1=got nothing

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katniss_01_everdeen amami perché sto facendo questa storia per te.
katniss_01_everdeen ti taggo un paio di volte così la noti

ATTENZIONE
se richiedete anche voi delle storie da farmi scrivere sarei più che contenta di raccontarle e scriverle per voi.
Datemi il titolo su qualcosa e la scriverò.
*belle ripetizioni,per ora*
Però se volete,chiedete.
katniss_01_everdeen continua ad amarmi.

Negli ultimi tempi mi sento strana...non credo di aver mai avvertito sensazioni simili in questi ultimi tempi.
È come se fossi tenuta sott'occhio tutto il giorno,tutti i giorni,da almeno qualche settimana.
Quando cominciai a percepire queste emozioni iniziai anche ad avere conati di vomito,svenimenti,perdita della memoria temporanea,mal di testa,insonnia e sto diventando paranoica.
A volte mi capita anche di avvistare una figura abbastanza alta,fissarmi dal confine del bosco vicino casa mia,ma quando distolgo per un attimo lo sguardo essa scompare.
Ogni volta che la vedo sento dello statico nelle mie orecchie e un senso di nausea irritante.
Non riesco a rilevare i suoi tratti facciali,a parte quelli corporali.
Gli arti erano sottili e lunghi,le braccia arrivavano fino alle ginocchia e non saprei dire quanto sarebbe stato alto quella cosa.
In questo momento è notte fonda e,come mio solito,non riesco ad addormentarmi.
Non ho mai avuto l'intenzione di ingerire i sonniferi che mi diede qualche settimana fa il mio medico,siccome l'ultima volta ho rigurgitato la colazione per almeno mezza giornata.
Andai alla finestra,per osservare il cielo illuminare la boscaglia esattamente difronte a me.
Amavo quel panorama notturno,nonostante mi dava ogni singola volta dell'inquietudine.
Però mi incantava.
Erano circa le 3:30 e tutti stavano già dormendo,a parte me.
Le luci del vicinato erano tutte spente e in un qualche modo questo mi terrorizzava.
Come già detto ero alquanto paranoica e in mente mi frullavano delle domande del tipo
"E sé quella figura fosse vera?","E se mi rapisse?","E se urlassi,ma nessuno mi sentirebbe siccome dormono? Come farei dopo? Cosa farei?","Se mi ritrovassi davanti quella cosa?".
Eccola,che come suo solito apparve ai confini del bosco.
Io rimanevo a guardarla,pensavo di diventare pazza da un momento all'altro.
La fissai qualche secondo e poi si presentò anche un'emicrania.
Chiusi gli occhi e mi presi la testa fra le mani,stringendomi i capelli.
Il sangue dal naso non cessava di smettere e ricadeva sul pavimento in legno,formando una macchia rossa sempre più grande e,intanto,bagnandomi un po' le labbra e il mento.
Mia mamma diceva sempre che questi sintomi erano provocati dalla stanchezza;ma come?
Per questo in questi ultimi tempi studio a casa,tuttavia la situazione non migliora.
Visito i medici ogni due giorni,eppure dicono tutti la stessa cosa: "Non ha niente".
Aprii gli occhi,facendo ricadere il mio sguardo sul vetro che mi permetteva di vedere l'esterno.
Quella figura era più vicina e ora potevo individuare ogni suo singolo dettaglio.
Indossava uno smoking nero,con una camicia bianca sotto e una cravatta rossa.
Anche le scarpe erano nere.
La cosa che mi colpì di più,però,fu il fatto che non aveva la faccia,anche se il volto era bianco latte.
Non possedeva naso,orecchie,bocca e occhi.
Quella sola vista mi ipnotizzò,anche se volevo togliere la visuale da quella cosa sicuramente non umana.
Speravo in tutti i modi che fosse uno scherzo o una mia allucinazione.
In pochi istanti la vista si riempì lentamente di puntini neri,di varie dimensioni e si intromise anche la nausea.
Oramai vedevo soltanto il vuoto,il buio,a parte qualche piccolo frammento che mi permetteva di scorgere un po' di alberi.
Caddi all'indietro di peso,perdendo i sensi.

-(T/n)! (T/n)!- mia mamma mi stava chiamando dal piano inferiore.
-Alzati o faremo tardi per la visita medica!- continuava ad urlare.
Mi alzai dal letto,nonostante non sapessi come ci fossi finita lì.
Scesi le scale ancora assonnata e mia mamma,alla mia vista,si allarmò,prendendo un fazzoletto dalla sua destra e correndomi incontro.
-Che cos'ho?- chiesi curiosa.
-Sembra che del sangue ti sia piovuto addosso. Non hai notato di avere il pigiama e la faccia rossa?- mi chiese come indignata.
Scossi la testa,sapendo chiaramente che avevo un'espressione vuota in faccia.
Con il fazzoletto(apparentemente inutile in quel momento) cercò di levarmi perlomeno quel liquido cremisi dalla faccia.
-Hai fame?- mi domandò,mentre allontanava il foulard dal volto.
Scossi la testa e lei,apparentemente delusa come al solito,si girò di spalle,ordinandomi di andarmi a cambiare e lavare.
Annuii e ritornai in camera mia.
Chiusi la porta,in modo che i miei genitori non potessero vedermi, o meglio: mia mamma.
Mio papà si trovava a lavoro,siccome erano le undici di mattina.
Mi guardai allo specchio.
Sul pigiama,nella parte del petto,c'era una cascata seccata di sangue e la faccia...sembrava fossi stata una cannibale fuori di testa.
Non ci badai molto e mi diressi verso l'armadio,aprendo le ante e scegliendo un vestito.
Scelsi una felpa color (c/p=colore preferito) e dei jeans neri.
Li indossai velocemente,portando poi il pigiama verso il bagno,dove si trovava la cesta per i vestiti sporchi.
Appena arrivata anche lì mi lavai la faccia,continuando a guardare il liquido trasparente ormai diventato un misto di arancione scuro.
Feci i miei bisogni e ritornai in cucina al piano terra,staccando il telefono dalla carica,posto sul tavolo.
Lo misi nella tasca posteriore dei pantaloni e aspettai all'entrata mia madre,(N/m=nome madre).
-Tu intanto esci!- mi gridò lei dal soggiorno.
Non proferii parole e,come mi ordinò lei,uscii di casa,assaporando l'aria fresca che mi invadeva le narici.
In poco tempo vidi anche (N/m) salire in macchina e io la raggiunsi velocemente.
-Stiamo andando dal dottor. Mellark. Lui ti visiterà e sarà lui a confermare il tuo stato di salute- mi disse lei mettendo in moto.
Annuii,persa nei miei pensieri,mentre io guardavo fuori dal finestrino,osservando edifici e parchi scorrere sempre più velocemente.
-In più...io e tuo padre staremo via questa sera,per lavoro. Torneremo domani mattina- continuò lei con sguardo affranto.
-Capisco- risposi un pochetto ansiosa.
In una ventina di minuti ci ritrovammo davanti  ad un edificio alquanto grande;magari di tre piani.
Scendemmo dalla macchina ed entrammo nell'ospedale,sedendoci sulle sedie e aspettando che chiamassero il nostro nome.
-Signora (T/c=tuo cognome)!- ci chiamò un'infermiera dopo vari minuti.
Io e mia madre alzammo lo sguardo,dandole la massima attenzione.
-Andate nel quinto reparto del piano terra;andate avanti,sempre dritto- ci spiegò lei.
Annuimmo e ci alzammo.
Proseguimmo per un corridoio bianco,illuminato da lampadine accecanti,mentre dei lamenti dei pazienti riempiva il silenzio che si sarebbe creato,senza di loro.
Arrivammo al reparto ed entrammo in una stanza.
-Buongiorno signor Mellark- salutò mia madre.
-Salve- dissi timidamente.
Davanti a noi si presentava un uomo sulla trentina,moro e occhi castani.
Era vestito in un camice bianco.
Il signor Mellark cominciò a farmi i vari esami e una mezz'ora buona dopo ci disse la fatidica frase che avevo previsto: "sua figlia non ha niente".
-Grazie dottore,arrivederci- mia mamma ed io ce ne ritornammo a casa.
Io andai in camera,leggendo qualche storia horror e ascoltando musica.
Tutto il pomeriggio non mangiai e nemmeno quando arrivò la sera.
Non ero uscita per tutta la giornata siccome amiche non ne avevo e in più (N/m) aveva paura che mi ammalassi maggiormente.

Love Masked-Masky x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora