Capitolo 8.

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Ero rintanata nella mia cameretta. Avvolta tra le mie morbide coperte.

Di colpo fui circodata da un'ondata di sonno.

Chiusi gli occhi e mi addormentai.

...

"Quanto ti piaceva essere coccolata in questo modo?  Il tuo sorriso non te lo toglie mai nessuno."

"Ahi mamma, mi fai il sollettico."

Balzai giù per terra, poi corsi per tutta la stanza.

Fra poco mi prendeva, fra poco mi prendeva.

Mi nascondo sotto il letto? Pensai.

No,  meglio dentro l'armadio.

Con le mani feci per fare spazio, e trovai un posticino in mezzo a tutti quei vestiti, poi coprii il mio corpo rendendolo il più piccolo possibile. Non potevo stare in piedi, perché finivo per toccare la parete di sopra.

Ci andai, nonostante mi sentivo schiacciata.

"Sto arrivaando.."

Si udì la sua voce dalla camera affianco.

"Yuuhu"

Si fece più vicina.

"Vediamo un po' monellina, dove ti sarai nascosta?"

Era dentro la stanza.  La sua stanza.

Ogni tanto la sentivo ridacchiare. Aveva capito.

"Eccoti qua!" Sentenziò mentra spalancava le ante dell'armadio.

Scoppiai in una risatina, poi scostai la testa, intravidi il suo viso e me la svignai a gambe elvate, sfiorandola appena.

"Non scappare, tanto alla fine ti prendo!" Disse mentre scendevo a 2 le scale.

Ultimo gradino, ero quasi..ma poi sprofondai a terra.

"Presa!"

Mi avvolse con un abbraccio da dietro e mi portò con il busto dalla parte della sua schiena e le gambe al suo petto.

"Ahah, dai ti prego mettimi giù!  Mettimi giù!"

"E no signorina, ora ti ho preso e non ti lascio più."

Prese a correre e si fermò appongiandomi sul divano del soggiorno.

"Aspettami qui, io vado a prendere qualcosa da mangiare." Sorrise.

La vidi andare in cucina e poi tornare con un enorme recipiente contenente i pop corn.

"I poop corn!"

Le presi il recipiente dalle mani e lo misi in mezzo alle mie gambe.

"Non finirli tutti raccomando". Rise.

Con una manciata riempii la mano di pop corn e li spappolai tutti in bocca.

Non ero riuscita neanche a contarli, in men che non si dica erano finiti tutti nella mia pancia.

Uno dopo l'altro, era così irresistibilmente buoni.

Guardo per un attimo fuori la finestra ed un rumore si fionda nelle mie orecchie.

Aprii gli occhi,  il rumore si fece più risuonante.

Mi giarai intorno con aria aggrovigliata.

Ero fuori dal letto quando il rumore di un vetro mi fece sobbalzare.

Proveniva dalla camera di Kyle.

La porta della sua camera si spalancò.

Ero davanti a lui.

Lui era girato, e delle schegge di vetro erano sparse su tutto il pavimento.

Prendeva a calci qualsiasi cosa trovasse davanti ai suoi piedi.

Era agitato ed abbastanza furibondo.

Si voltò bruscamente dalla mia parte e per poco non colpiva la mia faccia con un pugno.

Poi mi vide e si trattenne.

"Scema! Spostati, per poco non ti colpivo."

Si ristabilì e tornò ad essere calmo.

"Che cosa sta succedendo?"

"Che ti importa?"

Si voltò nel cercare di raccogliere i pezzi di vetro racimolati a terra.

"Cosa é caduto?"

"Nulla, era solo lo specchio. Puoi tornartene nella tua stanza."

Mi avvinai alla finestra, dove difronte a destra c'era lo specchio ormai distrutto, e del pezzo di sopra ormai crepato.

"La tua mano sta sanguinando."

"Non é nulla. Sto bene."

Perché mi trattava sempre così freddamente?

"Se vuoi, posso curartela, fa vedere."

Gli presi il braccio e con molta delicatezza toccai la ferita, il sangue cominciò a bagnarli tutto il palmo della mano.

Mi guardò, i suoi occhi si fecero più intensi del solito.

"Lasciami, ti ho detto che sto bene." Tolse il suo braccio dalla mia mano. Poi si accasciò sul letto.

Andai via lasciando la sua porta semiaperta alle spalle.

Quando avrebbe cambiato il suo fastidioso e arrogante carattere??

Doveva comportarsi sempre con disdegno?  Cosa gli aveva preso,  da riuscire a sfondare lo specchio?

Provare solo per un istante a capire cosa gli passasse per la testa mi cominciava a conturbare.

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