Capitolo 28

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È da ormai tre giorni che Harry mi ignora. In qualsiasi modo sia umanamente possibile.
Quando la gente diceva che le parole fanno male, non gli ho mai creduto. Ed avevo ragione, perché quando la persona che ami ti ignora, è peggio di quando ti urla insulti. Perché così, sembra che non gli importi.
Ad Harry importa ancora di me vero?
Certo che gli importa, noi due avevamo qualcosa di importante.
Allora perché non risponde alle chiamate e non sembra neanche essere in casa?
Dopo il secondo giorno in cui era sparito, ho provato ad aprire la porta con la mia chiave, ma a quanto pare ha cambiato la serratura.
Cosa può essere successo di così grave da scatenare questa reazione così eccessiva?
Per la terza sera consecutiva, rimango appoggiato alla porta di casa sua, in attesa di un segno, di un rumore, qualunque cosa.
-Harry, ti prego, non essere arrabbiato con me.-
Come al solito, nessuna risposta.
-Harry, lo sai vero, che non era mia intenzione spiarti in quel modo?-un rumore, come di qualcosa che cade, arriva attutito dalla porta.
-Sei li vero? Ti prego, ascoltami. Davvero, non avevo intenzioni di spiarti. Solo che ci tengo davvero tanto a te, e sapere che non ti fidi abbastanza da raccontarmi tutto di te, mi ferisce. Non ti fidi abbastanza di me, perché magari vuoi saperne di più della mia vita? Va bene, puoi farmi tutte le domande che vuoi, ma almeno aprimi.-
Silenzio per un po', poi un altro rumore, ma la porta ancora non si apre.
Decido di sedermi sullo scalino del pianerottolo e parlare, perché so che lui è lì e mi sta ascoltando.
-Lo sai, sono sempre sembrato duro e distaccato, solo per nascondere la parte più fragile di me. Fin da piccolo, sono dovuto crescere con una madre e un padre che non si amavano. Era chiaro a tutti che mia madre avesse spostato papà solo per i soldi, e a quanto pare, non gli importava un granché neanche di suo figlio. Non riesco neanche a ricordare l'ultimo volta in cui ha detto di volermi bene. Ecco perché non ti ho mai parlato di lei, perché per me è solo qualcuno che sedeva al mio stesso tavolo a cena, e che mi comprava nuovi vestiti ogni settimana. Non avendo l'amore di mia madre, cercavo di attaccarmi a mio padre, anche lui un uomo che dava molto importanza al suo guadagno e all'attento dispendio di denaro nonostante fosse ricco sfondato. So che lui mi voleva bene, ma non lo dimostrava mai, perché secondo lui i sentimenti ti indeboliscono, e non ti fanno svolgere gli affari per bene. Quando ero ancora adolescente, e cercavo di imparare da mio padre i segreti del mestiere, credevo di poter essere diverso da lui, una persona buona, che avrebbe trattato i suoi dipendenti in modo egregio, ma quando poi è morto, lasciando l'azienda nelle mie mani a soli 21 anni, ho capito di dover cambiare, di dover diventare come lui, perché era l'unica cosa che sapevo fare. - guardo davanti a me, le macchine che passano velocissime, la gente che cammina sul marciapiede guardando strano un uomo in giacca e cravatta seduto su un gradino.
-L'unica liberazione che avevo, era andare da mia nonna a Beacon Hills, dove mi portava nel suo salone del The preferito, e io mi sfogavo con lei, dicendole ciò che provavo, e lei mi ripeteva in continuazione che ce la potevo fare, che ero migliore di tutti loro, e invece eccomi qui, a 28 anni, un uomo patetico, seduto fuori dalla porta del suo ragazzo, che non so neanche se sia il mio ragazzo, mentre blatero della mia vita apparentemente perfetta piena di solitudine, sperando che tu mi stia ascoltando, al posto di guardare un film sul divano ignorandomi. E davvero, Harry, sai che non ti giudicherei mai vero? Puoi essere libero di dirmi ciò che vuoi, e...-
Sento la serratura scattare, allora apro la porta con una spinta, ed Harry è seduto per terra, con la schiena poggiata al muro e il volto pieno di lacrime.
Vado verso di lui, buttandomi sul pavimento al suo fianco per poi prendere il suo viso fra le mani e asciugare le lacrime con dei baci.
-Mi hai fatto preoccupare lo sai?- dico in sussurro, stringendolo forte contro il mio petto.
Comincia a singhiozzare, cercando di allontanarsi da me.
