Capitolo3=perdite

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Leggete dopo l' A.S. assolutamente
Intanto per cominciare AUGURI LIU
esattamente: oggi è il compleanno di Homicidal Liu
*uno dei miei tanti amori creepypastosi (nuova parola)
Insomma vi lascio alla storia

Uscii,correndo.
Ma poi...

Mi bloccai di colpo,davanti all'entrata.
Il silenzio era calato nella strada in cui mi trovavo e in cui,solitamente,passavano le macchine ad ogni ora.
Però non fu così quella volta.
Mi girai con la testa lentamente alle mie spalle.
La porta in legno,spalancata,mi permetteva di vedere l'interno:nonché solo il mio soggiorno.
Lo fissai con un senso di disagio ed inquietudine che scorreva nelle mie vene,mentre il cuore rallentava il battito e il respiro si regolava.
Poi un rumore mi fece uscire da quella sorta di trance: un qualcosa che sbatteva violentemente,che associai immediatamente ad una porta.
Alla mia destra notai la vicina che si trovava all'uscio dell'entrata di casa sua.
Era tremante e,evidentemente,cercava di nascondere questa sua sorta di malessere.
-Hey...t-tutto bene?- chiese con voce abbastanza acuta,mentre inarcava la schiena.
Ci pensai un po' su,mordendomi il labbro inferiore prepotentemente,poggiando lo sguardo verso terra,prima di rispondere con un incerto "si".
Riposai lo sguardo sulla sessantenne,nel frattempo che bisbigliava qualcosa a qualcuno alle sue spalle.
Ma appena mi vide fissarla,smise,ritornando a sorridermi in un modo così finto e forzato.
-E lei invece?- chiesi insospettita.
-B-bene grazie- rispose.
Non aveva mai balbettato prima d'ora.
Si poteva vedere lontano un miglio il suo imbarazzo e la sua attenzione nel pronunciare le parole.
-Ne è sicura?- richiesi,volendo una seconda affermazione da parte dell'anziana.
-S-si- dichiarò,cercando essere il più sicura di sé stessa possibile.
-A me non sembra- ribattei,intanto che delle goccioline di sudore scendevano dalla fronte della mia vicina;Mary.
-T-ti...ti ripeto che sto benissimo- la sua voce si fece più roca e seria. Forse,anche,quasi intimidatoria.
Il mio sguardo si focalizzò,poi,sulla schiena.
Il grazioso vestito rosa che portava addosso si macchiò di un rosso scarlatto.
Sbattei più volte le palpebre,accorgendomi che me l'euro solo immaginato,visto il fatto che quel liquido non c'era più.
Presi un respiro profondo,prima di salutare la vecchia e dolce signore e ritornate dentro casa mia.
"Magari sono solo suggestionata dal fatto di restare sola" riflettei,ricordando per un nano secondo l'ultima volta che i miei genitori mi lasciarono senza qualcuno: mesi fa.
Mi diressi in soggiorno,prendendo dal tavolino (dove solitamente ci appoggio i piedi) la scatolina di pillole contro il mal di testa.
La ispezionai,affinché trovai gli effetti collaterali.
-Nausea,calore improvviso,crampi agli arti,allucinazioni...- sussurrai,leggendoli.
-E che cavolo (T/n)! Lo sai che devi sempre leggere gli effetti collaterali- mi rimproverai.
-Magari la prossima volta aspetterò di essere con perlomeno una persona,prima di prendere questi tipi di farmaci- mi dissi,prima di gettarmi di peso sul divano.
-Forse anche i passi erano solo frutto di un'allucinazione- ricordai,prendendo il telecomando in mano,da sotto un cuscino.
-O forse non sai distinguere la realtà dall'immaginazione- qualcuno disse,alle mie spalle.
Mi voltai di scatto,provocandomi un torcicollo che non diedi a vedere,nonostante notassi che ero completamente sola.
Però era così vera questa voce.
Era così reale.
-Credo di star diventando pazza- pensai ad alta voce.
Forse era soltanto quella vocina nella mia testa che ogni tanto appare;chiamata anche coscienza.
Forse era stata semplicemente lei.
Questi pensieri mi stavano turbinando in testa,facendomi preoccupare ad ogni parola in più,siccome non trovavo le risposte adeguate.
Chiusi gli occhi,aspettando che un qualche effetto da parte delle pillole svanisse.
Infine mi addormentai...

Venni svegliata da un continuo bussare.
Aprii le palpebre con poca voglia,sentendole ancora pesanti e controllai l'orologio: 10:27.
Quello sbattere contro il legno mi stava dando un senso di irritazione fin troppo alto,quindi mi alzai velocemente e andai ad aprire la porta,ritrovandomi frontalmente la figura di due poliziotti.
Il primo,nonché il più vecchio,sembrava avere una quarantina di anni,era castano e aveva gli occhi verdi,mentre l'altro,sulla ventina,era biondo e con gli occhi azzurri.
-Buongiorno signorina...- cominciò il più vecchio,guardando poi il più giovane che gli mimò qualcosa,innervosito.
-Signorina...(T/c=tuo cognome). Vorremmo informarla di un accaduto- finì la frase,con uno sguardo abbastanza preoccupato.
-Io sono l'agente Smith,e il mio collega l'agente Rent. Possiamo accomodarci?- chiese il biondo.
Immediatamente aprii del tutto la porta,facendoli entrare e richiuderla.
I due poliziotti si accomodarono sul divano,e io gli raggiunsi poco dopo.
Inizialmente mi fissarono negli occhi un po' insicuri sul dire,ma fortunatamente ci pensai io a spezzare la parola.
-Quindi?- chiesi sempre più allarmata.
-Vede...i suoi genitori...sono morti. Abbiamo ritrovato i loro cadaveri esattamente ai confini del bosco di fronte a casa sua. Deve sapere che abbiamo già fatto l'autopsia e non c'è nessun'impronta digitale. È stata ritrovata soltanto una sbarra in ferro,proveniente dal manicomio a pochi quartieri da qui,verso la zona ovest. Mi dispiace molto per la sua perdita- mi informò Smith,tentando di essere il più delicato possibile.
-Mi dispiace- ripeté Rent.
-G-grazie- riuscii solo a dire.
Tuttavia dal mio sguardo perduto era sicuramente evidente quello che avrei voluto dire.
Rabbia,dispiacere,dolore. Le uniche cose che veramente stavo sentendo.
Mi mancavano.
-Se per caso le capitasse di vedere un qualcosa di sospetto...ci chiami. Stai tranquilla che indagheremo più a fondo- disse Rent,cercando di tranquillizzarmi.
Eppure ottenne l'effetto opposto.
L'avrei aggredito,sia con le parole,sia fisicamente.
"Intende come l'anno scorso? Ritrovati i cadaveri dei genitori di una bambina di otto anni,ora orfana. Avete indagato neanche due giorni e avete smesso le ricerche. Luridi bastardi" incominciai ad urlarmi in testa cose del genere.
Questa mancanza mi aveva distrutto.
Un messaggio da parte del telefono dell'agente Smith ruppe il silenzio.
Egli lo lesse subito,riferendoci il tutto.
-È stato trovato pure un...pezzo di una felpa gialla. Niente dna sopra-.
Detto questo si alzarono entrambi,andandosene e richiudendo la porta alle loro spalle.
Rimasi sola,a contemplare l'accaduto.
-Cazzo- riuscii solo a dire.

A.S.
*se non avete capito a chi appartiene quel pezzo di felpa gialla...si tratta di Hoodie
E comunque ancora auguri Liu!!!🖤🖤
Jeff=*salta addosso a Liu* AUGURI FRATELLONE
Liu=*cade a terra insieme a Jeff* STACCATI

Love Masked-Masky x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora