𝓓𝓪𝓭𝓭𝔂 → kookmin

IX

Jimin riprese conoscenza di una soffice superfice, piccoli mugugni scapparono dalle sue labbra mentre l'abbagliante luce mattiniera si abbatteva violentemente sulle sue palpebre.
Provò ad alzarsi di scatto, ma la sua schiena lo riportò nuovamente sdraiato, il dolore che provava era indescrivibile, ma cercò di non dargli peso e si trascinò piano fuori dalle lenzuola in velluto, sballottolando ovunque, tenendosi attaccato a tutti i possibili muri e mobili vicini.

Una volta in piedi, notò che il suo gracile corpo era completamente nudo, decise di portarsi dietro la coperta che rivestiva il materasso.
Le sue ginocchia tremarono sempre più forte ad ogni passo che faceva.
Non sapeva dove stava andando precisamente, voleva solo camminare.
Si ritrovò a camminare per tutta la villa fino a ritrovarsi di nuovo all'entrata.

"Ah... Hoseok..." Jimin si ricordò nuovamente, sentendo le sue pupille inumidirsi al solo pensiero.
Che fosse stata la scelta più giusta quella che fece?
Alla fine quello era vero amore... giusto?

Non volle spendere più tempo a rimuginare, sentendo come una presa allo stomaco ogni volta che ci ragionava.

Si avvicinò alla porta, accarezzando la dorata maniglia, le sue dita diventando sempre più volubili ad aprirla, passarono su ogni ghirigoro che vi era inciso sopra, le punta delle frementi dita si fecerò sempre più fredde.
Poteva già sentire l'aria fresca accarezzare il suo appassito viso, e in quel momento ne aveva bisogno.
Affondò la mano per aprire la porta quando un messaggio dal telefono fisso del minore iniziò a parlare.

"Hey piccolooo, come staiii? Sono stato un po' duro con te ieri, ma non penso ti dispiaccia vero? Comunque ti amo tanto tanto tanto, sono fuori a lavorare ma tornerò presto! Non pensare nemmeno a lasciarmi o sarò tristeee, tu mi ami no? Quindi non vuoi ferirmi, giusto? Ora devo andare, ciao!"
Con tempismo stupefacente il minore si mostrò ancora una volta un passo avanti al maggiore.
La voce del minore era disgustosamente dolce e amorevole, o così sembrava.
Le parole di Jungkook furono come proiettili che perforavano il torace di Jimin, che lasciò la presa della maniglia lentamente, cadendo piano in ginocchio sul freddo e desolato pavimento.

Jimin trattenne le lacrime, torturandosi il labbro inferiore con i denti finché non fuoriuscì dell'amaro sangue, decidendo di prepararsi qualcosa da mangiare, era da un po' che non azzannava qualcosa e le conseguenze si fecero sentire, mangiando il suo stomaco voracemente.
Si rialzò, trascinandosi in cucina, mentre il suo ventre faceva una sorta di versi rumorosi.

Prese un piatto fondo, mettendo a bollire dell'acqua, prese un condimento a base di formaggio già pronto all'uso e provò ad aprirlo.
Le sue tremanti dita gli impedirono totalmente di aprirlò.

"Non... Non ce la faccio..." Le lacrime iniziarono a rigare il volto di Jimin copiosamente, mentre poggiava la testa sul bancone, nuovamente in ginocchio.
Strinse i pugni.

"Hobi...
Cosa dovrei fare?..."

Hoseok's pov

Oggi il mio turno era fortunatamente di giorno, il locale aveva due turni ben diversi:
La mattina fino al tardo pomeriggio era un semplice bar, certo puoi avere rapporti con chi vuoi dei lavoratori, ma andiamo, chi lo fa di giorno?
Mentre dal tardo pomeriggio in poi è uno strip club.
Molte volte mi ritrovo a parlare con clienti che raccontano le più bizzarre storie ed è abbastanza divertente.
Decisi di avviarmi verso il mio luogo di lavoro dato che di lì a poco sarebbe iniziato il mio turno.
Misi le cuffie, andando con passo lento ed osservando il cielo...
Non riuscivo a togliermelo dalla testa...
Jimin...
Ora che mi ero sbollentato potevo vedere entrambe le facce della medaglia.
A freddo potevo capire la confusione e la paura che di sicuro lui prova tutt'ora, ma l'ho anche avvertito molteplici volte di stargli alla larga e non mi ha ascoltato.