Pov. Helena
Finalmente era sabato.
La scuola era da poco finita.
Avevo due giorni di pure relax, o almeno così pensavo.«Helee, aspettaci» mi urlò contro Chiara seguita da una Ludovica imbarazzata.
Mi fermai di colpo, voltandomi verso di loro.
«Ragazze, che succede?» chiesi con un velo di finto interesse.
Sapevo già cosa Chiara volesse chiedermi, ma nonostante ciò feci finta di niente.Odiavo le discoteche, ma amavo la birra. Questo era davvero un bel dilemma.
«Oh finalmente ti sei decisa a fermarti.» mi disse Ludovica mentre respirava affannosamente per via della corsa.
«Ti prego ascoltala, sennò non la finirà più di tartassarmi» mi pregò Ludo con tono supplichevole.
Ridacchiai di gusto.Ludo era davvero diversa da Chiara. Probabilmente da tutte noi.
Eppure eravamo legatissime.
Chiara era un tipo abbastanza movimentato, adorava ballare, flirtare con i ragazzi e divertirsi. L'opposto di Ludovica insomma.L'unica cosa che avevano in comunque probabilmente era solo l'aspetto fisico.
Entrambe bionde con occhi azzurri e purtroppo entrambe con poca, troppo poca autostima.Ludo invece era una ragazza abbastanza schiva, anche se molto loquace.
Riusciva ad essere timida e risoluta al tempo stesso in un modo che non riuscivo bene a capire.
Era più il genere di ragazza che si divertiva maggiormente a leggere un libro che a ballare.
Ed in questo ci assomigliavamo parecchio.Poi c'era Victoria.
Lei era similissima a Chiara, in tutto e per tutto. Tranne che per l'aspetto fisico.
Vic aveva i capelli sul castano scuro, tenuti quasi sempre sciolti, occhi color cerbiatto ed un sorriso smagliante. Non c'era neanche da sottolinearlo, era la più casinista del gruppo.Risi pensando a quanto viste da fuori sembravamo buffe. Eravamo davvero un gruppetto strano.
Ma non per questo meno unico.«Hele, mi stai ascoltando?» mi chiese Chiara sbuffando.
Cavolo, mi ero persa nei miei pensieri ancora.«Si scusa Chia, stavo pensando. Dimmi pure»
«Dicevo, stasera c'è una serata al Rumba –Il rumba era una delle discoteche più in voga in quel periodo–
e sono riuscita a convincere Ludovica a venire con noi, per la prima volta. Però a patto che veniate anche tu e Vic.
Che ne dici?» disse velocemente.
Era euforica.Era strano che Ludovica decidesse di sua spontanea volontà senza essere obbligata da noi a venire a questo genere di serate, e non volevo assolutamente sprecare quest'occasione.
Finalmente saremmo uscite tutte insieme e ci saremmo divertite. Non potevo di certo rifiutare, anche se non ero tipo da discoteca, sapere che saremmo state tutte insieme, mi tranquillizzava.
Odiavo la discoteca.Tutti quei ragazzi sudati che si strusciavano contro di te pensando di essere seducenti, mi facevano uno più schifo dell'altro. Per non parlare di quelle oche sul privè che ballavano mezze nude per attirare l'attenzione.
Schifo.Eppure, il pensiero di stare finalmente con le miei più care amiche, non mi dava pace.
«Dai Hele, ci divertiremo! Ti prego ti prego ti pre..» tentò di dirmi prima che la interrompessi.
«Calma Chia, vengo. Stai tranquilla. Assicuratevi che venga anche Vic, sennò niente.»«Può mai non esserci Victoria?» disse ridendo.
«Già ci ha dato la conferma. Alle 21:30 tutte davanti al Rumba!» continuò Chiara tutta elettrizzata.Era felice e questo bastava a rendere felice anche me.
«Va bene va bene, ci vediamo stasera ragazze.» così dicendo le salutai e mi diressi verso casa.
Sarebbe stata una serata davvero stancante, me lo sentivo.Nel frattempo..
Pov. David
«Oh Davvy, vieni stasera?» mi chiese quel cretino del mio migliore amico.
«Smettila di chiamarmi così, odio quando lo fai.» replicai.«Non la smetto finché non accetti di andare stasera al Rumba con me.»
«No cazzo Sean, mi secco, sono stanco e non ho voglia di uscire. Vai tu a scoparti qualche quindicenne, io passo»–Iniziavo seriamente ad innervosirmi, odiavo essere obbligato a far qualcosa che non mi andava di fare. E ancora di più andare in una discoteca piena di bambine arrapate.
No, mi rifiuto.– pensai sicuro di me.Solo che non feci i conti con l'ostinazione di Sean, il mio migliore amico.
« Davvy dai, Davvy, Davvy, Davvy, Davvy..» continuò a ripetermi tartassando i miei poveri timpani e scuotendomi con forza.
«BASTA SEAN. VAFFANCULO OKAY, VENGO. SMETTILA DI ROMPERE.» urlai esasperato.Quando voleva si comportava proprio da bambino, era insopportabile. Ancora mi chiedevo come facessi a sopportarlo e come facesse ad essere il mio migliore amico.
Ed effettivamente una risposta c'era.
Mi era rimasto vicino. Era l'unica persona che non si era allontanata nonostante gli avessi espressamente detto di andarsene. Di lasciarmi in pace. Non mi abbandonò mai.Quando morì mia sorella, fu l'unica persona che continuò a lottare per far sì che stessi meglio.
Gli devo tanto, gli devo tutto.
Così sorridendo leggermente, gli diedi una pacca sulla spalla.
«Ti voglio bene fra» dissi senza giri di parole. Era vero, gli volevo bene come un fratello.
«Anch'io bro, anch'io.»«Ma quindi vieni davvero?»
«Sean, non rompere. Ho detto di sì.»
Risi di gusto, non sarebbe mai cambiato.
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Quello stronzo del mio prof
Teen FictionLui: bello, terribilmente bello, arrogante e stronzo. Dannatamente sicuro di sé e del suo fascino. Sa sicuramente il fatto suo. Lei: insicura e schiva, ma allo stesso tempo testarda e combattiva. Nessuno riusciva a metterle i piedi in testa. Due ca...