Capitolo 4.

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Non esitai un attimo per voltarmi e ammirarlo per l'ultima volta.

Che ultima non sarebbe stata. 

Quel  'ci si vede in giro Charlie' , suonava così bene alle mie orecchie. Riecheggiavano quelle parole.

'Ci si vede in giro Charlie'.

'Ci si vede in giro Charlie'.

Ma certo!  Questo voleva dire che l'avrei sicuramente rivisto una seconda volta! 

O almeno speravo.

Volevo voltarmi, per guardalo un ultima volta. Ma se fosse stato li, avrebbe pensato che lo stessi spiando.

No no e no.

Però...

Andai dietro ad un albero, non volevo di certo farmi vedere.

Sbucavano i miei occhi, da dietro un cespuglio d'erba.

No, lui non c'era. Come sospettavo.

Aspetta.. ma mi ero allontanata così tanto? Potevo essere a quasi 20 metri di distanza da dove eravamo prima.

Non importa. Ora sarà meglio ritornare a casa.

Le lancette dell'orologio segnavo le 07:15.

Avrei dovuto sbrigarmi.

Sebastiano scende sempre di casa alle 8 spaccate.

Inizai ad accellerare.

Dovevo tornare a casa prima delle 8.

Se avessero scoperto che non c'ero, sarei finita nei guai.

Poi subito Lauren mi avrebbe chiamato per la colazione.

Avrei dovuto fare in fretta.

Le case iniziarono ad illuminarsi.

Per le strade cominciarono a vagheggiare delle macchine.

Ero troppo distante da casa. Non avrei fatto in tempo a tornare per quell'orario.

Optai per il bus.

Si prenderò il bus.

Ero difronte una libreria. Continuavo a pensare se per questa via passassero gli autobus.

Non c'era neanche un passante a cui avrei potuto chiedere.

Non so bene dove mi trovavo.

Era un quartiere sconosciuto per me.

Poi ad un tratto vidi sfociare dall'altra corsia un bus. Oh, no! Pensai. Dove porterà? 

Attraversai in fretta la strada.

Avevo una possibilità di riuscire a prenderlo.

Il bus girò l'angolo, e ogni tentativo mi risultò fallito. Ormai l'avevo perso.

Continuai a cammiare, girai l'angolo ed il bus era lì, fermo.  Con le porte aperte.

Non ci credevo, ero quasi vicino alla fermata.

Entrai dalla parte davanti, e l'autista non c'era. Così decisi di aspettarlo. Avrebbe dovuto farsi vedere prima  o poi.

Ed eccolo sbucare da una centralina, che stava dall'altra parte del marciapiede.

Entrò e mi vide.

"Buongiorno signorina". Mi sorrise.

"Buongiorno". Risposi io, ricambiando il sorriso.

Notai che dentro non c'era nessuno. Eravamo solo io e il conducente.

Stava per mettere in moto il bus.

Andai a sedermi in uno di quei posti all'ultima fila.

Era forse questo il capolinea dove risiedevano tutti i bus?  Dove si davano il cambio, e facevano una sosta di quindici minuti.

Ero sicura di aver visto un tabellone grandissimo con tutti gli orari dei vari bus.

Non sapevo che strade facesse questo bus, li prendo molto raramente.  Così andai vicino la porteria e scambiai qualche informazione con l'autista.

Se i conti mi tornavano giusti, sarei dovuta arrivare a casa in tempo.

Ritornai al posto dove ero prima e guardai fuori dalla finestra.

Ogni tanto sobbalzavo a causa delle fosse che il bus percorreva. Ho sempre pensato che le strade di questa città dovevano essere rimosse.

D'improvviso fece irruzione nella mia pancia un leggero brontolio.

Iniziavo ad accorgermi di essere super affamata.

"E qui che deve scendere. "

Ricordavo di aver chiesto all'autista se potesse indicarmi il punto da cui avrei dovuto perseguire a piedi. 

"È stato molto gentile, grazie". Gli sorrisi e vidi il suo sorriso attraverso lo specchietto.

Scesi dal bus.

Questa volta sapevo dove mi trovavo.  Ero vicinissima a casa.

Guardai l'orologio e iniziai a correre a gambe elevate, erano le 07:55.

Doveva farcela.

Arrivata alla porta di casa, presi le chiavi che nascondevo sotto il tappeto d'ingresso e le infilai nella serratura, facendo il massimo silenzio.

Tutto tranquillo, chiusi la porta.

Passai per il soggiorno e sentii delle voci provenire dalla cucina, erano quelle di Lauren e Sebastiano.

Salii le scale ed entrai in cameretta. 

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