Incontriamo altri due semidei della profezia

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Connor, anche se stupito, accetta la mia richiesta e così ci avviamo verso la cabina 13, dove sono certa di trovare Nico. Ho legato subito con lui, anche se abbiamo caratteri completamente diversi siamo subito diventati amici, ed è colui di cui mi fido di più (escluso Leo, essendo il mio migliore amico). Busso alla porta della casa di Ade e, senza aspettare risposte, entro. Ancora sulla soglia vedo Nico parlare con un ragazzo dai capelli biondi, Will, che diventa tutto rosso ed esce dalla cabina appena ci vede. <Ottimi gusti Di Angelo> scherzo io, mentre la pelle bianca del ragazzo diventa rossa, <Ah ah ah, molto simpatica. Avanti perché sei venuta qui? Solitamente ci incontriamo nella radura. E perché c'è anche Stoll?> chiede, visibilmente confuso. Per mia fortuna lui accetta la missione, quindi ci dirigiamo subito verso la cabina 3 per decidere cosa fare. 

Sono circa cinque giorni che io ed i miei compagni ci alleniamo per la nostra avventura. Arriva la nostra ultima sera al campo ed io la passo sulla spiaggia con Leo, che mi tiene fra le sue braccia mentre il rumore delle onde mi rilassa i nervi. <Pronta per la tua prima missione Stella di Mare?> mi chiede lui, senza però il suo solito tono sarcastico. <Mi prometti che quando tornerò, se tornerò, sarai ancora qui ad aspettarmi?> chiedo, non poco in ansia. <Giuro sullo Stige che qualunque cosa succeda io ti aspetterò sempre, dovessi uscire dal Tartaro senza aiuti.> dice lui, in tono dolce. Io, sorpresa quanto soddisfatta di quelle parole, rispondo con una frase che stupisce anche me stessa <Se è così, sono pronta a sconfiggere Gea a mani nude.>.

E' la mattina della partenza, anche se è solo l'alba tutti i miei amici (Annabeth, Leo, Piper, Jason, Hazel, Reyna, Clarisse, Rachel, Frank ed una ragazza di nome Charlotte) e mio fratello sono svegli per salutarci. Di certo i saluti più sentiti furono quelli tra Travis e Connor, che non si dividevano mai, per nessuna ragione. E così, sotto lo sguardo triste quanto assonnato dei nostri amici e quello preoccupato di Chirone, partimmo per la nostra missione.

Non sapendo dove andare cominciai a seguire l'istinto, che mi portava verso nord, ma molto nord. Qualcosa mi diceva di dover andare in Canada, ma non in una città, sento di dover raggiungere un lago, a me sconosciuto. So solo che una note stavo sognando di essere al campo, con Clarisse, quando la visione si è spostata su una distesa d'acqua circondata da boschi e montagne.

Mi sveglio per colpa di un tuono, ed ecco che mi ritrovo per la quarta volta in una notte a guardare i miei compagni di viaggio; il tenebroso Nico, dall'animo dolce ormai segnato dai dolori a cui la vita lo ha esposto, ed il giullare Connor, che n...

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Mi sveglio per colpa di un tuono, ed ecco che mi ritrovo per la quarta volta in una notte a guardare i miei compagni di viaggio; il tenebroso Nico, dall'animo dolce ormai segnato dai dolori a cui la vita lo ha esposto, ed il giullare Connor, che nonostante la vita da semidio riesce ad essere allegro anche nelle situazioni peggiori. Zeus solo sa come sono riuscita a finire in questo pasticcio, trovarmi a fissare un figlio di Hermes mentre dorme. Ancora non so cosa provo, ma dopo quattro giorni di lotte continue e aiuto reciproco mi sono ritrovata sempre più spesso a pensare a lui, al nostro rapporto, al fatto che stiamo legando sempre più ed al fatto che a volte mi ritrovi a cercare di memorizzare ogni suo minimo dettaglio, come se avessi paura che ad un tratto possa sfuggire da me e non tornare mai più.

Ad interrompere i miei pensieri è un urlo che rimbomba nel vicolo del paesino di periferia in cui ci siamo fermati. Ci lanciamo fuori dalla tenda con le spade sguainate, per trovarci davanti due ragazzi che scappano da una decina di dracene che li inseguivano con ghigni malevoli sulle facce. Ci schieriamo attorno ai ragazzi, che non possono avere più di dodici anni, e combattiamo i mostri. Dopo mesi di imprecazioni contro gli allenamenti faticosi del campo sono contenta di non averne saltato neanche uno. Una volta finito il combattimento noto che Connor è ferito ad una spalla; lo faccio sdraiare e gli taglio la manica che copre la ferita. Grazie al cielo non è profonda, quindi gli fascio il braccio e gli do un po' di ambrosia.

Finito di medicare il ragazzo mi giro verso la coppia appena arrivata. Sono un ragazzo ed una ragazza, lui con i capelli corvini e gli occhi chiari come il ghiaccio, lei con i capelli quasi oro e gli occhi ambrati. Alla mia faccia perplessa quest'ultima fa un passo in avanti e dice <Io sono Diana Johnson, figlia di Apollo. Lui invece è Fred Stone, ancora indeterminato. Mio padre mi è venuto in sogno e mi ha detto di dover raggiungere i tre semidei della profezia, e credo di averli trovati.>. 



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