Partì. Guardai la pioggia dal finestrino per tutto il viaggio. Sofia dormiva. L'unico rumore che c'era era quello della pioggia sul parabrezza.
Avevo freddo ma i vestiti bagnati non li sentivo nemmeno.
Come farò a vivere?

I giorni passavano e continuavo ad andare a trovare Yoongi, nella speranza che l'infermiera mi avesse accolto con un bel sorriso dicendomi che si era svegliato, ma non succedeva mai.

-Ci sono novità?-
Chiedevo sempre io entrando nella stanza.

Una cosa che mi rispondevano spesso era: "sta sognando". A volte pensavo che me lo stessero dicendo per tirarmi su il morale, ma poi vedevo la sua espressione ed ero sicura che stesse veramente sognando. Speravo che sognasse me.

Sofia cresceva a vista d'occhio. Cominciò a parlare, a camminare e a capire che c'era qualcosa che mancava nella nostra famiglia.
Io le raccontavo sempre le storie di un supereroe, che aveva dato tutto quello che aveva per salvare la sua famiglia.

-Wow... Era bello?-

-Quanto un angelo. Era sempre gentile con tutti, tranne che con i cattivi. E poi amava i bambini. Sono sicura che se ti avesse conosciuto, avrebbe detto che sei una bimba bellissima e bravissima. Ora però lui non può muoversi, perché una strega cattiva gli ha fatto un incantesimo, come nella bella addormentata-

-Come si chiamava?-

Sorrisi.

-Si chiamava Yoongi-

❝Heartbreaker❞ | Suga BTS |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora