VII

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"Jimin? Dove sei?" Subito il rosso partì prevenuto, con tono dalle mille sfumature della preoccupazione.

"Si salve vorrei ordinare due pizze, una margherita e una salamino piccante" il biondo sputò in un solo respiro, lasciando ragionevolmente perplesso il ragazzo dall'altra parte della cornetta.

"Uhh... sei fatto Jimin?" Il rosso aggrottò le sopracciglia.

"No, grazie" Jimin continuava ad avere una voce stabile e calma, mentre dentro la sua testa tutti i suoi neuroni erano concentrati a pregare per non essere scoperto.

"Jimin hai ch.... non puoi parlare...vero?" Hoseok realizzò finalmente, avendo ora un'espressione seria.

"Si" Jimin si torturò le labbra con i denti frontali.

"Sei da solo?" Il rosso si grattò la nuca, preoccupato per il minore.

"No, aspetti un attimo" Jimin si sporse leggermente nella direzione di Jungkook, che nel mentre si rilassava sul divano in pelle, tenendo una certa vicinanza al telefono per farsi sentire.

"Jungkook qual'era l'indirizzo?" Jimin tremava ogni secondo che passava, finchè il diretto interessato glielo comunicò attraverso urla.

"SEI CON JUNGKOOK?!" Hoseok pensò di aver un attacco di cuore quando senti quel nome fuoriuscire dalle pure labbra di quell'angelo.

"Si" Jimin sospirò.

"COS"

Jimin prima di rispondere si accertò che Jungkook non potesse sentire e con un filo di voce sussurrò:

"Porta bende" Jimin si coprì il lato della bocca, cercando di far arrivare il suono solo alla bocchetta del telefono.

"Che hai detto, Jimissi?" Il bruno affibbio un nomignolo, prendendogli i fianchi da dietro e facendoli sbattere violemtemente contro il suo bacino.

Un mugolio trattenuto scappò dal controllo del biondo, mentre le sue guance diventavano velocemente paonazze.

"J-jiminie?" Anche il ragazzo al telefono si era leggermente imbarazzato per i suoni prodotti dall'altro, ma quel sentimento venne presto rimpiazzato da preoccupazione e paura, mentre cercava di non crearsi idee sempre più perverse che lo avrebbero fatto stare peggio.

"H-ho detto di tagliare il salame a fette" rispose l'altro, inciampando nelle sue stesse parole.

"Ma non è una cosa ovvia?" Il bruno si piegò su di lui, facendo combaciare le loro zone inferiori.

"A quanto pare no" il biondo, ora ansimante, cercava di liberarsi dalla sua presa, aggrappandosi ad ogni mobile circondante.

Jungkook infilò le sue mani ghiacciate sotto la maglia del maggiore, mentre questi piegava le ginocchia, sentendole deboli anche per la ferita ancora persistente.
Le sue dita strusciarono contro i capezzoli del biondo, prima di afferrarli e tirarli, provocandl un gemito di dolore da parte dell'altro.

"J-jungkook protebbero sentire" Jimin non si preoccupava più per se stesso, ma per il suo orgoglio- che reggeva a stento dopo le varie pene che il bruno gli fece provare- al telefono Hoseok ancora era presente e il biondo se ne rendeva conto, provando una puntigliosa umiliazione.
Non voleva che Hobi, il suo migliore amico, lo vedesse come un uomo debole, se ancora gli si può dare quel nome.
Gli aveva promesso che sarebbe stato al sicuro, lo aveva tradito.
Sentiva un bruciore al petto intenso, immaginando il disgusto provato dal maggiore che ascoltava la conversazione per intero, includendo suoni involontari.
Il basso chiuse gli occhi, tirando la testa all'indietro ed incontrando l'incavo del collo di Jungkook, allontanandosi dal telefono, come per nascondersi.

𝓓𝓪𝓭𝓭𝔂 → kookmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora