LA BAMBINA DAGLI OCCHI VERDI

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Nel villaggio di Spinner's End viveva un bambino di undici anni di nome Severus Piton. Aveva occhi neri e capelli unti e scuri che gli arrivavano alle spalle. Era un ragazzo in apparenza normale, ma in realtà era un Mago, o meglio, un Mezzosangue: aveva una madre Strega, Eileen Prince, e un padre Babbano, cioè senza poteri magici, di nome Tobias Piton. I suoi genitori litigavano spesso, probabilmente per la loro origine così diversa. Severus infatti avrebbe desiderato essere un Purosangue, ovvero con entrambi i genitori maghi. Sin da piccolo sognava di andare alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove aveva studiato sua madre, per imparare tutti gli incantesimi possibili. Severus era molto trascurato dai suoi genitori, infatti non sapevano che il bambino aveva un segreto, che comunque non avrebbe rivelato a nessuno. Era segretamente innamorato di Lily Evans, una bellissima bambina della sua età dai capelli rossi e gli occhi verdi. Severus adorava i suoi capelli, ma soprattutto amava i suoi occhi: erano di un colore così bello che lui si incantava ogni volta che li guardava. Sì, la guardava, ma lei non lo sapeva: Lily e sua sorella andavano sempre a giocare in un parco vicino casa loro, dove Severus le osservava di nascosto da dietro un albero. Si vergognava troppo ad andare a parlarle, così si limitava a guardarla: gli bastavano anche solamente i suoi occhi verdi. Ovviamente Severus era sicuro che dietro quei bellissimi occhi si nascondeva anche un animo gentile e generoso. Moriva dalla voglia di conoscerla, ma non riusciva a farsi avanti. Un giorno però gli si presentò l'occasione. Le due sorelle erano come sempre nel solito parco, ma stavolta non giocavano felici e spensierate: stavano litigando. "Sei un mostro! Lo dirò alla mamma!" urlò Petunia, la sorella di Lily. Severus osservò attentamente per capire a cosa si riferisse e vide che dalla mano di Lily spuntava una margherita. "Ma Tunia...! Non... non è colpa mia! È solo che... che... oh, non lo so neanche io! Per favore... Tunia!" Lily stava piangendo. La sorella le voltò le spalle. Severus si decise: uscì fuori dal suo nascondiglio e disse: "Non sei un mostro!". Lily si voltò e vide il bambino dai capelli neri che guardava verso di lei. "Io... cosa?" chiese. Petunia intanto si era girata e, spaventata alla vista di Piton, corse via. "Oh no! L'hai fatta scappare!" esclamò Lily. "Io non... non volevo, scusa" rispose Piton. "Volevo solo dire che... ecco... tu non sei un mostro... sei una Strega" disse. "Come osi?" gridò Lily. Stava per andarsene, ma Piton gridò: "No! Io non intendevo offenderti! Non dicevo strega in senso negativo, anzi, tu sei bellissima... ehm, cioè... Hai i poteri magici, come me" concluse, un po' imbarazzato per il complimento che le aveva fatto senza neanche accorgersene. Anche Lily sembrava imbarazzata, ma anche sorpresa. "Ehm... so che non avrai capito niente, ma... se vuoi puoi metterti qui seduta sotto quest'albero con me, così posso spiegarti" disse Piton, certo che avrebbe detto di no. Invece Lily si avvicinò, gli occhi ancora rigati di lacrime per la lite con la sorella, e si sedette sotto l'albero accanto a lui. Severus rimase sorpreso e felice allo stesso tempo, e cominciò a raccontare a Lily del mondo magico: "Allora, come ti ho detto, tu sei una Strega -non in senso negativo ovviamente- e saresti una Nata Babbana". Vedendo lo sguardo interrogativo di Lily, si spiegò meglio: "Una Nata Babbana è una strega figlia di Babbani, cioè persone senza poteri magici. Io invece sono un Mezzosangue: mia madre è Strega, mentre mio padre è Babbano" e mentre lo diceva provò un certo disprezzo verso il padre. "Sai, a undici anni si inizia ad andare alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Bè, ovviamente se ti arriva la lettera che dice che sei ammesso. Hogwarts è il luogo più bello del mondo! Si impara a usare e a controllare la magia, e anche a volare e a giocare a Quidditch!". "Cos'è il Quidditch?" chiese Lily. "Ah giusto, non te l'ho detto" disse Piton. "Il Quidditch è lo sport dei maghi, tipo... com'è che lo chiamate voi? Ah sì, come il calcio per i Babbani. Ci sono sette giocatori per ogni squadra: tre Cacciatori, due Battitori, un Portiere e un Cercatore. I Cacciatori si lanciano una palla rossa chiamata Pluffa, e devono farla entrare in uno dei tre cerchi protetti dal Portiere; i Battitori hanno in mano una mazza con la quale devono colpire altre due palle, i Bolidi, ed evitare che colpiscano i giocatori della propria squadra; infine il Cacciatore ha il compito più importante, ovvero quello di afferrare il Boccino, una pallina dorata molto piccola, veloce e difficile da acchiappare, che vale centocinquanta punti. Se il Cercatore la prende, la partita è conclusa. Ah, e ovviamente tutto questo si fa a cavallo delle scope. Io spero proprio di diventare Cercatore della squadra della mia Casa". "Casa? A Hogwarts ci sono delle... 'Case?' In che senso?" chiese Lily. Severus rispose: "Sì, ce ne sono quattro: Grifondoro, Serpeverde, Tassofrasso e Corvonero. Grifondoro è per i coraggiosi, audaci e nobili d'animo; Serpeverde per gli ambiziosi, intelligenti, astuti e intrapendenti; Tassofrasso per i pazienti, buoni, leali, giusti e tenaci; Corvonero per gli intelligenti, creativi e saggi. Io spero di finire in Serpeverde! E tu?". "Oh, ehm... non saprei, ma... ancora non mi hai detto come ti chiami" disse Lily. "Oh, giusto" rispose lui. "Io mi chiamo Severus Piton, abito qui vicino e... bè, se ti chiedi perché ero qui, è che... ehm, passavo di qui, e ti ho vista. E... tu come ti chiami?" le chiese, anche se sapeva già la risposta. "Io sono Lily Evans! Piacere, Severus!" e le porse la sua mano dalla pelle candida, che Severus aveva sempre sognato di toccare. La strinse. Un senso di gioia lo pervase. Finalmente aveva conosciuto la bambina che aveva sempre guardato da dietro un albero. E ora era lì, seduto accanto a lei, a stringerle la mano. Non si era mai sentito così felice in vita sua. Lily gli lasciò la mano e gli sorrise. Era ancora più bella quando rideva, e ora non aveva più il volto rigato di lacrime. Anche se, pensò Piton, era bella in qualsiasi modo, anche quando piangeva, o persino con un sacco della spazzatura addosso. E adesso conosceva anche il suo carattere, proprio come l'aveva immaginato: era gentile, generosa e premurosa. Aveva però il sospetto che purtroppo non sarebbe finita nella sua stessa casa...

Nei giorni seguenti, Lily e Piton si rividero. Andavano sempre nello stesso parco, sotto lo stesso albero dove si erano conosciuti, sdraiati l'uno accanto all'altra guardare le nuvole nel cielo. Severus faceva finta di guardare le nuvole con lei, mentre invece si perdeva nei suoi meravigliosi occhi verdi. Non trovava però mai il coraggio di dirglielo. "Secondo te a che somiglia quella nuvola?" chiese Lily, indicando una nuvola e voltandosi verso Piton, che stava ancora fissando i suoi occhi. "Cosa? Oh, ehm... sembra... un drago" balbettò. "Mmhh... sì, hai ragione! Ma nel mondo magico esistono i draghi?" chiese Lily. "Oh, certo che esistono! Solo che è illegale averne uno, perché sono molto pericolosi: sputano fuoco, e se non stai attento ti feriscono gravemente o ti uccidono! Ma per fortuna ci sono persone esperte che allevano i draghi in Romania. Tranquilla, qui in Inghilterra non ci sono" rispose lui. Lily lo guardò, tranquillizzata. Piton le sorrise, e lei fece altrettanto. "Comunque, volevo dirti una cosa..." "Dimmi!" "Ecco... è che a Petunia non piaci... dice che sei un mostro anche tu, che sei un tipo strano e non si fida di te..." "Oh... quindi tu le dai retta, vero?" le chiese Piton, un po' offeso. "Oh, no, assolutamente! Per me sei una persona gentile, simpatica... per me sei una persona fantastica, Sev!" disse Lily. Lui parve ritrovare il sorriso. Lo aveva chiamato in un modo amichevole e affettuoso: 'Sev'. Voleva dire che... ora erano amici? Voleva saperlo. "Ma Lily, quindi ora... noi siamo amici?". Lily lo guardò di nuovo, sorridendo. "Ma certo. Anzi, io direi migliori amici!". Severus era ancora più felice nel sentire quelle parole. 'Migliori amici'. Finalmente aveva qualcuno. Finalmente aveva qualcuno con cui giocare, con cui parlare, con cui confidarsi. I suoi genitori non parlavano mai con lui, erano troppo impegnati a litigare tra loro. Aveva sempre fatto tutto da solo, era maturato prima degli altri bambini, avendo avuto un'infanzia così difficile. Aveva sempre sognato Hogwarts da solo, e ora aveva trovato un'amica, anzi una migliore amica, la ragazza che amava segretamente.

Restarono al parco fino all'ora di cena; Lily lo salutò con un abbraccio e Severus rimase imbambolato. Non sapendo che fare, ricambiò l'abbraccio. La bambina se ne andò, i capelli rossi che si muovevano col vento, e lo salutò un'ultima volta da lontano. Piton sorrise. Era stata la giornata più bella della sua vita.

Sguardi e Sorrisi                                  SnilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora