La lotta finale

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Ci metto un po' a capire con'era successo, avevo riportato in vita Diana. Probabilmente Ade è molto arrabbiato con me, gli ho portato via un'anima, ma non importa. Senza neanche dare il tempo a qualcuno di fare domande ricomincio a camminare verso il centro di quella specie di isola e, quando sento di nuovo il gorgoglio nel lago, sono pronta a menare un fendente per tranciare il laccio che aveva portato alla morte Diana. <Accampiamoci qui, sta facendo buio e credo che sia più facile lottare alla luce del giorno> sento dire da dietro di me. Mi volto e vedo che Nico mi guarda preoccupato, mentre Diana e Dylan stanno parlando e Connor, Fred e Peter stanno facendo un giro di ricognizione. Comincio a montare la tenda, sotto un'albero. Il rumore delle onde del lago sulla costa mi rilassa, come ha sempre fatto quello del mare. Il sole sta per tramontare quindi chiamo gli altri per organizzare i turni di guardia, anche se gli altri si rifiutano di far fare a me ed a Diana il primo o il secondo. Verso mezzanotte comincia il mio turno, do il cambio a Connor e mi siedo sulla spiaggia, in meno di due secondi sento il suo respiro farsi più lento e capisco che si è addormentato. Mi sistemo comoda e comincio a guardare il cielo, cercando di capire quale costellazione sia quella della tanto nominata Zoe di cui mio fratello mi aveva parlato. Poco dopo sento dei passi leggeri avvicinarsi a me, seguiti da una figura scura che mi si siede a fianco. Mi volto e trovo Nico, alla luce della Luna i suoi capelli disegnano ombre strane sul suo volto, le stelle si riflettono nei suoi occhi, sembra quasi non umano. Il suo sguardo sempre triste e corrucciato ora è rilassato, un'espressione calma e felice si trova al posto della negatività che spesso porta con se. <Non riuscivo a dormire> dice, come per scusarsi. Non diciamo più una parola, io mi avvicino un po' a lui e continuiamo a guardare le stelle. 

Ci risvegliamo che è mattina, ancora sulla spiaggia, sotto uno sguardo complice di Dylan e quello deluso di Connor. Comincia ad infastidirmi il suo modo di fare, non posso parlare, guardare o anche solo toccare altri ragazzi perchè se no diventa geloso. Io ho bisogno dei miei spazi e lui lo sa bene. <Senti Connor ne riparliamo a casa, ora non è il momento> dico, indicando dietro di lui. Gli altri si voltano e ci troviamo davanti le Gorgoni, con un bell'esercito di mostri dietro di loro, che ci bloccano la strada per tornare alla terraferma. Le prime cose che penso sono: siamo su in'isola, siamo in trappola, probabilmente non riusciremo mai a sconfiggerle. Uno sconforto entra in me, lasciandomi spaventata, indifesa; poi mi vengono in mente tutti gli sforzi fatti per arrivare a quel punto, i litigi, le risate, le nuove amicizie, le lacrime, tutte le emozioni che quelle persone sono riuscite a farmi provare, ed una nuova forza entra in me, speranza, gioia, la consapevolezza di avere poche probabilità di vincere quella battaglia ma anche quella di sapere di non dover abbandonare tutto e tutti, di morire combattendo accanto ai miei amici. Faccio un urlo di guerra, Nico chiama a se un'esercito di scheletri ed io, non so come, riesco ad evocare un'esercito di guerrieri fatti d'acqua. Partiamo all'assalto, pronti a sconfiggere il nemico ed a completare la profezia. 


Tra un po' si torna al campoo!!-LAFigliadiNemesi

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