Capitolo 3.

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"Aspetta."

Che cosa voleva dire?

Cosa voleva farmi intendere? 

Mi girai di scatto e fissai i suoi occhi.

Lui lasciò immediatamente il mio braccio.

Si guardò intorno, con aria di chi stava per tramare qualcosa.

Incrociò il mio sguardo.

"N... no. Volevo soltanto chiederti se stavi bene".

Fui sollevata per soli 3 secondi, feci segno di si.

"Bene!" Esclamò lui.

"Però dalla tua faccia sembrerebbe di no."

Ma ancora con la mia faccia? Perché doveva metterla sempre in mezzo?  Che cosa aveva che non andava?

"Sto benissimo, grazie per l'interessamento." Rimasi per qualche secondo vicino a lui.  Sin da quando l'ho visto,  non mi traspariva l'idea di andare via.

Almeno non così velocemente.

"Posso chiderti una cosa? "

Quella domanda mi fece salire mille dubbi nella mia testa, non sapevo cosa stesse per chiedermi. Forse voleva sapere il mio nome  (?) , si evidentemente era questo che voleva chidermi. O forse voleva sapere di mia madre. Speravo vivamente che lui non avesse ascoltato ciò che dicevo mentre ero in quello stato di schok.

Insomma era il mio subconscio a parlare.

Oh no!  E se avesse sentito?  Con quale faccia mi avrebbe guardato? Tanto dalla mia faccia gli avevo già dimostrato,  che tutte le rotelle a posto non le avevo di certo.

"Si, dimmi."

"Ecco, beh.. mi faresti compagnia? "

Guardavo il suo volto con lo sguardo sorpreso. Poi cercai di ritornare in me.

"Si."

"Davvero?"

"Si."

"Beh allora andiamo."  Mi sorrise.

Percorremmo la strada, e il parco era ormai distante.  Ci incamminammo lungo una strada rapidissima, dove nelle ore del mattino, è sempre stracolma di macchine.

In quel momento non passava nessuna macchina.

E se solo qualcuno avesse visto due ragazzi come noi, senza una meta, girovagare in una strada così pericolosa come questa, a quest'ora del mattino, avrebbe pensato subito che qualche problema lo avessimo sicuro.

Camminavo a passi decisi. Ogni tanto guardavo il suo volto.

Pensavo ancora alla figuraccia che avevo fatto.

Lo avrà davvero sentito?  I dubbi restarono incerti, non potevo far altro che chiederglielo.

"Senti un po'.. lui cambiò subito la sua espressione.. prima, quando ero distesa a terra, tu hai per caso sentito cosa..

Mi interrupe.

"Cosa hai detto?"

"Emh si."

"Beh si farneticavi qualcosa.. allora sono buoni? "

"Buoni?" A cosa si stava riferendo?

"Intendo i biscotti, scemina ahah"

Mi guardò, e mi passò una mano fra i capelli. Per un attimo, sentivo un forte calore, non sarò mica diventata tutta rossa?  Oh no. Non volevo che accadesse!  Non volevo che mi guardasse, mentre la mia faccia assumeva l'aspetto di un pomodoro.

Allora era come avevo immaginato. Aveva sentito tutto.

Che figura.

"Emh, sì erano davvero ottimi."

Gli sorrisi.

Più avanti a noi, c'erano due pattuglie della polizia, un motorino, ridotto in mille pezzi, schiantato contro un fuoristrada. C'era tantissimo casino, la sirena dell'ambulanza si sentiva arrivare e d'un tratto si fiondò li.

"Qualche incidente?"

"Si ci conviene cambiare strada, vieni".

Mi afferrò il braccio, le sue mani erano morbide come la pelle di un bambino, e la delicatezza con la quale prese il mio braccio, sembrava che mi avesse sfiorato appena.

Eravamo giunti su di una strada, molto illuminata da 3-4 lampioni disposti l'uno di fronte all'altro.

Eravamo vicinissimi al centro, qualche isolato più avanti e saremmo arrivati.

Inziava a intravedersi la luce del sole, così pensai che si erano quasi fatte le 6.

Oh no!  Da quanto tempo ero fuori?

Scarso circa un'ora? Oh no, devo ritornare in tempo a casa prima che torni Sebastiano.

"Ma la tua famiglia non è preoccupata? " gli chiesi.

Mi guardò con una faccia da indifferente.

"Si certo, ma sono abbastanza grande da assumermi a pieno le mie responsabilità su qualsiasi cosa. E non potrei recare danni a nessuno."

Che voleva dire con  'non potrei recare danni a nessuno'?

Qualcosa in lui mi incuriosiva particolarmente.

Eravami fermi ormai da quasi mezz'ora. E fummo distratti dalla luce del sole.

Lo guardai per un attimo. Il sole stava ormai tramontando.

I suoi occhi iniziavano ad assumere varie sfumature che andavano dal nocciola al verdino. Non avrei mai pensato che avesse degli occhi così belli alla luce del sole.

D'altronde lo avevo visto al buio.

"E tu invece? La tua famiglia?"

Cominciai a guardarlo intensamente.  Poi fissai l'orologio che avevo al polso.

"Approposito, devo proprio andare ora."

"Coprifuoco? "

Mh?  Coprifuoco?  A quest'ora? Ma cosa gli saltava in mente?

"Emh, non credi sia un tantino troppo tardi per ritornare a casa?  non credo sia un orario adatto ad un coprifuoco questo."

Sorrise. "Certo stavo solo scherzando."

"Beh allora io vado.. mi ha fatto piacere questa camminata, e sopratutto grazie per essermi stata accanto, mentre...beh si mentre parlavo da sola".

Arrossii.

"Che fossi una spericolata lo avevo già notato, ma che facessi la sonnambula non me lo aspettavo proprio".

?! Ma come si permette?

"Dai sto scherzando ahah"

Gli sorrisi.

Mi allontanai.

"Aspetta!"

Mi voltai.

"Cosa c'è?"

"Non so il tuo nome."

"Puoi chiamarmi Charlie".

Mi sorrise. "Allora, ci si vede in giro,  Charlie".

Mi voltai e proseguii con passo decisamente più veloce,  la strada verso casa.

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