Capitolo uno

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Appena ho toccato con la suola delle mie scarpe il territorio italiano ho sentito un brivido attraversarmi la schiena, è come se solo in quel momento avessi realizzato cosa ci facessi lì, quali fossero i miei obiettivi reali.
Zaino in spalla, valigia al mio fianco e sguardo fiero pronto a conquistare il mondo.

Con passi veloci m'incammino all'uscita dell'aeroporto, un taxi dovrebbe già essere qui ad aspettarmi, infatti, dopo qualche secondo vedo un uomo vestito molto elegante con un cartello in mano "Martini"; m'incammino verso l'uomo, gli regalo un sorriso e salgo sulla sua macchina, lasciando a lui il compito di sistemare i miei bagagli. Poco dopo partiamo, con sguardo curioso osservo fuori dal finestrino quella che sarà la mia città per il prossimo anno.. o chi lo sa, magari, per il resto della mia vita!

Arriviamo a destinazione, pago la corsa e aggiungo una mancia ben prosperosa in ringraziamento della sua gentilezza. Prendo la valigia, lo zainetto ed esco dall'auto che subito dopo sfreccia via, l'aria che crea fa svolazzare il mio vestito rosso a pois. Prendo il telefono dalla tasca del giacchetto e controllo per l'ennesima volta la via del mio appartamento, alzo lo sguardo dallo schermo e leggo il numero vicino al grande portone verde "195", perfetto, sono nel posto giusto. Ripongo il telefono in tasca ed entro dentro al portone, mi avvicino all'ascensore ma con rammarico leggo il foglio su quest'ultima "Guasta!", sbuffo ma non demordo, tiro su la valigia e con qualche difficoltà comincio a salire i piani di scale.

Arrivo al terzo piano, sbuffo nuovamente dalla fatica e poso la valigia a terra, poi, busso alla porta di quello che dovrà essere il mio appartamento. Un ragazzo sulla ventina d'anni mi apre la porta con un sorriso raggiante, rimane qualche secondo in silenzio e poi prende parola "Ciao, tu dovresti essere la nuova coinquilina!"

Fortunatamente riesco a capire ogni singola parola, mia madre è americana ma mio padre è italiano e fin da piccola mi ha insegnato questa fantastica lingua. "Sì, sono io. Piacere Janet, tu sei?" Lui si scosta da davanti alla porta per lasciarmi entrare "Marco, piacere. Per ora ci sono solo io, gli altri sono a lavoro ma tra un po' dovrebbero arrivare" e con gentilezza afferra la mia valigia, lo ringrazio e poi mi fa strada verso la mia camera.

Entro nella stanza, sorrido, non è grandissima ma a me va bene così, c'è una grande finestra che affaccia su un bellissimo parco dove sono sicura che farò tantissime passeggiate, sotto quest'ultima c'è una bellissima scrivania in legno, dal carattere un po' antico ma molto raffinato, al fianco c'è un grande armadio dove potrò sistemare i miei tantissimi vestiti e, infine, dall'altra parte della stanza c'è un letto matrimoniale. Ringrazio Marco e poi mi lascia da sola per farmi sistemare e rilassare un po' dopo il lungo viaggio.

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