Faccio un respiro profondo prima di entrare, so già che mi aspetterà una conversazione pesante, stiamo sempre parlando di Lucia.
Entro un po' titubante "Lucia, sono Janet" dico chiudendo poi la porta dietro di me, "Cosa vuoi?" dice lei dandomi le spalle, intenta a sistemare qualcosa dentro all'armadio. Mi mordicchio il labbro inferiore aspettandomi una sfuriata da un momento all'altro "Sandro mi ha detto di ieri.. io-" non finisco neanche di parlare che uno sguardo di fuoco si posa sul mio. "Non voglio le tue scuse, queste sono le mie scarpe" dice prendendo un sacchetto trasparente di plastica con dentro un paio di scarpe con il tacco nere "e questo è il mio vestito" continua lei prendendo poi un'altra bustina con dentro un vestito "pulisci le scarpe e porta il vestito in lavanderia, non mi aspetto altro da te" io rimango qualche secondo imbambolata a guardare la roba che mi sta porgendo e lei riprende parola "prendi la roba e vattene, ho cose più importanti da fare"; mi risveglio dal mio stato di trance, prendo la roba dalle sue mani e me ne vado, sussurrando un flebile "stronza". In realtà ero andata per fare un discorso con lei, per parlare da adulte ed affrontare i nostri problemi, invece guarda come mi ha trattata!
Vado in camera mia e trovo Sandro ancora disteso sul mio letto "Cosa ci fai ancora qui? Ti avevo detto di andartene" dico buttando le due bustine a terra, ai piedi del letto. "Stavo spettando te, allora che ti ha detto Lucia?" mi siedo sul letto accanto a lui "in realtà non mi ha dato neanche la possibilità di parlare, mi ha passato la sua roba e poi mi ha praticamente cacciato dalla stanza" sbuffo sonoramente e aggrotto la fronte sentendolo ridere "Allora è un vizio di questa casa" dice riferendosi anche al mio comportamento, un po' ci rimango male a dire la verità "Non è la stessa cosa, Sandro, io ora ho da fare" tolgo le pantofole e porto le gambe al petto, poggiando le piante dei piedi sul materasso. "Che devi fare?" chiede lui tirandosi su "Devo scegliere la facoltà, non ne sono venuta ancora a capo e oggi mi sono imposta di prendere una decisione" allungo un braccio verso la scrivania e prendo il computer "Posso aiutarti io, mi farebbe piacere" risponde lui sorridente "In realtà... non so... l'altra volta mi stava aiutando Marco" accendo il computer e mi sdraio, poggiando la schiena contro la testata del letto "Non penso che a lui dispiaccia se ti aiuto io, dai smettila e iniziamo".
"Va bene, grazie comunque" passiamo un paio di ore a fare continua ricerche, l'aiuto di Sandro è stato molto rilevante, mi ha dato dei consigli e vari suggerimenti. Alla fine, dopo lunghe ricerche, ho deciso di segnarmi alla facoltà di.. PSICOLOGIA.
Non è la prima volta che pensavo di segnarmi qui ma non ero mai sicura al 100%, ora invece ho preso la mia decisione.
Lo ringrazio, "Di niente dolcezza, ora, a proposito di università, vado a studiare qualcosa" mi lascia un bacio in fronte ed esce dalla mia cameretta. Chiudo il computer, mi alzo e mi vado a fare una doccia calda. Mi preparo mettendomi addosso una cosa veloce, un jeans con un maglioncino verde, ed esco a portare il vestito di Lucia in lavanderia; ok, sì, è stata una stronza ma quel che è giusto, è giusto, devo farglielo lavare il vestito, il vomito è il mio. Lascio il vestito in lavanderia, mi comunicano che massimo in un'ora il vestito dovrebbe essere lavoro, asciutto e stirato ed allora ne approfitto per andarmi a fare un giro. Faccio qualche passo e mi fermo alla prima gelateria che trovo, ordino un frappé al cioccolato che gusto mentre passeggio per le vie di Roma, quando, all'improvviso, qualcuno viene a sbattermi addosso.
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Un'americana in Italia.
Чиклит"Il modo migliore per cercare di capire il mondo è vederlo dal maggior numero di angolazioni possibili"