-Dovresti andare, non mi merito ciò che hai fatto per me, non mi merito te, non mi merito niente. Avrei fatto meglio a rimanere per strada.-
-Ma cosa stai dicendo? Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Mi hai salvato, capito?- lo guardo fisso negli occhi, per fargli capire che cazzo, non mentirei mai.
-Tu...non lo sai cosa sono io. Mi faccio schifo, e non capisco come tu non possa provare lo stesso per me dopo che avrai saputo la verità.-
-Davvero Harry, puoi dirmi quello che vuoi. Quando ti ho conosciuto eri un senzatetto, e questo non ha impedito di arrivare dove siamo ora, o no?-
Harry abbassa la testa, le lacrime che continuano a cadere silenziose sul suo viso. -E se questo fosse peggio?- poggia la testa sulle mie gambe, chiudendo gli occhi. Il viso, una maschera di tormento.
-Non ti giudicherò mai.- gli accarezzo i capelli e il viso, in attesa che mi dica qualcosa.
Dopo un silenzio che sembra prolungarsi per anche troppo tempo, comincia a parlare, la voce rotta dal pianto incessante.
-Devi sapere che ho vissuto in quelle brutte condizioni per molto tempo. Dopo essermi trasferito qui dagli Stati Uniti due anni fa, avevo tanti progetti: laurearmi in psichiatria, e trovare magari un buon posto in un ospedale, o magari aprirmi uno studio tutto mio. Ma la vita non è come i sogni, in poco tempo i miei risparmi sono finiti, non ho avuto un tetto sopra la testa, e tutto quello che avevo erano dei vestiti in uno zaino, che dopo qualche giorno mi è stato rubato. Ho vissuto per strada per più di un anno, avevo bisogno di soldi, che non sapevo dove trovare, fino a quando non ho incontrato questo tizio...- qui i singhiozzi si fanno fortissimi, e io non posso fare a meno di stringerlo forte fra le mie braccia, fino a quando non si calma ancora una volta.
-Lui aveva detto che se fossi entrato nel suo giro di prostituzione, avrei potuto avere in cambio soldi, oppure cibo, acqua e un alloggio.- chiudo gli occhi, cercando di non immaginare Harry costretto a camminare in strade malfamate in attesa che uomini poco raccomandabili salgano con lui in auto.
-Accettai. Per i primi mesi andò tutto bene. Ero un novellino, gli altri miei "colleghi" mi offrivano solo i clienti migliori, e il capo mi offriva cibo e una casa. È lì che ho conosciuto Chelsea: è una prostituta anche lei. Dopo qualche mese però, quel guadagno non mi bastava più, così al posto del cibo e della casa, ho chiesto dei soldi. E con i soldi, sono arrivati i clienti peggiori. Sono stato legato, imbavagliato, picchiato. Ogni volta tornavo peggio della precedente, e quale sarebbe potuta essere la mia consolazione? La droga. Una volta chiesi a un mio cliente di non pagarmi in soldi, e lui si offrì di pagarmi in eroina. E fu lì che cominciò la mia rovina. Da qual giorno spendevo i miei guadagni in eroina, a volte cocaina. Praticamente non mangiavo quasi più, l'unica cosa che facevo era drogarmi per dimenticare le cose orribili che quegli uomini mi facevano. Solo che la droga ha cancellato anche la mia prudenza. Ho cominciato a chiedere dei prestiti al capo per comprarmi altra droga, soldi che non ho mai restituito. Quella sera nel cantiere, volevo dormire lì per nascondermi da lui, perché mi stava cercando per avere i suoi soldi, che ovviamente non avevo, e non ho. Il tizio che era qui l'altro giorno, era uno dei suoi scagnozzi, ormai è passato così tanto tempo, che il debito è arrivato a costi esorbitanti, che ovviamente non posso affrontare. E scusami se sono un casino, una feccia, ma io...- non riesce più a parlare, ormai i singhiozzi sono diventati troppo forti che sembra non riesca a respirare.
Mentre cerco di confortarlo, mi rendo conto che sto piangendo anch'io.

Spazio MOII
Okay, non so cos'è questo capitolo, mi sento male ad averlo scritto, davvero.
Louis si è accorto di amare Harry. Ma Harry cosa gli ha raccontato "in cambio"?
E se questo non fosse tutto? E se invece fosse tutta la verità, che però porterà a delle conseguenze?
Come sempre votate e commentate.
Xoxo,
-pll2016

Sei tu la mia ricchezza nella miseria [LARRY VERSION]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora