Capitolo undici

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"Oh scusami, non volevo" dice lo sconosciuto "Stavo guardando il telefono e non ti ho vista arrivare" il tipo continua a chiedermi scusa, grattandosi la nuca in imbarazzo, io scuoto la testa e gli dico che è tutto ok.
"Posso farmi perdonare in qualche modo?" chiede mostrandomi un sorriso e, wow, che sorriso, "non ce n'è bisogno, davvero" ridacchio, pronta ad andarmene. "Che ne dici di un caffè, magari domani pomeriggio" sorride lateralmente e non riesco a dirgli di no "Va bene, un caffè lo accetto" lui sorride soddisfatto e tira fuori il telefono dalla tasca dei suoi jeans "Lasciami il tuo numero, così poi ci organizziamo" glielo detto e poi mi saluta, allontanandosi da me "..comunque, il mio nome è Andrea" dice mentre se ne va, sorridendomi. M'incammino verso la lavanderia, il vestito dovrebbe essere pronto. Butto il contenitore vuoto del frappé dentro un cestino sulla via e non faccio neanche in tempo ad entrare in lavanderia che sento il telefono vibrarmi in tasca, lo tiro fuori
Numero Sconosciuto: "Tu come ti chiami?"
È Andrea, chi altro potrebbe essere?
Io: "Janet"
Infilo di nuovo il telefono nel giacchetto e mi avvicino ad una ragazza che lavora lì, chiedo del mio vestito e in pochi minuti sono fuori dalla lavanderia. M'incammino verso casa, è già l'ora di pranzo e pomeriggio Alessio mi ha promesso di andare a guardare una macchina per me, non mi va di essere scarrozzata sempre dagli altri, soprattutto ora che inizio l'Università. Dopo qualche minuto sento il telefono di nuovo vibrare, lo tiro fuori
Andrea: "Bel nome, come te d'altronde.😚 Quindi, domani pomeriggio ci sei per quel famoso caffè?"
Io: "Grazie🤭comunque sì, per che ora volevi fare?"
Andrea: "Per le 16:00?"
Io: "Perfetto, a domani Andrea"
Andrea: "A domani Janet😘"
Visualizzo e non rispondo più al messaggio. Arrivo a casa, faccio un saluto in generale e vado in camera di Lucia, lascio il vestito pulito sul letto, più tardi mi occupo delle scarpe. "Avete già mangiato?" chiedo ad Alessio e Marco, entrambi sdraiati sul divano, loro scuotono la testa "Cucino qualcosa io". Preparo giusto dei spaghetti, siamo solo noi tre in fin dei conti. Finiamo di mangiare, Alessio mi ha detto di partire per le 15:00 ed io ne approfitto per pulire le scarpe di Lucia. Mi metto in bagno, piegata verso la vasca, intenta con diversi prodotti a levare quella puzza. Strofino, strofino e strofino, finché non sento la porta aprirsi dietro di me, un fischio di ammirazione sento dalle labbra di Sandro "che bel cu- fondoschiena", io mi tiro su di scatto e gli lancio addosso la pezzetta che avevo in mano "Idiota che non sei altro! Bussa prima di entrare in bagno e smettila con questi stupidi commenti!" questa volta mi accovaccio a terra e sciacquo le scarpe con l'acqua "Quali stupidi commenti? Ti ho semplicemente fatto un complemento, potresti apprezzare e basta" dice lui tirando su la tavoletta del water, lo fulmino con lo sguardo "dammi un minuto ed esco", sembra neanche ascoltarmi "Girati" asserisce, poggiando una mano contro il muro, iniziando a fare pipì, mi giro di scatto e asciugo le scarpe con un asciugamano che mi ero già preparata in precedenza "potevi aspettare, idiota" sbuffo.
"Guarda, ho già fatto" si tira su i jeans, tira lo sciacquone e si sposta al lavandino per sciacquarsi le mani. Sistemo tutto ciò che avevo preso ed esco dal bagno senza dire nulla, è il solito sbruffone. Porto anche le scarpe in camera di Lucia, lei non c'è, è ancora all'Accademia.
Ore 15:00.
"Andiamo?" chiedo ad Alessio, lui annuisce e mi accompagna con la sua macchina, una Smart grigia, al venditore di auto più vicino a casa. Con la mia amica indecisione, ci ho messo circa un'ora a scegliere, alla fine ho optato per comprarmi una macchina piccola ma che facesse al caso mio: una cinquecento bianca.
Tra qualche giorno sarà pronta e dovrò andarla a prendere, non vedo l'ora. Dopo un caffè veloce al bar vicino il venditore, siamo tornati a casa.
❤️in copertina c'è una foto di Andrea❤️

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